di SANTO STRATI – Son dovuti passare 50 anni, da quando vennero istituite le Regioni, prima che la Giunta regionale calabrese si accorgesse delle “dimenticate” criticità di Reggio e della sua provincia. Una colpevole distrazione che ha favorito la logica del campanile e della vetusta idea delle “tante” Calabrie su cui sono state costruite insopportabili “zizzanie” locali (e continui contrasti) ai danni dell’una o dell’altra provincia. La Calabria è maturata, il Paese è cresciuto, c’è la speranza di una visione strategica che punti a uno sforzo unitario, comune, proprio per mettere insieme le tante realtà della regione.
Un passo importante l’ha fatto il presidente Roberto Occhiuto assegnando una delega inedita alla vicepresidente Giusi Princi “Azioni di Sviluppo per l’area dello stretto e la Città Metropolitana di Reggio Calabria”: pochi l’hanno messo in evidenza, ma è la prima volta che la Giunta “isitituzionalizza” la necessità di occuparsi seriamente della MetroCity di Reggio e del suo territorio. Un passo importante che rimarca il diverso atteggiamento nei confronti della provincia reggina, ma soprattutto indica la precisa volontà del governatore di operare con una visione d’insieme: lo sviluppo della regione deve coinvolgere tutto il territorio, valorizzare potenzialità inespresse o inutilizzate, rivitalizzare iniziative, idee e percorsi di crescita delle singole realtà provinciali in un comune obiettivo di progresso economico e sociale di tutti i calabresi, inclusi quelli che vivono al di fuori del territorio regionale.
Abbiamo parlato di questo mutato atteggiamento e di questa attenzione che la Regione mostra verso la Città metropolitana di Reggio con Carmelo Versace, sindaco metropolitano ff (da pochi mesi ha sostituito Giuseppe Falcomatà sospeso in applicazione della legge Severino. È un politico “giovane”, attivissimo e attento, che mostra di avere le idee chiare su come portare avanti un non lieve impegno amministrativo (è anche consigliere comunale a Reggio).
– Sindaco Versace, come valuta questa nuova attenzione nei confronti della MetroCity di Reggio?
«Era anche ora. Dalla legge Delrio mancava un po un’attenzione rispetto a quelle che erano delle funzioni tante attese da un territorio come questo. Ricordo che lo status anche giuridico delle città metropolitane proprio si differisce da quelle che sono appunto le province e quindi ben venga questa attenzione istituzionale che in questo momento città metropolitana ha voluto proseguire fin dal suo insediamento. Questo è un percorso che parte fin dal dall’insediamento del primo consiglio metropolitano allora con l’avvocato Falcomatà e quindi oggi speriamo possa essere la volta buona che ci sia quella quella giusta attenzione che merita un territorio che ricordo a tutti anche per le sue dimensioni geografiche conta circa 97 comuni. quindi è anche un territorio che e geograficamente si estende ed è difficile da gestire e le dichiarazioni fatte qualche giorno fa dal presidente Occhiuto credo siano degli annunci sicuramente importanti che vedono il nostro territorio in prima linea. Speriamo che ovviamente possano trovare concretezza da qui alle prossime settimane».
– Uno dei problemi più grandi della città metropolitana è la mobilità quindi parliamo della statale 106. Ma anche le strade provinciali non sono in uno stato ottimale: come vede la possibilità di intervenire visti anche i nuovi fondi disponibili?
«Intanto è bene ricordare, fare una fotografia di quello che era e di quello che è oggi la Città Metropolitana. Prima, la vecchia Provincia di Reggio Calabria godeva per la manutenzione ordinaria di ben 20 milioni di euro con soldi appunto provenienti dallo Stato che entravano nelle casse della provincia successivamente questa induzione di fondi si è ridotta a soli due milioni e mezzo. Ora capisce bene che per la manutenzione stradale di 1800 km andata e ritorno quindi parliamo di 3600 km: è – diciamo anche per una semplice proporzione matematica – un po’ difficile pensare di poter manutenere in maniera adeguata tutto il nostro territorio metropolitano. C’è da dire che nei fondi del Pnrr non c’è una previsione per quanto riguarda la manutenzione ordinaria proprio perché la comunità europea ha voluto che non si investisse in questo settore. Però, alla legge del 31/12 di bilancio del 2021 sono stati inseriti 5 miliardi per quanto riguarda la manutenzione ordinaria che dovranno essere appunto investiti sul territorio nazionale per tutte le città metropolitane.
