;
dddf

REGGIO – Reggio in Jazz, al Metropolitano un successo le prime due giornate

L’edizione 2019 della rassegna Reggio in Jazz è cominciata: ad aprire le danze, sul palco del Teatro Metropolitano, una ipnotica Ada Montellanico che, insieme al suo gruppo – composto da Enrico Zanisi (piano), Jacopo Ferrazza (contrabbasso) e Alessandro Paternesi (batteria), ha reinventato i brani di Luigi Tenco.

sssss

La singer romana ha dedicato album, come per il Tenco “minore” cantato ne L’altro Tenco e poi Danza di una ninfa, in cui la stessa Montellanico ha musicato due poesie inedite dell’autore genovese e il grande pianista Enrico Pieranunzi altre due, mille live e persino un libro, Quasi sera. Una storia di Tenco

Non solo Luigi Tenco, comunque: ad esempio, anche alcuni tra i brani scritti dalla stessa Ada Montellanico che hanno contribuito a fare la storia del jazz italiano (per esempio, Trepido sguardo dall’album del 2011 Suono di donna, in cui l’omaggio ad alcune tra le più brillanti stelle del firmamento internazionale coinvolse Maria Schneider ma pure Joni Mitchell, Carla Bley ma anche Carmen Consoli e Ani Di Franco).

«… E nelle pieghe della mano / una linea che gira, e lui risponde serio / “È mia”; sottintende la vita»… Emozioni da vendere, appena la cantante intona un’emulsione purissima del più denso, significativo cantautorato italiano come Pezzi di vetro di Francesco De Gregori. Se possibile, si sale ulteriormente con la magnetica – vocalmente, e non solo – rendition di Passalento, splendido prodotto musicale di Ivano Fossati (a proposito di “scuola genovese”) che la Montellanico, in perfetta linea con le intenzione di chi la scrisse, dedica ai fratelli in arrivo da lontani Paesi del mondo meno fortunati.

Il concerto si è concluso con la celeberrima Mi sono innamorato di te, brano tenchianamente melanconico epperò decisamente internazionale per notorietà e gradimento riscontrato – che la Montellanico concede per certi versi malvolentieri: non rispetto alla platea, nei cui confronti si spende con allegra generosità, ma sotto il profilo concettuale della ferma volontà dell’artista capitolina di rifuggire riletture banali e di non sottoporsi ad applausi facili, legati alla celebrità di un brano anziché alla validità della sua metamorfosi, improvvisazione inclusa. 

E se sabato la regina del Metropolitano è stata Ada Montellanico, ieri sera, al Teatro Comunale “Francesco Cilea”, è stata la volta degli Escenas Argentini, ossia l’esibizione da 21 elementi on stage del celebrato sassofonista argentino (naturalizzato italiano) Javier Girotto, di un altro jazzista “gaucho” di rango come il bandoneonista Pablo Corradini, entrambi sul palco con la L.A.J. Big Band, diretta dal maestro Roberto Gazzani.

Prossimo appuntamento, al Teatro Metropolitano, con Bobby Watson. (rrc)