REGGIO – L’incontro dedicato al celebre film “Via col vento”

Questo pomeriggio, a Reggio, alle 17.30, presso lo Spazio Open, l’incontro dedicato al celebre film Via col vento, diretto da Victor Fleming e ispirato all’omonimo romanzo del 1936 di Margaret Mitchell.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos, in occasione dell’ 80esimo anniversario. Relaziona il dott. Luca Pellerone, vicepresidente Anassilaos Giovani, che analizzerà, in maniera approfondita, l’opera cinematografica nelle sue fasi di pre-produzione, produzione e post-produzione.

Via col Vento è considerato una pietra miliare della storia del cinema grazie anche al ricchissimo cast di attori – Clark Gable (Rhett Butler), Vivien Leigh (Scarlett O’Hara), Leslie Howard (Ashley Wilkes), Olivia de Havilland (Melanie Hamilton), Hattie McDaniel (Mammy), e viene ancora oggi indicato come simbolo di un intero sistema cinematografico e, soprattutto, di un’idea di cinema come narrazione epica e grandiosa, capace di abbracciare più generi, dal melodramma al film di guerra fino a quello sentimentale. (rrc)

REGGIO – Si parla de “L’Infinito” di Leopardi

Oggi a Reggio, alle 17.30, presso lo Spazio Open, la conversazione  che ha come tema L’Infinito di Giacomo Leopardi.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con lo Spazio Open. Relaziona la prof.ssa Francesca Neri, introduce la prof.ssa Pina De Felice.

Si tratta di una delle più celebri liriche della poesia italiana che nel tempo ha attirato l’interesse dei critici ma, anche e soprattutto, dei lettori e di numerosi attori – di cui Giacomo Marcianò farà una sintesi – che si sono cimentati nella declamazione della poesia, la cui elaborazione risale forse al 1818 ma la cui stesura definitiva è del 1819. Nel 1825 l’Infinito, insieme a La sera del dì di festa; Alla luna; Il sogno; Lo spavento notturno. (rrc)

 

REGGIO – Il 90° anniversario dei Patti Lateranensi

Oggi a Reggio, alle 17.30, presso lo Spazio Open, l’incontro dedicato ai Patti Lateranensi, di cui ricorre il 90esimo anniversario.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos, e prevede le relazioni a cura di Antonino Romeo, vicepresidente di Anassilaos Giovani.

I Patti, come è noto, si articolano in tre diversi documenti: un trattato, un concordato, una convenzione finanziaria. Nel Trattato, lo Stato Italiano e il Vaticano si riconoscono come stati sovrani (Art. 26 del Trattato “La Santa Sede… dichiara definitivamente ed irrevocabilmente composta e quindi eliminata la “questione romana”, e riconosce il Regno d’Italia sotto la dinastia di Casa Savoia con Roma capitale dello Stato italiano”). (rrc)

REGGIO – L’incontro “Dalla catastrofe alla ricostruzione”

Oggi a Reggio, alle 16.45, presso la Villetta De Nava, l’incontro Dalla catastrofe alla ricostruzione.

L’evento è il quinto incontro degli appuntamenti dedicati alla commemorazione del sisma del 28 dicembre 1908, promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca De Nava e patrocinati di Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

Relaziona Daniela Neri, Funzionario responsabile del Settore Cultura del Comune di Reggio Calabria. Introdurrà e condurrà la Dr.ssa Marilù Laface, Responsabile Anassilaos Beni Culturali.