«Da questo punto di vista, la strategia che noi stiamo provando a mettere in campo intanto è quello di provare a interloquire in maniera molto più attiva rispetto al passato con Anas affinché tre strade strategiche per il nostro territorio la SP 1 (Gioia Tauro-Locri, ndr) la SP 2 (Bagnara-Bovalino, ndr)e la SP 3 (Aspromonte-Jonio, ex 183, ndr) possano rientrare nel patrimonio gestionale di Anas questo garantirebbe una gestione ovviamente migliore di quella che è la modalità di trasporto all’interno del nostro territorio metropolitano. Perché questi tre importanti assetti viari vanno da un lato all’altro appunto della nostra città metropolitana ma lo ricordiamo anche i numeri 1 2 e 3 perché sono le vecchie statali queste e ci permetterebbe ovviamente di liberare delle risorse che andrebbero ad essere investiti ovviamente su quelle strade che sono un po’ più deteriorate appunto da molto tempo».
– Parliamo dell’aeroporto altra spina dolente della città metropolitana considerando che l’area di destinazione dell’aeroporto è quella dello Stretto.
«Noi, sull’aeroporto, abbiamo un’idea ben precisa. Lo abbiamo già detto e ridetto ormai da anni: la linea della città metropolitana non è una linea che vuole andare in controtendenza o contro qualcuno. Non ne facciamo una guerra – diciamo – di territorio. Un aeroporto funzionale e funzionante è l’aspirazione legittima di un territorio così importante come quello metropolitano. E la sua vocazione è quella ovviamente di guardare ai nostri cugini dall’altra parte dello Stretto e quindi alla città metropolitana di Messina. Ma io dico ancora di più, nell’area metropolitana dello Stretto. Ha una vocazione turistica ben precisa il nostro aeroporto: non è mai decollato e questo purtroppo è da addebitare a una classe dirigente probabilmente per delle scelte che sono state fatte nel tempo che non hanno previsto una gestione probabilmente autonoma di questo aeroporto. Ricordo quelle che sono state ovviamente ma solo come promemoria da dove viene e da dove nascono i problemi del nostro aeroporto reggino, oggi viviamo un momento in cui va potenziato non soltanto sotto l’aspetto infrastrutturale, se mi permette, ma anche sotto l’aspetto strategico e quindi sotto l’aspetto di quello che può dare questo aeroporto, che non va a intaccare il bacino lametino o di Vibo Valentia ma punto è un bacino completamente diverso che è quello che guarda dall’altra parte dello Stretto e al territorio metropolitano diciamo dei suoi 97 comuni. Parliamo comunque di una popolazione di 500.000 abitanti già all’interno del nostro territorio metropolitano e altrettanti diciamo dall’altra parte dello Stretto. Quindi è importante per noi non solo che resti vivo l’aeroporto ma che possa essere un punto strategico per il Mediterraneo a tutti gli effetti. Cosa che ovviamente in questi anni non non è stato per tante motivazioni. Ci lascia ben sperare questa interlocuzione romana che il presidente Occhiuto sta portando avanti: io, qualche settimana fa, insieme al sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti abbiamo interloquito con lui ponendo ovviamente quelle che sono le questioni di cui oggi stiamo dibattendo. Speriamo di avere a strettissimo giro una risposta quantomeno per il rilancio sotto l’aspetto anche più pratico di quelli che sono appunto i voli che oggi di fatto non esistono – diciamo – all’interno del nostro scalo. Certo poi si potrebbe parlare e anche in termini di prospettiva di come può crescere il nostro aeroporto, ma questo ripeto è una partita diversa. Intanto bisogna mantenere e investire su quello che è un aeroporto che oggi di fatto non lo è».
