È stato consegnato, al Presidente della Regione, Roberto Occhiuto, il documento redatto dalla Coordinamento delle Associazioni di Salute Mentale, Comunità Competente, Fish Calabria e Unasam, per la realizzazione delle Reti Sociosanitarie per la tutela della salute mentale a misura di persona.
Nel documento, consegnato nel corso della prima conferenza regionale sulla Salute Mentale e Welfare di Comunità, viene ricordato l’art. 118 della Costituzione, che «chiama le istituzioni pubbliche non solo a riconoscere, ma addirittura a favorire “l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale”».
Tra i punti su cui è stata chiesta attenzione, spicca la necessità dell’adozione di un Piano d’azione regionale per la salute mentale, «ispirato ai principi della centralità della persona, della deistituzionalizzazione, della domiciliarità degli interventi, della presa in carico comunitaria e territoriale, e fondato sulla lettura accurata dei bisogni di salute mentale sul nostro territorio superando la mentalità “ospedalocentrica” e istituzionalizzante finora prevalente, dando priorità agli interventi socio-sanitari di prossimità domiciliari e territoriali».
«In questa prospettiva – si legge – tale strumento potrebbe permettere di uniformare e riorganizzare la rete dei Servizi che, ancora oggi, presenta criticità enormi in relazione alla capacità di adottare efficaci programmi individuali di abilitazione, riabilitazione, formazione e integrazione sociale e lavorativa delle persone prese in carico. Il Piano andrebbe definito anche nella prospettiva di mettere a regime ed utilizzare al meglio le risorse provenienti dal PNRR e dai fondi europei dedicati».
«È altrettanto urgente – si legge – dare applicazione alle norme che da più di venti anni prevedono l’integrazione socio-sanitaria, in modo da ovviare a questo ingiustificabile ritardo e da rendere così concretamente praticabili i percorsi di co-progettazione interistituzionale degli interventi, anche nell’ambito della salute mentale».
Viene proposta, poi, «la costituzione di un tavolo tecnico, che accompagni e verifichi la sperimentazione del budget di salute, nei territori in cui ci siano le condizioni per poterla avviare. Nelle regioni in cui tale dispositivo viene puntualmente impiegato per sostenere i piani terapeutico-riabilitativi individualizzati, esso permette, di migliorare la qualità della vita delle persone interessate e di conseguire obiettivi di reale deistituzionalizzazione, senza oneri ulteriori per le finanze pubbliche».
Per le Associazioni, «l’introduzione in via sperimentale del BdS dovrebbe essere accompagnata da altri interventi necessari, come: a) la creazione di strutture intermedie per l’avviamento all’autonomia personale e abitativa; b) il rafforzamento su tutto il territorio delle équipe dedicate alle attività di recovery ed empowerment presso i Centri Diurni, assicurando la dotazione adeguata di risorse economiche per il loro funzionamento».
Nel documento, poi, viene sottolineata «l’urgenza di assumere iniziative finalizzate a mettere a regime il personale tramite i Piani del fabbisogno, al fine di rafforzare i Dipartimenti di Salute Mentale e, contestualmente, organizzare una formazione continua specifica», che l’ambito della neuropsichiatria infantile è quello dove è più evidente la forte carenza.
«La Calabria – viene evidenziato – è priva di una U.O.C. ospedaliera (con notevoli conseguenze sul piano della mobilità passiva). Sarebbe pertanto urgente allestirne almeno una, così come sarebbe fondamentale rafforzare le unità operative neuropsichiatriche infantili territoriali».
«Si richiama – riportano le Associazioni – l’importanza di istituire (ove non presente) e di valorizzare il ruolo della Consulta dei Dipartimenti di salute mentale, con il compito di orientare, con funzioni propositive, le politiche del dipartimento. Si evidenzia il ruolo delle amministrazioni locali per lo sviluppo dei servizi di prossimità e di supporto all’assistenza domiciliare; in questa prospettiva, diventa fondamentale la valorizzazione delle famiglie e dei caregiver, e delle loro esperienze».
Nel documento, le Istituzioni competenti sono state invitate ad aprire il Rems di Girifalco, «e, contestualmente, di attuare percorsi di presa in carico condivisa sociosanitaria per pazienti con disturbi psichiatrici autori di reato, sia con misura di sicurezza in REMS che presso strutture residenziali psichiatriche, oltre che con misure diverse, finalizzate al reinserimento sul territorio, potenziando i Centri di Salute Mentale e stimolando la crescita di un privato sociale altamente qualificato».
Viene sollecitato, infine, l’istituzione di un tavolo di lavoro permanente per la salute mentale presso il competente dipartimento. A questo tavolo potrebbe essere conferito il mandato di preparare il Piano Regionale» e si richiede «l’approvazione dell’Intesa Stato Regioni del 4 agosto 2021 sul Documento “Linee di indirizzo per la realizzazione dei progetti regionali volti al rafforzamento dei Dipartimenti di Salute mentale regionali”. Questa intesa assegna alla Calabria 2.115.961».
«I punti di questa sintesi – chiude il documento – potrebbero rappresentare una piattaforma su cui tentare di costruire in forma partecipata percorsi nuovi, nell’ambito della rete dei servizi riguardanti la salute mentale. Da parte loro, i gruppi e le organizzazioni che hanno organizzato questa conferenza si impegnano ad organizzare un presidio civico permanente, finalizzato a tenere viva l’attenzione sui temi di cui si è discusso e sulle proposte che ne sono derivate, ad alimentare il dibattito, a sollecitare l’attivazione delle istituzioni competenti, fino a quando non saranno date le risposte necessarie». (rcz)