Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Cisl Calabria, ha dichiarato che, ad oggi, non c’è stata nessuna risposta, da parte della Sacal, sui lavoratori del bar dell’aeroporto di Lamezia Terme, lasciati a casa.
«Nessuna risposta a distanza di mesi – ha detto Lo Papa – un silenzio che definire assordante è poco. Il presidente della Sacal è stata una figura sconosciuta ai più per gran parte del suo mandato per poi apparire e concedersi anche ai giornalisti in occasione dell’inaugurazione dei voli di una nuova compagnia e per l’arrivo della Madonna di Loreto. Ci fa piacere che Giulio De Metrio abbia dimostrato attenzione verso l’aeroporto in queste due occasioni, ma ci avrebbe fatto altrettanto piacere se avesse riservato quanto meno attenzione a quei lavoratori dello scalo che dopo oltre venti anni di onesto lavoro al suo interno sono stati messi alla porta».
Fortunato Lo Papa, Segretario Fisascat Cisl Calabria, ricorda che dallo scorso dicembre 12 lavoratori impiegati nel bar ristorante dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme si sono visti disdire il contratto di somministrazione da parte di Gerico all’agenzia interinale E work.
«Padri e madri di famiglia – ha incalzato Lo Papa – spesso monoreddito, molti dei quali ormai con un’età nella quale è difficile il reinserimento nel mondo del lavoro, sono rimasti a casa. E la Sacal, voglio ricordarlo, ha delle responsabilità perché nel bando con il quale ha affidato la gestione del bar non ha inserito la minima clausola sociale».
«Diverse sono state le tempeste superate da questi lavoratori in anni e anni di cambi di appalto, mai era successo qualcosa di simile – accusa il cislino – . Più volte ho fatto appello al presidente Sacal De Metrio e al facente funzioni della Regione Spirlì, ho chiesto un incontro e proposto soluzioni. È seguito solo il silenzio».
«Senza dimenticare – ha concluso – che all’inizio della vicenda cinque lavoratori, i più anziani, non sono stati assunti dalla Ework e non hanno mai prestato servizio da quando è subentrata la Gerico. Così in Calabria viene trattato chi ha lavorato una vita dietro un bancone, così si vuole gestire e governare. La Fisascat Cisl non ci sta, e chiede rispetto e dignità per i lavoratori». (rcz)