– Come lei ben sa, ci sono 25 milioni stanziati già dal 2019 che non sono stati ancora utilizzati in nessuna maniera. Lo stesso viceministro Morelli ha definito gli interventi previsti inutili, che non servono assolutamente a nulla. Peraltro, c’è una proposta da una società privata relativa a una ricostruzione completamente nuova dell’aerostazione a titolo gratuito dal punto di vista progettuale che mi risulta non è mai stata presa in considerazione. C’è una ragione per cui viene bocciato a priori in progetto prima ancora di essere valutato?
«Questo bisognerebbe chiederlo a Sacal. Per due motivi bisognerebbe chiederlo a Sacal: intanto l’emendamento di 25 milioni di euro non è un emendamento che è stato scritto e pensato per il Comune di Reggio Calabria o per la Città Metropolitana perché questi sono fondi che comunque deve decidere Sacal come investire. E questo è un primo aspetto. Il secondo aspetto a cui lei faceva riferimento è quindi l’aerostazione. I limiti strutturali che ha il nostro scalo richiedono una classificazione diversa che permetterebbe alle compagnie low cost di poter volare anche sul nostro aeroporto. Ora, lei pensa che con i sistemi di ultima generazione veramente questo possa essere problema che non permetta al nostro aeroporto di decollare? Non credo che sia questo. Fa bene il viceministro Morelli a sottolineare quelle che sono state diciamo alcune inefficienze di alcune progettualità, ma non mi risultano però progetti esecutivi ad oggi che Sacal ha messo in campo anche perché come Comune di Reggio e Città Metropolitana ne saremmo appunto a conoscenza. Quindi, da questo punto di vista, gli interventi, le idee che sono state messe in campo vanno tutte bene in questo momento. Ma bisogna fare intanto due cose: la riclassificazione del nostro aeroporto per permettere alle compagnie low cost di poter atterrare anche sul sul Tito Minniti e la possibilità di una gestione probabilmente a questo punto distaccata con un manager che si occupi del rilancio industriale proprio del nostro aeroporto e che permetta eventualmente anche di portare a compimento questi interventi di cui lei parlava. Però, ripeto, non vorrei che si limitasse tutto al problema aerostazione: certo quella è una criticità, ma oggi sappiamo benissimo che questo tipo di problemi tecnici possono essere superati diciamo anche abbastanza brillantemente
– Anche se riguarda incidentalmente la Città Metropolitana, abbiamo un problema sulla città di Reggio che riguarda piazza de Nava: il cosiddetto “restauro distruttivo” come qualcuno l’ha definito. La Città Metropolitana deve dare un parere da questo punto di vista. Aual è la sua opinione rispetto al progetto che, obiettivamente, presenta parecchie perplessità?
«Allora, la Città Metropolitana – anche qui per una questione di chiarezza – rilascia solo ed esclusivamente un parere paesaggistico ambientale. Il Comune di Reggio Calabria, secondo me, negli anni ha gestito insieme alla Sovrintendenza: è chiaro che le novità fanno paura a tutti, soprattutto quando poi si mette mano in una piazza così importante come quella storica di piazza de Nava: è normale – diciamo – che magari ci possa essere qualcuno che non la veda completamente così. Il Comune di Reggio Calabria, per quelle che sono le mie conoscenze anche da consigliere comunale da un anno a questa parte, si è semplicemente affidato – come era giusto che fosse – alla Soprintendenza che ha svolto diciamo un’azione di guida rispetto a una programmazione che aveva. C’erano questi fondi che sono stati messi a disposizione sul territorio comunale, si è fatto ovviamente un percorso anche di condivisione, se mi permette, perché c’è stata appunto una fase in cui si è anche dibattuto e ci si è confrontati in città e quindi, questo è notorio, da questo punto di vista. è chiaro poi le cose possono piacere o non piacere. Io non credo che sia un restauro distruttivo, io penso che sia un restauro giusto e doveroso per una piazza così bella come quella che oggi è sotto gli occhi di tutti: appare – diciamo – non bellissima anche ai nostri turisti che vengono a far visita all’interno della nostra città. Penso che poi qualche accorgimento sicuramente in fase progettuale ci sarà: c’è stata la disponibilità della Soprintendenza di accogliere quelli che sono i suggerimenti che il Comune o comunque chi in questo momento sta interloquendo con la Sovrintendenza stanno facendo. Però, parlare di un intervento distruttivo io penso che quando si parla di distruttivo significa non volerle fare le cose. Dal mio punto di vista, quando si fanno le cose non si sbaglia mai, certo bisogna cercare di farle bene. Io penso che il percorso che sta portando avanti il Comune di Reggio Calabria secondo me è assolutamente virtuoso
– La Provincia prima e la Città Metropolitana dopo non hanno mai dato una grande rilevanza alle tipicità del territorio. Nel caso specifico, la Città dello Stretto ha la ricchezza del Bergamotto di Reggio Calabria. Lei ha in programma delle iniziative, visto che ogni giorno vengono nuove scoperte delle proprietà terapeutiche del nostro frutto, del nostro agrume principe e quindi come vede eventualmente un’azione della città metropolitana che fino a oggi non c’e mai stata a tutela difesa e rilancio di questo particolarissimo frutto che cresce solo nella provincia di Reggio?
