Oggi a Catanzaro, alle 18.00, presso le Gallerie del San Giovanni di Catanzaro, s’inaugura la mostra La razza nemica: la propaganda antisemita nazista e fascista, a cura di Marcello Pezzetti e Sara Berger.
L’evento è stato promosso dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma, in collaborazione con 4Culture e E-bag e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Catanzaro.
La mostra, inoltre, si avvale di prestigiosi patrocini come quelli della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Lazio, di Roma Capitale, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, del CDEC, Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea e della Comunità Ebraica di Roma. È stata allestita, inoltre, con l’organizzazione generale di C.O.R. Creare Organizzare Realizzare e con il contributo di ACEA, dei collaboratori tecnici Istituto Luce Cinecittà e dell’Archivio Centrale dello Stato.
L’inaugurazione sarà preceduta sarà preceduta da una presentazione dello stesso curatore Marcello Pezzetti, affiancato dagli operatori della 4Culture e dall’Assessore alla Cultura, Ivan Cardamone.
L’esposizione, che vuole rispondere alla domanda Com’è possibile che centinaia di migliaia di uomini comuni abbiano potuto partecipare, attivamente, alla persecuzione e all’uccisione della minoranza ebraica dell’intera Europa? attraverso l’analisi del ruolo, delle forme, dei contenuti e dei protagonisti della propaganda antisemita nella Germania nazista e nell’Italia fascista, si snoda in un duplice piano narrativo.
Da una parte, viene offerto uno sguardo sull’evoluzione dell’antisemitismo in Europa all’inizio del ‘900, e dall’altra viene raccontato il ruolo della propaganda nazista e fascista che ha caratterizzato la cosiddetta società di massa, grazie alla nascita e alla diffusione di “nuovi” media come la radio, il cinema e successivamente la televisione.
Il viaggio si chiude con un’analisi sulle conseguenze che la propaganda ha avuto sulla sorte degli ebrei d’Europa, dalle misure persecutorie, con l’emanazione delle Leggi di Norimberga (1935) e l’istituzione dei ghetti, che sancirono l’isolamento degli ebrei dal resto della popolazione, per arrivare alle deportazioni e allo sterminio fisico nei campi di morte.
Un evento che rappresenta, dunque, l’ideale prosecuzione della mostra “Solo per colpa di essere nati” che, dopo circa tre mesi di allestimento al Complesso San Giovanni, si è chiusa un bilancio positivo, soprattutto in termini di crescita sociale collettiva.
«Sono state tantissime – hanno commentato Simona Cristofaro e Anthony Vatrano di 4Culture – le scolaresche e le famiglie che hanno visitato la mostra con grande interesse e convinta partecipazione. Proprio gli studenti si sono approcciati in maniera seria e con profondo senso di responsabilità ad una tematica certamente non semplice, proponendo spunti di dibattito e riflessioni autentiche in gran parte condivise sugli uccellini adesivi che hanno composto il muro della memoria allestito al termine del percorso».
«Tutti i messaggi – hanno proseguito Simona Cristofaro e Anthony Vatrano di 4Culture – saranno inviati in dono alla senatrice Liliana Segre che ha voluto dare il suo personale contributo alla mostra. E’ stata una sfida stimolante il poter raccontare una delle più grandi tragedie del XX secolo con un linguaggio moderno e innovativo, grazie alle opere dello street artist americano Frank Denota e all’integrazione di supporti e apparati multimediali. La mostra, prodotta interamente in Calabria, ha suscitato grande interesse anche al di fuori dei confini regionali e stiamo lavorando affinché possa essere replicata ed esportata in importanti location nazionali». (rcz)