L’intervento della studiosa esaminerà le correnti architettoniche prevalenti sulla produzione architettonica reggina della ricostruzione dopo il sisma del 1908. Si ripercorre parallelamente il pensiero architettonico nazionale, evidenziando le influenze dell’architettura neoclassicista della cultura Liberty e del Razionalismo sulla cultura architettonica dei maggiori progettisti che operano a Reggio durante la ricostruzione. Negli stessi anni, infatti, la vicenda architettonica italiana sta vivendo una serie di trasformazioni e di cambiamenti culturali che Reggio acquisisce, rielabora e adegua alle esigenze locali. Le correnti del pensiero architettonico, il nuovo clima culturale i modelli urbani proposti in ambito nazionale, vengono assimilati nell’edilizia reggina nel tentativo di allinearsi alle coeve esperienze delle altre città italiane ed europee. Il quadro che emerge è che la trasformazione urbanistica e architettonica della Reggio della ricostruzione, rispetto alla città del secolo precedente non è dovuta soltanto all’introduzione di materiali diversi come il ferro e il cemento, o alle nuove tecniche costruttive, attinte dalla cultura architettonica europea, ma anche alla nuova situazione socio-economica della città e soprattutto alla nuova concezione di una città asismica, che si vorrebbe progettare e realizzare con tutte le precauzioni e i requisiti necessari affinché sia pronta ad affrontare un eventuale nuovo tragico evento sismico. Ma nell’ultimo trentennio del Novecento, Reggio, chiude le porte ad ogni ventata di novità e innovazione architettonica e si lascia solo sfiorare dai dibattiti culturali nazionali. Tutto ciò accentua l’emarginazione culturale della città che si nasconde dietro ad una serie di architetture uguali tra loro. Solo negli anni Novanta e nei primi del Duemila si assiste a veri segnali di rinnovamento del linguaggio architettonico di Reggio. Infatti, la città si arricchisce di alcuni esempi architettonici, in particolare edifici rappresentativi, che dichiarano in maniera evidente il passaggio dalle caratteristiche architettoniche del primo Novecento e il conseguente abbandono di moduli e schematismi appartenuti alla tradizione locale. (rrc)

REGGIO – Si parla dei moti rivoluzionari a Reggio del 1847

Oggi a Reggio, alle 17.30, allo Spazio Open, l’incontro sul tema I moti rivoluzionari di Reggio Calabria del 1847.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con Deputazione Storia Patria per la Calabria.

Conversa Fabio Arichetta, socio della Deputazione “Società Napoletana di Storia Patria”, e componente Deputazione Storia Patria per la Calabria.

Il 2 settembre del 1847 Reggio Calabria si sollevò contro il regime dei Borboni. Fu una rivolta che anticipò i moti rivoluzionari del 1848, che investirono l’intera Europa, Regno di Napoli compreso. Già prima la Calabria era stata interessata a movimenti insurrezionali: a Cosenza nel 1837 e poi ancora nel 1844, in concomitanza con la spedizione dei Fratelli Bandiera fucilati, insieme ad altri patrioti, il 25 luglio del 1844 nel Vallone di Rovito alle porte di Cosenza. La situazione a Reggio Calabria si presentava apparentemente tranquilla, anche se la polizia borbonica vigilava.

Una rivista, la Fata Morgana animava il dibattito culturale unendo intorno a sé le forze intellettuali più vivaci della città nella quale era attivo una sorta di comitato che comprendeva, tra gli altri, Stefano Romeo, Girolamo Arcovito, Domenico Muratori, Antonino Plutino, Domenico Spanò Bolani, Giovanni Carrozza, Antonio Furnari, Cosimo Repaci e ancora Gian Domenico Romeo, di Santo Stefano di Aspromonte, i fratelli Antonino e Agostino Plutino, Casimiro De Lieto e il canonico Paolo Pellicano che, con la sua partecipazione, dimostra come la stessa Chiesa fosse divisa in merito alla stessa Unità d’Italia.

Nel giugno del 1847 venne presa la decisione di promuovere una insurrezione nell’area dello Stretto, sia a Messina che a Reggio Calabria. Nonostante a Messina la rivolta fosse stata anticipata di un giorno, svelando così le trame dei rivoltosi, a Reggio si procedette come stabilito e, il 2 settembre, la città cadde in mano ai rivoltosi tra i quali operava anche il sacerdote di Sant’Alessio d’Aspromonte Francesco Surace, mentre la rivolta si propagava in altri distretti della provincia.

La sera del 2 settembre fu costituita una Giunta Provvisoria presieduta da Paolo Pellicano ma era evidente che senza il supporto di Messina e di altre forze rivoluzionarie il tentativo, al pari di altre esperienze mazziniane, era destinato al fallimento. La rivolta preoccupò il governo borbonico che da Napoli inviò le navi Il Ruggiero e Il Guiscardo, con circa tremila uomini, al comando del generale Nunziante che riconquistò la città dando avvio ad una opera di repressione spietata che riguardò anche il distretto di Gerace con la fucilazione di Michele Bello, Pier Domenico Mazzoni, Gaetano Ruffo, Domenico Salvadori e Rocco Verduci (i cosiddetti Martiri di Gerace). A Reggio Calabria Domenico Romeo fu ucciso e decapitato. Altri riuscirono a mettersi in salvo come i Fratelli Plutino. Ad altri la pena capitale fu commutata con in ergastolo. (rrc)

REGGIO – Proseguono gli incontri sul terremoto del 1908

Oggi pomeriggio, a Reggio, alle 16.45, presso la sala villetta della Biblioteca De Nava, l’incontro Ricadute scientifiche della catastrofe del 28 dicembre.

