Questa sera, a Reggio, alle 21.00, alla Parrocchia di San Giorgio al Corso, l’evento Sulle tracce del “Fantozzi” che è in tutti noi.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in omaggio a Paolo Villaggio.
Relazione Luca Pellerone, presidente Anassilaos Giovani.
Nella letteratura come nel cinema vi sono personaggi la cui fama ha presto sopravanzato quella degli autori che li hanno creati. Tutti sanno chi è Sherlock Holmes o Tarzan o Frankstein o Dracula ma pochi conoscono Arthur Conan Doyle, il creatore dell’investigatore per eccellenza o Edgar Rice Burroughs, l’inventore del bambino selvaggio cresciuto nella giungla e allevato dalle scimmie o Mary Shelley, colei che inventò il primo horror della storia o Bram Stoker, lo scrittore irlandese che diede vita alla figura, in tutti i sensi immortale, del vampiro.
Questo anche il caso del ragioniere Ugo Fantozzi, il personaggio letterario creato da Paolo Villaggio, apparso nei due libri di grande successo “Fantozzi” e “Il secondo tragico libro di Fantozzi” (un milione di copie vendute), tradotti in più lingue, che valsero all’autore il prestigioso premio “Gogol” per la vicinanza ai temi e ai personaggi del grande scrittore russo.
Dalla letteratura al cinema il passo fu rapido e nel 1975 e 1976 Fantozzi fu protagonista di una serie di film, i primi due girati da Luciano Salce, interpretati – caso unico – dallo stesso autore Villaggio, che hanno avuto un enorme successo di pubblico e nei quali sono anche emerse talune figure di contorno, così bene caratterizzate, da divenire anch’esse, al pari dell’impiegato Fantozzi, prototipi di quegli uomini e donne che appartengono anche al nostro vissuto quotidiano, dalla signorina Silvani, cinematograficamente e magistralmente interpretata da Anna Mazzamauro, al ragionier Filini, interpretato da Gigi Reder, alla Signora Pina, moglie di Fantozzi, remissiva e rassegnata, interpretata dapprima da Liù Bosisio e successivamente da Milena Vukotic.
Sottotitolo dell’incontro- omaggio a Paolo Villaggio – è “il Fantozzi che è in tutti noi” ed infatti, a spiegare l’enorme successo, prima letterario e poi cinematografico, del personaggio giova ricordare che in molte delle situazioni vissute dal Ragioniere si rispecchia la vita dell’Italia di ieri e di oggi che diviene però prototipo – da qui il riferimento a Gogol – della esistenza vissuta da uomini e donne attraverso i secoli in un determinato contesto sociale. Una vita ricca di aspirazioni e frustrazioni; di sogni che non si realizzano e di desideri mancati; di impegno ma soprattutto disimpegno; di relazioni interne al proprio mondo lavorativo che occupa grandissima parte dell’esistenza, quasi una realtà a se stante nella quale allignano piccole cattiverie e ferocie, meschinità e bontà, al quale non si riesce a sfuggire neanche nei momenti di relativa libertà; di hobby vissuti coralmente (il calcio e i viaggi organizzati); di passioni segrete e di ripulse; di piccole ribellioni ad imposizioni culturali radical-chic (tutti ricordiamo la celebre frase di Fantozzi “Per me… La corazzata Kotiomkin… è una cagata pazzesca!”). (rrc)