20 settembre – Fino al 30 settembre, a Palazzo Carafa di Roccella Jonica, la mostra personale “Specchiarsi nell’eterno” di Mariella Costa.
Inaugurata il 25 agosto, si tratta di una mostra d’Arte Contemporaena di pittura e scultura, in cui prevalgono la donna, l’armonia, la ricerca delle radici storiche nella mitologia greca, la musica e i temi sociali, in particolare le opere di denuncia contro la violenza sulle donne.
«’Magia al Castello’ c’è scritto sulla locandina della mia mostra personale in atto al piano terra del Palazzo dei Principi Carafa – scrive l’autrice – ed ecco una delle magie: una mia opera al tramonto, in particolari condizioni di luce, rinfrange la sua ombra due volte, una scura, com’è giusto che sia, ed una stranamente chiara». (rrc)
21 agosto – S’inaugura oggi al Complesso Monumentale di San Severo al Pendino del Comune di Napoli la mostra “La densità dell’astrazione fluida” dell’artista calabrese Pino Pingitore curata da Luigi Polillo.
Nella splendida navata neorinascimentale del Complesso sarà collocato un importante gruppo di opere che testimonia l’assidua ricerca dell’artista originario di Spezzano della SIla.
Pino Pingitore è un artista dall’importante cursus: inizia la sua attività nei primi anni ’70 su un ottica astratto-geometrica, ma sono gli anni 2000 che aprono una serie di esposizioni tra Cosenza, Lamezia Terme, Roma, Palermo, Catania, Napoli ecc.; anni basati su un’attenta riflessione dei linguaggi dell’arte che orienta il lavoro verso una ricerca che va dal recupero del linguaggio pittorico, anche in chiave iperrealista, alle installazioni. Nascono così gli “Astratti fluidi”, opere realizzate tramite un processo digitale e poi dipinte, che sono il risultato di una dissoluzione di immagini precedentemente selezionate.
Con rigore geometrico, l’artista disegna la propria struttura, si serve del presente, cioè degli innovativi strumenti digitali e, attraverso la competenza tecnica della pittura ad olio, dissolve il proprio scenario, la luce diviene un elemento caratterizzante per il concepimento dell’opera, la tavolozza a volte è ridotta a pochi colori, essenziali per il raggiungimento di una composizione cupa, in altre, invece, si sviluppa con diverse varianti stilistiche; in entrambi i casi l’occhio umano evade dalla realtà e si smarrisce in infinite gradazioni cromatiche.
Una pittura ricca e complessa, dunque, di cui Giorgio Bonomi ha scritto nel catalogo: «Che la pittura di Pino Pingitore sia pittura astratta, secondo il senso comune cioè che non ha nessun riferimento realistico o figurativo, è evidente (anche se vedremo come questi lavori provocano suggestioni naturalistiche), ma lo è anche nel senso sopraesposto, cioè è una pittura concreta, solida, densa (di colori, immagini e contenuti), pur tuttavia, allo sguardo, vediamo questa “densità” scorrere, fluire, scivolare dall’alto al basso, da sinistra a destra e viceversa, sulla tela». (rac)
11 agosto – Inaugurata a Taverna, presso il Museo Civico, la bella mostra “Avanguardia e Transavanguardia – Collezione permanente e cifre temporanee”.
L’evento è stato curato dalla Direzione del Museo con la collaborazione del Comitato Scientifico, e rappresenta un segno dell’azione di divulgazione e valorizzazione dell’Arte Contemporanea in Calabria.
La rassegna comprende 30 opere realizzate dagli artisti della generazione anni 1910-1940, come Rotella, Savelli, Guerrieri, Pozzati, Bendini,che saranno esposte nel percorso permanente del Museo, mentre le opere degli artisti storici della Transavanguardia (Chia, Clemente, Cucchi, De Maria e Paladino), saranno esposti nella Sala Mostre dell’ex refettorio.
Per gli alunni delle scuole, inoltre, è previsto un laboratorio didattico “BGR – La forma del colore” curato da Caterina Bagnato in collaborazione con Maria Puleo e la “Cooperativa Arte”. (rcz)
27 luglio – Sarà presentato oggi, a Reggio, alle 17.30, presso la Terrazza della Cultura “Premio Calogero”, il volume Metamorfosi dell’iconografia nell’arte di Francesco Guadagnuolo” a cura di Antonio Gasbarrini e Renato Mammuccari.
Intervengono l’artista Francesco Guadagnuolo, il prof. Domenico Ficarra e l’On. Fortunato Aloi.
Il volume, edizioni Angelus Novus, è composto da 520 pagine, e racchiude una raccolta di voci che fanno il punto sulle opere e sul pensiero dell’artista, contribuendo alla comprensione della vicenda artistico-culturale italiana del Novecento. Ciascun capitolo, inoltre, è arricchito da una poesia di Karol Wojtyla. (rrc)
19 luglio – Oggi pomeriggio, ad Amantea, alle 18.30, presso Palazzo Carratelli, sarà inaugurata la mostra “C’era una volta in Russia 1956-1991”.
