di PINO NANO – Tutt’altro che mafia. Sbarca in Campidoglio a Roma l’ultimo libro di Arcangelo Badolati, uno dei più severi studiosi italiani della ‘ndrangheta, da trent’anni giornalista alla Gazzetta del Sud e autore di venti testi diversi sui fenomeni criminali italiani. Una star del giornalismo investigativo alle prese oggi con La Calabria delle Meraviglie.
L’appuntamento, che si preannuncia già come un vero e proprio evento letterario e mondano insieme, è in programma per venerdì 10 marzo alle ore 17.30 in Campidoglio nella Sala del Carroccio dove per la prima volta a Roma viene presentato l’ultimo libro di Arcangelo Badolati, che è nei fatti una vera e propria sfida intellettuale a se stesso, perché qui siamo in presenza del vero “principe” della cronaca nera del giornalismo calabrese, e che questa volta mette alla prova se stesso con temi completamente diversi e lontani da quelli trattati in oltre 30 anni di professione giornalistica.
È l’esatto contrario della Calabria della ‘ndrangheta, l’esatto contrario della Calabria delle faide, l’esatto contrario della Calabria regno incontrastato del mondo organizzato del crimine, l’esatto contrario della terra dei sequestri di persona, un cronista insomma che questa volta supera sé stesso scrivendo di cronaca bianca, o meglio di cronaca rosa, o meglio ancora di storia, di archeologia, di letteratura, di antropologia. Il risultato? Inimmaginabile, sorprendente, straordinariamente positivo.
Perché mai come in questo caso Arcangelo Badolati, lui figlio radicato e innamoratissimo della Piana di Gioia Tauro e della Tonnara di Palmi, lui soprattutto figlio di uno degli avvocati penalisti più famosi della provincia di Reggio Calabria, e ancora di più lui conoscitore della mafia calabrese come nessun altro davvero, butta alle ortiche la sua immensa conoscenza delle ‘ndrine e dei boss che per anni hanno dominato e devastato la sua terra e sposa la causa delle bellezze naturali, dei tesori dell’arte che pure esistono in Calabria, dei miti e dei personaggi che l’hanno resa famosa nei secoli.
Un’operazione giornalistica azzardata, ma che con lui funziona perfettamente bene. Non sembra neanche lui l’autore di questo saggio, tanta è la leggerezza e la dimensione immaginifica che vive e respira dentro questa sua favola. Verrebbe da chiedersi, ma esiste davvero questa Calabria raccontata così bene dal vecchio cronista? La verità è che di lui non puoi non fidarti, tanto scrupoloso e attento, e meticoloso, e dettagliato, e puntuale è stato il suo narrare la cronaca di 30 anni di storia calabrese.
Mai un errore, mai un refuso, mai una querela, mai una imprecisione o peggio ancora mai una frase o una battuta superficiale. E non solo sulle pagine del suo giornale di riferimento, la Gazzetta del Sud, ma soprattutto in televisione, dove ogni giorno lui racconta la cronaca come nessuno di noi ha mai saputo farlo. E qui lo dico come vecchio cronista televisivo. Una razza in via di estinzione, credo, come quello che era in Rai Pietro Melia, ma anche lui veniva da tanta carta stampata alle spalle.
Non ci credete? Bene, vi invito allora a cercarlo e a guardarlo sugli schermi di Ten, Teleuropa Network, Arcangelo Badolati, dove il direttore della rete Attilio Sabato lo ha messo alla prova. Inizialmente pareva uno scherzo goliardico, ma col passare dei mesi e degli anni, quello che Arcangelo ha trasportato dalla carta stampata al linguaggio televisivo è stata una vera e propria enciclopedia di conoscenze e di avvenimenti che hanno segnato la vita della regione.
“Si è vero- dice lui sorridendo con questa sua faccia eternamente pulita, La Calabria delle meraviglie (Pellegrini Editore) è un libro che racconta come in ogni luogo caratterizzato dalla presenza delle ‘ndrine esistano, al contrario, cose meravigliose, una sequela di donne e uomini calabresi che hanno segnato con le loro intuizioni culturali ed artistiche la storia della umanità, uno studio originale ed entusiasmante che consente al mondo di guardare alla Calabria con un occhio finalmente diverso”.
Ecco allora che Arcangelo Badolati dimostra come la “Calabria sia ricca di città sepolte, miti omerici e grandi siti archeologici, e come sia stata patria di legislatori, architetti, poeti, condottieri e atleti dell’antichità, terra di Papi dimenticati, di Santi ed eremiti, di greci e bizantini, madre segreta dei Bronzi di Riace e del Toro cozzante di Sibari, come dei misteriosi “monumenti” di pietra di Nardodipace, Stilo, Campana e Davoli. Ma è la Calabria che in passato ha conquistato, con le mille tracce del suo passato, il cuore di archeologi di fama come Paolo Orsi e di glottologi d’infinita curiosità scientifica come Gerhard Rohlfs”.
Domani a Roma, dunque, in Campidoglio, il battesimo ufficiale di un libro che non mancherà di piacervi. (pn)