Domenica, a Reggio, appuntamento con Le Muse che hanno organizzato la presentazione pubblica di un rito intimo, familiare, che affonda le sue radici nel passato.
Si tratta di un momento molto particolare, che la Famiglia D’Agostino mostrerà ai soci Muse, ovvero la la vestizione di uno dei due busti della Madonna. In particolare, si tratta della statua che domenica di Pasqua farà parte della storica Affrontata a Serrata.
Nel primo pomeriggio, infatti, all’interno della storica dimora del 1700, si recherà il Comitato della Parrocchia di San Pantaleone con il sig. Rocco Masso, anziano esperto, che guiderà, come da tradizione, Salvatore Morrone, esperto più giovane, che dimostra la continuità ideale di un rito ormai storicizzato.
Il busto custodito dalla famiglia, ed acquistato dopo il 1783 verrà portato al piano di accesso della dimora, e montato e bullonato su una vara e su un troco di piramide lignea che costituisce gli arti inferiori dell’intero corpo.
Successivamente, aperte le antiche casse, verrà fatto indossare l’abito in damasco di seta drappeggiato con ricami in oro (tra l’atro restaurato in epoca recente dalle suore di Mileto) e poi, successivamente, aggiunto un manto in tessuto. Dall’ abitazione dei d’Agostino la statua uscirà la domenica mattina dopo la messa di Pasqua, verso le ore 11, ed il rito prevede che la Madonna esca sul corso principale, e nascosta tra le architetture della cittadina. Nel frattempo dalla chiesa di San Pantaleone esce Cristo Risorto e San Giovanni.
San Giovanni girerà per ben tre volte avanti ed indietro sempre sulla strada principale con rulli di tamburo come sottofondo ed il suo movimento servirà per avvisare la Madonna che Cristo è risorto.
La Madonna velata a lutto, coperta anche nel volto, appena vedrà Gesù risorto, abbandonerà il suo abito di lutto, mosso dai portatori che, tirano un sistema di corde ed aghi. Una vera e propria svelata utilizzata negli usi popolari calabresi e non solo. Successivamente le statue entreranno in chiesa per la celebrazione. Un momento di fede e di tradizione quella dei d’Agostino ancora vivificata dalle sorelle Maria Teresa e Francesca che promuovono, mantengono e tramandano una usanza, una tra le tante che dimostra come la provincia di Reggio Calabria ha un patrimonio ancora vivo ed autentico. (rrc)