«Se vado un po’ indietro nella memoria e mi fermo soltanto – diciamo – all’ultimo anno di questo nuovo Consiglio metropolitano vedo che noi stiamo provando diciamo a valorizzare le nostre bellezze tanto diciamo anche una veste di carattere nazionale e internazionale completamente nuova e completamente diversa. Lo testimonia il nostro nuovo piano marketing che abbiamo voluto approvare qualche qualche mese addietro e che tra le altre cose stiamo rivisitando anche in queste ultime settimane proprio perché lo stiamo aggiornando. Ricordo a tutti noi che – se vogliamo chiamarla inattività da questo punto di vista rispetto alla domanda specifica che mi ha posto – veniamo da due anni di pandemia quindi c’è anche un c’è stato anche un problema relazionale nel mettere in campo questo questo tipo di iniziative lato nostro ovviamente vogliamo puntare tantissimo su questo su questo prodotto, renderlo come giusto che sia un’eccellenza dalle nostre parti, lo stiamo facendo anche in sinergia con Camera di Commercio, ma devo dire che ci sono anche dei processi in questo momento in atto col Comune di Reggio Calabria proprio per dargli quel giusto riconoscimento che merita questo nostro prodotto questa nostra eccellenza. Ma come tutte le eccellenze che il nostro territorio nel tempo ha avuto e probabilmente – ecco forse una critica che faccio a me stesso da amministratore oggi – che dobbiamo provare a raccontarle meglio e a valorizzarle meglio perché come diceva lei sono tante e vanno da questo punto di vista valorizzate al meglio proprio per esportare quel concetto un po’ diverso che a volte non riusciamo a far passare appunto del nostro territorio».
– Qualche giorno fa presentando il programma annunciato da Occhiuto e dalla Princi, il nostro giornale, Calabria.Live, ha titolato “se riparte Reggio riparte la Calabria”. Che ne pensa?
«Penso che sia un titolo azzeccato, ma Reggio è ripartita già dal 2014, se mi permette. Con tanta fatica ma è ripartita perché, poi, vede la storia non va mai dimenticata: c’è un percorso che Reggio sta facendo di maturazione, c’è una nuova classe dirigente e quando parlo di una classe dirigente non parlo solo di una fazione politica, parlo di tutta una nuova classe dirigente. È chiaro che per arrivare a quei risultati che tutti noi aspettiamo Reggio sta maturando e sta crescendo giorno dopo giorno. È vero se riparte a Reggio può ripartire tutta la Calabria però questo lo facciamo con dei cambiamenti mirati, con dei cambiamenti che passano anche da delle scelte a volte come quella, per esempio, di piazza de Nava o come ricorderanno tutti quella per esempio di piazza Duomo o ancora la pedonabilità del corso Garibaldi. Sono state fatte delle scelte, altre ne saranno fatte e penso che la stagione del Pnrr e dei Patti per il Sud che si concluderanno tra le altre cose, con l’impegno di alcuni contratti sotto l’aspetto giuridico entro la fine di quest’anno, cambieranno il volto della nostra città che deve essere ovviamente il fiore all’occhiello della Città Metropolitana tutta. Quindi da questo punto di vista io sono contento prima da cittadino, oggi da amministratore di aver visto questa crescita negli anni che appunto c’è stata». (s)