L’incontro è il quarto incontro sul tema dedicati al 110° anniversario del terremoto del 28 dicembre, promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos e dalla Biblioteca “Pietro De Nava” con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria e di Deputazione di Storia Patria per la Calabria.

Introduce e conduce la dott.ssa Marilù Laface, responsabile Anassilaos Beni Culturali, mentre la conversazione è a cura del prof. Giuseppe Mandaglio, dell’Università Mediterranea di Reggio.

Il terremoto del 28 dicembre 1908 fu il terremoto di più alta intensità mai verificatosi in tutto il territorio italiano, e nel Mediterraneo centrale. Quella catastrofe distrusse Messina e Reggio e sconvolse tutto il territorio dello Stretto, particolarmente sulla sponda calabrese. Tuttavia, fu proprio l’enormità delle distruzioni a costringere gli studiosi a rivedere i concetti di sismologia, geologia, urbanistica, sociologia, scienza e tecnica delle costruzioni. Quella catastrofe divenne polo di attrazione di numerosi apporti esterni; di solidarietà ma, contemporaneamente, anche di natura scientifica, tecnica, architettonica e culturale.

La ricostruzione delle città nello stesso luogo della distruzione fu una sfida alle forze brute della natura, e consentì nuove sperimentazioni costruttive che ben presto permisero l’esportazione extraregionale di esperienze e tipologie costruttive. La normativa antisismica emanata dal governo dell’epoca indirizzò la ricostruzione verso nuovi modelli, incidendo notevolmente sugli edifici e sugli scheletri rimasti, così come i nuovi piani regolatori mutarono abbondantemente la stessa struttura urbana delle città. La struttura urbana di Reggio Calabria, che già era stata abbondantemente modificata dall’ esperienza urbanistica maturata dopo il terremoto del 1783, fu ulteriormente e più radicalmente cambiata con la realizzazione della via Marina e analoghe ristrutturazioni subirono Messina e altri centri minori sulle due sponde dello Stretto. 

Più profonde, tuttavia, furono le innovazioni introdotte delle costruzioni sismiche, che videro l’abbandono quasi totale delle tipologie architettoniche introdotte come risolutive dopo il terremoto del 1783. La ricostruzione delle città sugli stessi luoghi della catastrofe, e l’evidenza sperimentata dell’inefficienza dei sistemi costruttivi adottati in precedenza imponeva nuove sfide sia alle tecniche di costruzione antisismiche e sia alla ricerca sismologica e geologica. Furono sperimentate scelte urbanistiche in cui l’altezza degli edifici veniva messa in relazione con la larghezza delle strade, e soluzioni costruttive diverse, tra le quali ebbe significative ricadute il telaio in cemento armato inserito nella scatola muraria che, con i successivi affinamenti introdotti dalle norme sismiche, è ormai diffusamente utilizzato ovunque.

In campo geologico e sismologico, muovendo dalle incertezze dell’epoca sull’origine dei terremoti in generale e di quelli dello Stretto in particolare, le ricerche furono completamente riviste e progressivamente affinate fino a produrre risultati molto importanti sulla geologia strutturale e sulle faglie sismogenetiche dello Stretto, sull’energia liberata dal terremoto del 1908 e sull’energia massima che può essere liberata dalla riattivazione di una faglia sismogenetica analoga. Si è potuto stabilire che le due sponde dello Stretto di Messina costituiscono le pareti e il fondale marino il basamento, di un’unica struttura tettonica soggetta a movimenti di sollevamento prevalenti (Graben dello Stretto) generati da numerose faglie minori, individuate con attendibile precisione, e da una faglia cieca (blind fault) molto più estesa, che si sviluppa in profondità e della quale si conoscono gli effetti ma non la posizione esatta. (rrc)

REGGIO – Allo Spazio Open si parla de “Il Signore degli Anelli”

Oggi a Reggio, alle 17.30, presso lo Spazio Open, l’incontro dedicato al Signore degli Anelli. L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con lo Spazio Open in occasione dei 15 anni dalla prima apparizione, nelle sale cinematografiche, de Il Signore degli Anelli.

