Grazie al bergamotto di Reggio Calabria, è Eau Savage di Dior il miglior profumo maschile dell’anno. Il segreto del suo successo della Maison francese sta proprio nella partnership siglata con i coltivatori del Bergamotto di Reggio Calabria, qualità San Carlo. È infatti il bergamotto che offre quelle nuances speziate e sensuali che hanno conquistato l’olfatto di oltre 150mila consumatori, il cui voto ha decretato nella serata di gala di Milano promossa da Accademia del profumo la vittoria dell’essenza francese.
La produzione del Bergamotto di Reggio Calabria qualità San Carlo, scelto personalmente da François Demachy, parfumeur créateur della Maison parigina, ha origini lontane: si coltiva tra il mar Jonio e l’Aspromonte dal 1880. Un bel filmato prodotto proprio da Dior ha protagonista Demachy che decanta la qualità del Bergamotto di Reggio Calabria. (rrc)
Molto bello l’articolo pubblicato domenica 28 sul Sole 24 Ore, a firma di Donata Marrazzo, dedicato al Bergamotto (di Reggio Calabria), peccato che la sua denominazione originale “bergamotto di Reggio Calabria” non riesca mai ad entrare nella testa di giornalisti, food influencer e specialisti. Non è bergamotto di Calabria, ma di Reggio Calabria. E non è questione di poco conto: è una specificità unica (diffidare delle imitazioni!), ma tutti quelli che ci scrivono sopra trascurano di indicare l’esatta denominazione d’origine protetta, conquistata nel 2001, dopo una lunga battaglia sul nome completo. Battaglia che viene ancora oggi condotta senza tregua dallo storico prof. Pasquale Amato (al Bergamotto di Reggio Calabria ha dedicato diverse pubblicazioni) che insiste in una quasi solitaria sfida contro chi dimentica di aggiungere l’area geografica protetta del bergamotto (di Reggio Calabria) e merita l’ammirazione non solo dei reggini per la sua candida (e giusta) ostinazione. «C’è la cipolla di Tropea, il caciocavallo di Ciminà, la nduja di Spilinga, solo per citarne alcuni. – fa notare il prof. Amato – Perché solo del Bergamotto si omette la provenienza (protetta)?». Già, perché?
Comunque, va ringraziata la giornalista Marrazzo per il suo apprezzabilissimo servizio che illustra le proprietà nutraceutiche positive sul livello del colesterolo cattivo e sulla glicemia e dà ampio spazio a un vero ambasciatore del Bergamotto di Reggio Calabria, lo chef Filippo Cogliandro, e ad altri due chef Francesco Mazzei, celebrity chef calabrese di Cerchiara, con base a Londra, e Luca Abbruzzino chef emergente di Catanzaro (una stella Michelin) che del bergamotto (di Reggio Calabria!) hanno fatto un ingrediente immancabile nella propria cucina.
«Da qualche anno – scrive la Marrazzo – è facile reperirlo nei mercati generali del centro nord (commercializzato da Citrus) e nei reparti dei principali supermercati. In cucina è un tormentone…», e poi specifica l’uso curativo: «Ma è per i suoi effetti anti aging (antiossidante, ricco di vitamina C, proteine, fibre e sali minerali) e le sue proprietà nutraceutiche che il bergamotto è fra i superfood più richiesti: alcuni studi condotti dai ricercatori dell’Università della Calabria e degli atenei di Parma, Messina, Roma Tor Vergata e Magna Grecia, hanno stabilito che è la medicina naturale del cuore, capace di combattere il colesterolo cattivo. In particolare, l’Università di Tor Vergata ha somministrato a volontari sani di età compresa tra i 18 e i 65 anni 250 ml di succo di bergamotto e mela per 15 giorni. È risultata una riduzione del 21 % del rischio cardiovascolare. E un’azione ipolipemizzante (che riduce i lipidi/grassi) e ipoglicemizzante (riduce la glicemia). Funziona anche sulla psiche: il profumo dell’olio essenziale di bergamotto ha un’azione calmante. Viene utilizzato in aromaterapia per combattere la depressione e l’ansia». (pa)
Le conclamate proprietà terapeutiche del Bergamotto di Reggio Calabria suscitano molto interesse tra i consumatori. Come curarsi col Bergamotto? Prima di tutto verificare l’esatta denominazione di origine: se non è di Reggio Calabria (doc) non contiene i principi attivi che servono a prevenire e curare. Il bergamotto “genuino” cresce da Villa San Giovanni a Monasterace. In secondo luogo, controllare che le bevande a base dell’agrume siano di succo puro al 100% e non “a base di”. Dà questi suggerimenti il dott. Giuseppe Branca, medico chirurgo vascolare a Firenze e profondo conoscitore del Bergamotto di Reggio Calabria, nell’intervista video raccolta a Roma durante l’evento “Calabria È”.