La mostra è una raccolta delle opere di Alexander Kondratev, Poitr Korostelev, Valery Kotov, Alexander Luchkin, Valery Lukka, Vladmir Malkov, Oleg Nikoliuk, Igor Salcev, Vladmir Tabanin, Julia Tabanina, Anatoly Vasiliev, Rostislav Vovkushevskiy, e Alexander Zagoskin. (rcs)
11 luglio – Da visitare, a Diamante, presso la Torretta del semaforo, la mostra espositiva delle opere di Angelo Aligia e Franco Salemme, inaugurata la scorsa domenica.
Le proposte espositive sono sostenute dall’Assessorato alla Cultura, e potranno essere visitate fino al 9 settembre.
L’opera di Aligia è il site specific “Mare Nostrum”, che gioca sugli elementi della terra, dell’acqua e delle presenze, mentre Salemme ha esposto una selezione di opere a parete appartenenti al ciclo “Visioni Mediterranee”. (rcs)
11 luglio – Sarà inaugurata oggi, a Lamezia Terme, alle 19.30, presso il Chiostro Caffè Letterario, la mostra fotografica e multimediale “Lamezia Experience: le Impressioni Mobili”, che si potrà visitare fino al 21 luglio.
La mostra, è stata organizzata da Lamezia Terme Open Space – Associazione in collaborazione con Instagramers Lamezia Terme, 35 millimetri Associazione, il Sistema Bibliotecario Lametino, Live Med, Reportage e ManifestBlog, e non vuole essere solo la chiusura della rassegna “Impressioni Mobili”, ma anche l’inizio di un nuovo progetto che vuole consolidarsi all’interno della città.
All’inaugurazione, si svolgerà una breve conferenza stampa dove si parlerà in maniera più approfondita della mostra e dei progetti delle Associazioni per il futuro, e prevede la presenza de le immagini dei social selezionate da Igers Lamezia Terme, la mostra fotografica curata da 35 Millimetri – Associazione, i video promo di FranzD, 35 millimetri e Live Med, le Impressioni testuali di ManifestBlog, il magazine dedicato realizzato da Reportage – giornale d’Informazione. (rcz)
10 luglio – La mostra “I quadri con le pietre” di Maria Rosaria Valenti, ospitata a Tropea presso la galleria d’arte “La Fenice”, che si potrà visitare fino al 15 luglio, sta riscuotendo un notevole successo di pubblico.
Ciò che caratterizza queste opere è l’utilizzo di sassolini dipinti con colori acrilici, che vengono, poi, integrati con altri elementi naturali ed artificiali. Questa tecnica viene chiamata “Pebble Art”.
“L’Arte di Meri” – nome d’arte dell’artista – prima di approdare a Tropea ha partecipato a diversi eventi sul territorio Nazionale, a partire da Longobucco, alla prima edizione di “Vinedde in Movimento”, per poi arrivare a Catanzaro in Cittadella Regionale per la prima edizione dell’ Ecoforum Calabria”, e per la terza edizione di “Comuni Ricicloni Calabria”. (rvv)
1° luglio – Continua fino al 20 agosto 2018, il MARCA – Museo delle Arti di Catanzaro, diretto da Rocco Guglielmo, ospita l’antologica di Marco Petrus (1960), una mostra assolutamente da non perdere.
La rassegna dal titolo Antologica 2003 – 2017, curata da Elena Pontiggia, organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo e dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, in collaborazione con M77 Gallery di Milano, presenta 35 opere di grandi dimensioni che coprono oltre un decennio di attività, dell’artista milanese, tra cui alcuni dipinti inediti della serie Dalle Belle Città del 2012.
“Il Marca di Catanzaro, afferma Rocco Guglielmo, è davvero lieto di ospitare la personale di una delle voci più interessanti della pittura contemporanea italiana. La rassegna copre l’ultimo decennio di produzione di Marco Petrus. È bello pensare che storia dell’artista si sia sviluppata in parallelo con quella del Marca, che compie i suoi primi dieci anni di attività. La mostra quindi diventa un momento di celebrazione reciproca e di attestazione di una crescita comune sul palcoscenico dell’arte”.
“Petrus, ricorda Elena Pontiggia, attraverso la raffigurazione dei capolavori di Muzio o Terragni, di Varisco o Portaluppi (per citare solo alcuni nomi tra i tanti che ha toccato e interpretato), ha dipinto non solo quelle architetture, ma anche l’equilibrio o, più spesso, lo squilibrio in cui siamo immersi. Ha dipinto l’ordine, la capacità costruttiva, la vocazione propositiva, ma anche le torri di Babele che incontriamo nella nostra vita. L’architettura, nei suoi quadri, diventa anche qualcosa di pericolante, quando con la fine degli anni Novanta i suoi edifici iniziano a inclinarsi, a pendere obliquamente come moderne torri di Pisa. Oppure diventa qualcosa di enigmatico e di incongruente”.
