Il deputato di Italia Viva, Nicola Carè, ha rilevato che «solo 16.980 imprese calabresi, su almeno 20.000 possibili, hanno presentato domanda al bando Riapri Calabria, che prevede 40 milioni di euro e concede 2.000 euro a fondo perduto alle aziende costrette all’inattività in questi mesi a causa dell’emergenza sanitaria».
«Una situazione sicuramente anomala – ha dichiarato il deputato – se si tiene conto della grave crisi occupazionale, acuitasi nel corso dell’epidemia Covid-18, che investe il Mezzogiorno e la Calabria da diverso tempo. Dalla presentazione da parte degli imprenditori calabresi di un numero di domande palesemente inferiore a quelle previste scaturiscono due linee di intervento non più rinviabili: da una parte la necessità di sburocratizzare il Paese e dall’altra quella di ridurre drasticamente la pressione fiscale, in modo particolare sulle piccole e medie imprese».
«Per molte aziende – ha proseguito l’on. Carè – è stato, infatti, impossibile, all’atto di presentazione della domanda, sottoscrivere l’autocertificazione e attestare la regolarità del pagamento di tasse e contributi, requisito indispensabile per godere del beneficio previsto di 2.000 euro. Anche se i soldi del bando rimasti inutilizzati verranno reinvestiti in altre iniziative ciò non elimina l’impellente necessità di adottare misure definitive a sostegno dello sviluppo economico del Mezzogiorno e della Calabria».
«Non misure assistenziali – ha concluso il deputato Carè – ma provvedimenti equi e azioni concrete per le imprese che puntino al rilancio dell’economia e dell’occupazione». (rp)