Relazione Luca Pellerone, vicepresidente Anassilaos Giovani. Il relatore analizzerà brevemente l’opera di J. R. R. Tolkien soffermandosi sui temi fondamentali della storia, per poi giungere ad una più approfondita analisi dell’opera cinematografica, ovvero le fasi di pre-produzione (scelta della location, del cast…), produzione e post-produzione. Darà spazio anche alle curiosità del dietro le quinte, al successo della notte degli Oscar e a tanto altro ancora, in modo da far scoprire tutto ciò che c’è da sapere su uno dei capolavori cinematografici del nostro tempo. (rrc)

REGGIO – “L’alunno del tempo” di Salvatore Borzì

19 gennaio 2019 – Oggi a Reggio, alle 17.30, presso lo Spazio Open, l’incontro con Salvatore Borzì, autore del libro L’alunno del tempo – La straordinaria vita del giudice Filocleone.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con lo Spazio Open.

Interviene Maria Festa, critico e studioso di Letteratura.

Il libro, edito da Algra Editore, mette al centro Filocleone, giudice protagonista della commedia “Le vespe” di Aristofane (422 a.C.), colpevole di aver snaturato la giustizia a mezzo di mera affermazione del potere dei demagoghi. Risuscitandolo dalle antiche pagine, l’autore lo fa agire in un arco temporale lunghissimo, che va dall’Atene del tempo della mutilazione delle Erme (415 a.C.) e delle inquietanti figure di Teramene e Crizia ai nostri giorni, e ne immagina l’opera di disumanizzazione dell’uomo proprio con la forza del diritto che giustizia o – il che fa lo stesso – dignità avrebbe dovuto invece assicurare. Ma un episodio lo spinge a un radicale ripensamento del proprio ruolo, al quale contribuiscono anche pagine di filosofi e letterati, e alla consapevolezza del bisogno per il diritto di riflettere sulla sua essenza, la giustizia, rimettendo al centro l’uomo, senza il quale, scrive Sciascia, è solo «un sacco vuoto». Di ciò nell’odierna crisi del diritto, che ha espulso dai codici persino la parola giustizia, si ha di certo urgente bisogno.

Chi è l’autore, Salvatore Borzì

Salvatore Borzì è Dottore di ricerca in Filologia greca e latina. Insegna Lettere al Liceo classico “Gulli e Pennisi” di Acireale. È autore di studi su Leopardi, Sciascia, nonché curatore di numerose voci per il Dizionario patristico e di antichità cristiane, edito dalla Marietti nel 2007, e della silloge Grecia. Poesia in due atti di Silvestro Neri. Autore di numerosi libri, il saggio Leopardi e i volti di Dio (pubblicato nel 2015) ha ricevuto il 28esimo Premio Anassilaos per la saggistica 2016. (rrc)

REGGIO – “Un demone in bicicletta” di Pierluigi Pedretti

12 gennaio 2019 – Oggi a Reggio, alle 17.30, presso lo Spazio Open, l’incontro con Pierluigi Pedretti, autore del libro Un demone in bicicletta – Tra le montagne di San Colombano.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con lo Spazio Open.

Interviene Daniela Scuncia, partecipa Antonella Falco, critico e studiosa di letteratura. (rrc)

REGGIO – Incontro con Giovanni Aitollo

20 dicembre 2018 – Oggi a Reggio, alle 16.45, presso la Biblioteca Comunale “Pietro De Nava”, l’incontro con Giovanni Aitollo, autore del volume Abbiamo confessato che non c’è in nessun altro salvezza vera/ Dai martiri di Ceuta al “secolo del martirio”.

L’evento è stato promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos in collaborazione con il Comune di Reggio e la Biblioteca De Nava, e rientra nell’ambito de “Incontri con l’autore”.

Partecipa all’incontro l’avvocato Anna Golotta.

«La storia delle origini francescane in Calabria – scrive Padre Pasquale Triulcio nella sua prefazione al libro – è stata inaugurata da un avvenimento tanto interessante quanto controverso: il martirio subìto nel 1227 a Ceuta, in Marocco, da alcuni frati capeggiati dal celebre san Daniele da Belvedere. Il fatto, studiato a partire dalle fonti a disposizione e inserito nel suo specifico contesto storico, rivela profonde connessioni con la storia del francescanesimo, non solo calabrese, in modo particolare con i suoi rapporti con il mondo musulmano. La novità del lavoro di Aitollo è ascrivibile alla sua sistematicità e soprattutto alla collocazione della vicenda dei Martiri di Ceuta nell’estesa “costellazione” di uomini e donne che – appartenenti al Francescanesimo e alla Chiesa tutta – nel corso dei secoli sono stati uccisi in odium fidei». (rrc)