28 luglio – Una nuova sede per il Museo del Bergamotto di Reggio Calabria: l’inaugurazione ieri sera nei locali dell’ex Mercato coperto di via Filippini. Un ambiente ideale per raccontare la storia dell’oro verde di Calabria, ma soprattutto del bergamotto di Reggio (l’esatta denominazione per contraddistinguere una produzione unica al mondo). L’ideatore, artefice e convinto sostenitore dell’iniziativa è il prof. Vittorio Caminiti, presidente dell’Accademia del Bergamotto, che ha speso una vita per la valorizzazione del bergamotto di Reggio e non risparmia energie perché questa “ricchezza” straordinaria abbia il giusto rilievo nel panorama internazionale. A sorreggerlo in questa fatica non da poco, oltre alla sua famiglia, le centinaia di testimonianze scientifiche in continua crescita che attestano le proprietà terapeutiche del Bergamotto di Reggio Calabria, oltre agli apprezzabilissimi menu e manicaretti al bergamotto che chef stellati e pasticcieri propongono con grande successo in ogni parte del mondo.
Il bergamotto è, accanto al turismo, la vera molla propulsiva per la crescita e lo sviluppo dell’intera provincia di Reggio e avergi dedicato un Museo significa creare partecipazione a un percorso di tradizioni e di gusto che i turisti mostrano di apprezzare molto. E c’è di più – come ha sottolineato il sindaco Giuseppe Falcomata incaricato di tagliare il nastro insieme con il maestro orafo Gerardo Sacco – questo museo fa parte della rete che il Comune di Reggio sta approntando con l’obiettivo di creare un’offerta culturale straordinaria e unica. Falcomatà ha parlato del prossimo polo culturale che sarà pronto per fine anno: il Monastero della Visitazione, che diventerà un polo d’eccellenza nell’offerta culturale cittadina. «Vogliamo – ha detto – che questo museo possa diventare un centro dinamico e un centro di formazione e approfondimento sul bergamotto rispetto a quelle che sono le tematiche che riguardano la storia del bergamotto ma anche a quelli che possono essere gli utilizzi del bergamotto nel comparto scientifico, economico, produttivo e gastronomico. Una formazione che possa guardare ai nostri ragazzi, ai nostri studenti, ai nostri giovani, ai nostri agronomi, a tutti coloro che possano trarre benefici dall’utilizzo di questo frutto».
La direttrice del Museo, Giulia Pezzuto, in apertura ha tracciato una breve storia del bergamotto, dalle origini ai giorni nostri: una prolusione necessaria per meglio apprezzare la grande quantità di attrezzi, macchine e strumenti d’epoca raccolti nel museo, accanto a una ricca biblioteca scientifica (dono del prof. Alfredo Focà) e una bella documentazione fotografica.
Il prof. Vittorio Caminiti, padrone di casa, ha raccontato le vicissitudini e le criticità nella realizzazione del Museo, ma il risultato si rivela in tutto il suo splendore: è un altro tassello importante nel panorama culturale e delle tradizioni della Città Metropolitana, che sarà comunque un cantiere aperto a contributi futuri, per valorizzare il bergamotto di Reggio e di riflesso tutta la filiera produttiva che può diventare importantissima data l’unicità del prodotto.
La serata, condotta dalla giornalista Eva Giumbo, con la partecipazione di Adele Brianti, ha registrato gli interventi del prof. Domenico Mollace, del maestro orafo Gerardo Sacco, del prof. Alfredo Focà e di altre personalità del mondo scientifico, culturale e imprenditoriale di Reggio. (rrc)
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