Al via il progetto regionale dedicato all’alfabetizzazione digitale di giovani e anziani

È un importante se non fondamentale progetto quello che la Regione Calabria si appresta ad avviare, dedicato all’alfabetizzazione digitale di giovani e anziani calabresi. L’annuncio è arrivato dalla senatrice e assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, che ha evidenziato come il progetto riguarda, in particolare, i giovani più disagiati e degli anziani, che, acquisendo nuove conoscenze in tema di digitalizzazione, saranno in grado, i primi, di aumentare le loro chances di trovare lavoro e migliorare il proprio status economico, e, i secondi, di migliorare la qualità della loro vita.

«In Calabria – ha spiegato – abbiamo scelto di indirizzare la misura verso la formazione di disoccupati, persone senza titolo di studio e stranieri, di età compresa tra i 18 e i 74 anni. Oggi il digitale è lo strumento per muoversi in ogni campo, per es. anche per accedere a qualunque servizio essenziale, dunque essere in grado di utilizzare la tecnologia e internet è assolutamente fondamentale anche nel quotidiano di ognuno di noi. I giovani, con nuove competenze, potranno riqualificarsi per il mondo del lavoro e crearsi nuove aspettative, importanti anche dal punto di vista personale e psicologico. Gli anziani potranno rendersi più autonomi, partecipare ancora più attivamente alla vita della collettività, ma anche trovare una nuova socialità, ad esempio attraverso nuove interazioni anche online».

«Ecco perché soggetti attuatori del progetto saranno i 32 Ambiti territoriali – ha proseguito – con il coinvolgimento degli organismi del Terzo settore, per “alfabetizzare” un target di circa 90mila cittadini calabresi attraverso l’attivazione di 114 centri di formazione, chiamati “punti di facilitazione digitale”».

5 milioni di euro è l’ammontare del finanziamento da impiegare per l’allestimento di questi centri sul territorio calabrese, in luoghi di facile accessibilità, favorendo centri di aggregazione come le sedi di associazioni, le biblioteche, le scuole, i centri anziani, i centri giovanili e culturali, le parrocchie e gli spazi pubblici in generale, inclusi gli sportelli di assistenza all’erogazione dei servizi digitali, tutti attrezzati con dotazioni tecnologiche adeguate.

Saranno inoltre previsti anche punti itineranti, realizzati su camper attrezzati o attraverso team di “facilitatori” ospitati con frequenza periodica presso strutture dei Comuni o di altri enti pubblici e/o privati che aderiscono all’iniziativa.

«I facilitatori – ha aggiunto Minasi – sono le figure che dovranno individuare le esigenze dei cittadini nell’uso dei servizi digitali e fornire loro supporto e orientamento. Massimo 2 per ogni centro, saranno scelti tra il personale degli enti coinvolti e tra gli operatori privati e del terzo settore e saranno formati dal Dipartimento per la Transizione Digitale con un apposito percorso, integrato dalla Regione Calabria con interventi complementari sulle specificità locali, percorso al termine del quale sarà rilasciata una certificazione di frequenza. Anche sotto questo aspetto, quindi, verrà dato, attraverso questa misura, impulso all’occupazione. Non ci resta, dunque, che partire».

«Lo sviluppo del Paese – ha spiegato Minasi – oggi non può prescindere da un buon livello di competenze digitali della popolazione, se queste competenze mancano, la crescita economica è inevitabilmente frenata. L’Italia è terzultima in Europa in materia e questo divario inevitabilmente ci penalizza. È per questo che il Pnrr ha previsto una serie di interventi mirati, tra cui la creazione di una “Rete dei servizi di facilitazione digitale”, proprio per formare sul digitale due milioni di cittadini entro il 2026».

«Il Dipartimento per la Transizione Digitale – ha spiegato – ha chiesto alle Regioni e alle Province autonome di elaborare progetti specifici e la Regione Calabria ha subito risposto. Sono dunque felice di annunciare oggi che il nostro progetto è stato approvato: potremo così aiutare i calabresi maggiormente bisognosi a implementare le proprie conoscenze digitali, con beneficio per loro e per l’intera collettività».