Vibo Valentia si candida a ‘Capitale Italiana del Libro 2021’

Un’altra importante candidatura per la Calabria arriva dal vibonese: la città di Vibo Valentia, infatti, ha presentato la propria candidatura a Capitale Italiana del Libro 2021.

Una candidatura quasi dovuta, per una città che, nonostante le difficoltà, «ha sostenuto, nel corso degli anni, con grande determinazione, una serie di attività di notevole importanza, che la distinguono in Calabria e, più in generale nel Sud, di sostegno al libro e alla lettura».

«Per onorare il Patto per la lettura – si legge in una nota – e ottenere il riconoscimento di Città che legge, Vibo Valentia ha partecipato a tutte le campagne annuali di promozione del libro e della lettura del Cepell, ha mantenuto attiva la propria Biblioteca comunale e il relativo archivio storico ottenendo finanziamenti per la completa ristrutturazione dell’edificio che la ospita; ha sostenuto il Sistema Bibliotecario che a Vibo Valentia gestisce una grande biblioteca pubblica con oltre 80.000 documenti e ha sede in un grande palazzo monumentale nel centro storico (Polo di Santa Chiara) messo a disposizione dal comune, dove lavora un gruppo di professionisti di grande livello».

«Ha sostenuto – prosegue la nota – la realizzazione del festival Leggere&Scrivere e numerose altre attività di promozione della lettura, in particolare il Progetto Zero-Sei in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Vibonese, Biblioteca Casa di Quartiere, Nati Per Leggere. Attività di formazione per bibliotecari in collaborazione con Aib-Sezione Calabria. Con il Progetto Zero-Sei sono stati realizzati corsi di formazione per animatori della lettura, si sono creati punti lettura negli studi pediatrici, al centro vaccinale, nelle biblioteche».

La città, dunque, con la candidatura a Capitale Italiana del Libro 2021, si propone di realizzare come Capitale italiana del libro è di mettere il libro, la lettura e la cultura al centro della vita cittadina.

In particolare, si prefigge, come obiettivo, «il miglioramento dell’offerta culturale, la crescita dell’inclusione sociale e il contrasto della povertà educativa, in considerazione delle esigenze della comunità locale di riferimento; il rafforzamento della coesione e dell’inclusione sociali, nonché dello sviluppo della partecipazione pubblica; l’utilizzo delle nuove tecnologie, anche al fine del maggiore coinvolgimento dei giovani e di altre categorie a rischio di esclusione sociale e dalle innovazioni tecnologiche, quali gli anziani e i disabili; la promozione dell’innovazione e dell’imprenditorialità nei settori culturali e creativi; il conseguimento di risultati sostenibili nell’ambito dell’innovazione culturale, anche con riferimento all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu».

«E ancora, diffondere l’abitudine alla lettura e favorire l’aumento del numero dei lettori, valorizzando l’immagine sociale del libro e della lettura nel quadro delle pratiche di consumo culturale; promuovere la frequentazione delle biblioteche e delle librerie e la conoscenza della produzione libraria italiana, incentivandone la diffusione e la fruizione; valorizzare le buone pratiche di promozione della lettura realizzate da soggetti pubblici e privati, rafforzandone la collaborazione; valorizzare la diversità della produzione editoriale; promuovere la dimensione interculturale e plurilingue della lettura nelle istituzioni scolastiche e nelle biblioteche».

«Non sfugge a nessuno – si legge ancora nella nota – che la distribuzione delle competenze e dei saperi nel corpo sociale locale e più in generale calabrese, registra ancora ritardi e difficoltà, la scuola per certi versi non è ancora riuscita a rendere più democratica e omogenea la società. Ci sono certamente moltissime persone effettivamente istruite, alcune delle quali decisamente colte, ma ci sono ancora troppe persone che per vari motivi, lo dicono tutte le statistiche, gli otto anni di istruzione obbligatoria non hanno dato i frutti sperati e vivono quindi in condizione di povertà culturale, conoscono l’uso di un numero limitato di parole, non leggono mai nulla, sono vittima del digital divide, non utilizzano al meglio i media, non hanno libri a casa».

L’idea base di Vibo capitale del libro è di far entrare prepotentemente il libro nella vita di queste persone, attraverso una serie di iniziative che dia il giusto valore non solo al libro, ma anche ai cittadini, alle librerie e a tutte quelle realtà che ruotano intorno all’editoria. 

Infine, all’ attuazione del progetto si farà carico direttamente il sindaco Maria Limardo e l’assessore alla Cultura Daniela Rotino, coadiuvati per gli aspetti tecnici dal segretario generale del comune Domenico Scuglia, dalla Dirigente Settore Cultura Adriana Teti, dal Direttore scientifico del Sistema Bibliotecario Vibonese Gilberto Floriani e per la parte organizzativa dal Sistema Bibliotecario Vibonese. (rvv)