Grazie a una ricerca scientifica condotta dall’Università Mediterranea di Reggio Calabria, è emerso che è possibile utilizzare le batterie esauste come catalizzatori per la trasformazione di biomasse in prodotti chimici ad alto valore aggiunto.
«La ricerca, recentemente pubblicata su ACS Sustainable Chemistry and Engineering (IF 8.198) e premiata con una delle copertine della rivista di Febbraio 2022 si inserisce all’interno di un progetto europeo dal titolo “Novel Circular Economic Approaches for Efficient Extraction of Valuables from Spend Li-Ion Batteries (NEXT-LIB)” che vede la partecipazione, assieme all’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, di prestigiosi partner come l’INSTM (https://www.instm.it), la SWERIM (https://www.swerim.se) e l’Università di Brescia (https://www.unibs.it/it). Il progetto è sostenuto dalla Regione Calabria attraverso i fondi comunitari destinati all call ERA-MIN 2018 che è finalizzata ad aumentare l’utilizzo di raw materials per sostenere lo sviluppo sostenibile e favorire l’avvio di percorsi di economia circolare», ha spiegato la prof.ssa Patrizia Frontera, responsabile UNiRC del progetto Next-Lib.
Grande soddisfazione è stata espressa dalla ricercatrice e primo autore della pubblicazione, Emilia Paone, che ha spiegato di essere «molto orgogliosi di questo risultato scientifico».
«Le batterie al litio di tipo NMC – ha spiegato – sono tra le più diffuse e contengono al loro interno metalli come il Cobalto e Nickel che sono componenti vitali per la produzione di prodotti hi-tech e per la transizione energetica e che nel corso degli ultimi anni hanno visto un rialzo dei prezzi che sembra non volersi arrestare (il prezzo del cobalto, ad esempio, è cresciuto di oltre il 40% nel solo 2021). È dunque di fondamentale importanza recuperare questi metalli o trovare nuove forme di riutilizzo per le batterie esauste».
«I risultati della nostra ricerca – ha proseguito – dimostrano come la parte catodica delle batterie, dopo semplici ed opportuni trattamenti termici, possa essere riutilizzata direttamente come catalizzatore per le reazioni di idrogenazione di biomasse lignocellulosiche in prodotti chimici, biocombustibili e bioadditivi. La ricerca coniuga i temi della green chemistry, dei materiali avanzati, dell’economia circolare e della catalisi».
«La catalisi – ha concluso – è la tecnologia più interdisciplinare nell’industria chimica e rappresenta una delle forze trainanti per il Green Deal Europeo: basti pensare che circa l’80% dei prodotti chimici prodotti in Europa implicano l’utilizzo di un catalizzatore. Il nostro studio apre quindi la strada all’uso e al riciclaggio delle batterie esauste per la produzione di materiali catalitici di forte interesse per l’Italia e l’Europa». (rrc)