Il percorso espositivo si muove a ritroso, inizia con una selezione di opere presentate per la prima volta alla rassegna Matrici del 2017, tenuta nella sede delle Gallerie D’Italia di Banca Intesa di Napoli, tra cui spicca M21, una particolare visione delle Vele di Scampia, nella quale Petrus decontestualizza l’elemento architettonico arrivando a una estrema sintesi formale del paesaggio urbano contemporaneo.
A seguire, un’intera sala è dedicata a cinque dipinti della serie Atlas, esposti nel 2014 alla Triennale di Milano, che ruotava attorno alle sue interpretazioni delle possibili geografie architettoniche della “Città ideale”. Con questo ciclo, Petrus ripercorre tipologie, particolarità, scorci, simbologie e caratteristiche dello spazio urbano costruito nel corso della sua indagine geografico-simbolica attraverso le diverse città del mondo, e in particolare Milano, formando così un “atlante urbano” immateriale e idealmente diffuso, quasi una moderna Enciclopédie métropolitaine.
Nella grande sala centrale del Marca si alternano quindi gli inediti Dalle Belle Città con diversi Upside Down, tra cui due ammirati a New York in occasione del Columbus day del 2005.
Chiude l’esposizione, una selezione di lavori ispirati alle architetture di diverse città europee: Budapest, Lubiana, Praga, oltre Napoli e Trieste.
Marco Petrus lavora da più di vent’anni, a livello squisitamente pittorico, sulla rielaborazione delle architetture metropolitane, con una fortissima e progressiva stilizzazione di elementi che tende a volte, nell’estrema ricerca di sintesi di linee e toni cromatici, a sfiorare l’astrazione.
Col tempo, il suo lavoro si è sempre più schematizzato dal punto di vista compositivo e si è “raffreddato”, in un processo di graduale e progressiva sottrazione di elementi realistici o narrativi, in favore di una sempre maggiore geometria compositiva e strutturale.
Il lavoro di Petrus sul paesaggio urbano parte inizialmente dalle suggestioni della città in cui è sempre vissuto, Milano; in seguito si sposta anche su altre città, italiane e non solo. Ecco allora, soprattutto in occasione di mostre all’estero – a volte in gallerie private, altre volte in importanti spazi pubblici nei quali è invitato a esporre – che la ricerca dell’artista si concentra sui palazzi di Londra, su quelli di New York, di Shanghai o di altre grandi capitali europee ed extraeuropee, a seconda del luogo nel quale il suo lavoro verrà in seguito presentato.
La sua diviene così, sempre di più, un’ideale ricognizione degli elementi caratteristici e fondanti delle strutture urbane, indipendentemente dal luogo in cui esse nascono e si sviluppano; quasi un vero e proprio “atlante diffuso” nel quale sia possibile rintracciare, sottotraccia, tutte le caratteristiche, le linee di base, le strutture portanti dell’architettura moderna e contemporanea.
In occasione della mostra, è stata pubblicata una monografia Marsilio editori (pagg. 144, 70 immagini a colori) che approfondisce l’attività artistica di Petrus, tra il 2003 e il 2017, e che presenta i saggi di Elena Pontiggia, Domenico Piraina, Roberto Dulio e una ricca antologia critica con testi di Francesca Alfano Miglietti, Guido Canella, Francesco Cataluccio, Michele Bonuomo, Fulvio Irace e altri. Il volume completa idealmente il percorso editoriale iniziato nel 2003 con il volume (Electa) che proponeva il primo momento di riflessione sul lavoro di Marco Petrus, tra il 1996 e il 2002. (rcz)
Si svolgerà oggi, a Vibo, alle 18.00, presso il Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia – Calabria, il secondo momento dedicato all’installazione site specific “Lapsus Temporis” di Caterina Arcuri.
L’evento è stato organizzato nell’ambito del progetto Ceilings, promosso dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e finanziato dalla Regione Calabria.
L’opera, infatti, era stata presentata nel mese di marzo alla presenza di Adele Bonofiglio, direttore del Museo, e della curatrice Simona Caramia e dell’artista. Questo evento sarà mostrato l’esito di una sentita ricerca, volta alla scoperta della collezione permanente del Museo e del recupero della tecnica tradizionale della ceramica.
L’intervento di Caterina Arcuri difatti si pone in relazione con lo spazio architettonico e con i reperti del Museo, in particolare con la Laminetta orfica. Il progetto affronta dunque il tema del viaggio, dell’attraversamento, indagato come condizioni esistenziale di continua ricerca, di incontro senza fine, evocato nelle molteplici implicazioni individuali e collettive. L’opera consta nell’installazione di un gruppo di foglie, o barche, che trasportate dolcemente dalla corrente, percorrono distanze potenzialmente infinite, andando verso un oltre imperscrutabile. etafora dell’attraversamento, che non si cura della mèta ultima, Lapsus Temporis traccia un viaggio poetico, capace di suggestioni profonde, di evocare immagini forti, dense di pathos. (rvv)
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