Fortunato Lo Papa, segretario generale della Fisascat Cisl Calabria ha dichiarato che «dopo la disdetta da parte della Gerico, azienda vincitrice del bando, dei contratti di lavoro somministrati all’agenzia interinale E-Work, 12 lavoratori in servizio per oltre venti anni nel bar ristorante dello scalo internazionale di Lamezia Terme sono finiti in mezzo ad una strada».
A nulla sono serviti i richiami della Fisascat Cisl Calabria che, sin dalla fase iniziale, ha posto interrogativi e denunciato anomalie. Dalla Sacal nessuna risposta, nessuna porta d’ufficio aperta ad accogliere la richiesta di incontro dei sindacati. E così alcuni lavoratori si sono dimessi, mentre altri hanno raccolto l’assegno di disponibilità dell’agenzia interinale, ma è difficile che possano rientrare nel circuito lavorativo. Hanno oltre cinquanta anni in media, metà della loro vita spesa dietro a quel bancone e ora sono stati messi alla porta.
«Un comportamento da sciacalli – ha ribadito il segretario calabrese Lo Papa – sul quale un’azienda a partecipazione pubblica avrebbe dovuto vigilare. L’aeroporto non può essere una scatola vuota e permettere che i servizi vengano sempre più falcidiati. Sin dall’inizio, in fase di bando di affidamento, avevamo evidenziato come non fossero garantite le clausole sociali e sollecitato la Sacal, in quanto società partecipata, a non voltarsi dall’altro lato ma a prendere posizione».
«Avevamo denunciato tutto. ha aggiunto – interessato della cosa anche Anac, e immaginato quello che sarebbe successo sulla pelle dei lavoratori: non ci hanno degnato neanche di una risposta. Forse i bandi vengono fatti sulle esigenze dell’aziende?E se dai piani alti dell’aeroporto nessuno ci ha ascoltato, orecchie da mercante ha fatto anche la Regione, insensibile alle nostre richieste di ascolto e di incontro nonostante, a parte qualche bando con velleità più pubblicitarie che di risoluzione, non abbia fatto nulla per fare crescere l’occupazione in un territorio sempre più asfittico e vittima del ricatto».
«Da mesi – ha concluso – ci esponiamo sulla stampa, chiediamo incontri, sottolineiamo criticità e punti deboli di un sistema vicino al collasso. E ora di dire basta, di voltare pagina, di chiedere un cambiamento di rotta e un’assunzione di responsabilità a chi occupa le poltrone. Non ci resta che la protesta». (rcz)