Il presidente di Confartigianato Catanzaro, Enzo Bifano, ha dichiarato che «l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme non può più solo un’opera artistica contemporanea, ma deve tornare a essere il centro sanitario di eccellenza che la nostra regione merita essere».
«Una delle più grandi tristezze della nostra terra – ha aggiunto – è rappresentata dall’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, struttura centrale in Calabria: accorpato all’Asp di Catanzaro solo per meri fini ragionieristici, il Titanic Blu è lì, pronto a solcare i mari di una sanità dimenticata, stordita dai campi militari che ormai per qualcuno sembrano essere l’unica soluzione attuabile. Autoambulanze e clacson di vetture riecheggiano a ‘mo di protesta per le strade, urlando di una terra offesa, dimenticata, presa a calci da una politica che ha giocato sporco con quella che sarebbe potuta essere il fiore all’occhiello della nostra Nazione, ma che ad oggi invece rappresenta solo la burla di un sistema che ha agito “a casaccio” sulle spalle del nostro popolo».
«Il nosocomio lametino – ha proseguito Bifano – è l’esempio della pessima gestione commissariale, della miopia della politica, dell’indifferenza cinica di chi, giunto da fuori regione, non ha mai visto più lontano del suo naso e delle scritture contabili. Come si fa a chiedere ad un territorio che rappresenta il fulcro centrale della Calabria di essere economicamente attrattivo quando non riesce a soddisfare le necessità sanitarie? La reputazione di una regione è costituita da tanti parametri e quello in oggetto non può essere più trascurato!».
«Eppure – ha concluso – in quest’area insiste un aeroporto internazionale, vi sono allocate aziende agroalimentari d’eccellenza, aree produttive di rilievo, vi è l’abbraccio del mare e dei monti, vi sono caratteristiche che potrebbero rappresentare il petrolio della nostra terra, ma poi ci si dimentica delle necessità basilari, come appunto la sanità: è giunto il momento che si apra una nuova storia e che il Titanic Blu non sia più semplicemente un’opera artistica contemporanea, ma che ritorni ad essere il centro sanitario per cui è nato!». (rcz)