La Cineteca della Calabria e l’Associazione Dante Alighieri celebrano Saverio Strati

È con la proiezione gratuita di Terrarossa di Giorgio Molteni, al Supercinema di Catanzaro, che la Cineteca della Calabria e l’Associazione Dante Alighieri hanno avviato le celebrazioni per ricordare Saverio Strati, di cui ricorrono quest’anno i 100 anni dalla nascita.

Il film è tratto dal romanzo di Saverio Strati  La teda, per il quale il critico Geno Pampaloni scrisse: «Come in Alvaro, il mondo della protesta e il mondo della sofferenza si intrecciano intimamente, all’interno di un sentimento della tradizione che di fatto coincide con la poesia. Le sue parole sono quiete e solenni, una musica grave, propria del linguaggio dei padri, non c’è nulla di meno ‘sperimentalistico’ del suo raccontare: il suo dolore è un dolore antico».

La narrativa calabrese del Novecento ha per taluni critici una sua «linea», che corrisponde alla realtà culturale della regione, che nel nostro secolo ha prodotto scrittori storicamente impegnati. È una narrativa fedele ai temi tradizionali del romanticismo calabrese, quelli dell’uomo di fronte alla natura e alla realtà che lo circonda, le sue reazioni di fronte alle novità. La mattinata, fortemente partecipata dal Liceo Artistico De Nobili, dall’Istituto Agrario di Catanzaro e dal Liceo Classico Galluppi, ha visto la proiezione del film Terrarossa di Giorgio Molteni, e gli interventi della Presidente della Dante Alighieri, Teresa Rizzo, di Eugenio Attanasio per la Cineteca della Calabria, dell’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, Donatella Monteverdi.

Il presidente della Cineteca della Calabria, il regista Eugenio Attanasio, ha annunciato la volontà di collaborare con la Biblioteca Comunale “Saverio Grande” di Cropani, recentemente inaugurata alla presenza dell’assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro prof.ssa Donatella Monteverdi e di altre prestigiose autorità. Il regista Attanasio, infatti, sottoporrà un programma di iniziative cinematografiche e letterarie al Comitato di gestione della biblioteca composto da Raffaele Mercurio, presidente; Luigi Stanizzi,  responsabile; Giulia De Fazio, vice responsabile, Paolo Dragone, degretario,
Giuseppina Ruffo, rappresentante della maggioranza consiliare; Anita Brescia, rappresentante della minoranza consiliare; Rosita Femia, rappresentante della scuola primaria Istituto comprensivo Cropani-Simeri Crichi; Santina Logozzo, Rappresentante della scuola secondaria di primo grado Istituto comprensivo Cropani-Simeri Crichi; e dai componenti esperti Pietro Pitari, Noemi Grano, Luigi Loprete, Gianluca Pitari.

Al Supercinema i ragazzi hanno potuto assistere alla proiezione ed essere così introdotti al mondo dello scrittore, che ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Scandicci. Saverio Strati è stato a lungo dimenticato, trascurato, a volte persino ignorato dalla sua terra, complice anche una passata politica culturale della Regione che non valorizzava i propri figli, quasi si vergognasse delle loro origini. Strati è stato un grande uomo e un immenso scrittore.

Ha raccontato Calabria e calabresi. Scritto capolavori, vinto il Campiello, e anche pianto. Contadino e muratore. Calabrese affetto dal demone della narrazione, emigrante. È necessario ricordarne la figura e avvicinare i ragazzi delle scuole alla conoscenza di questo grande scrittore realista, che ha saputo descrivere il suo territorio d’origine. Nel film di Molteni, durante la guerra, quattro muratori vanno a Terrarossa per costruirvi delle case popolari. Il più giovane è mastro Filippo, un ragazzo sempre pronto a inventare storie e sogni. Il paese è arretrato; la gente illumina la notte con schegge di pino, vive nelle grotte assieme alle capre, si nutre di castagne: e la farina del tesseramento non arriva, a causa degli intrighi del podestà. Gli altri muratori spingono il popolo alla ribellione. In questa ribollente atmosfera, nuovi elementi sopravverranno a movimentare la vicenda: la fuga di Filippo, l’alluvione. (rcz)

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A Tiriolo arriva il Premio Elmo dei Bretii

Dal 9 all’11 settembre, a Tiriolo, è in programma il Premio Elmo dei Bretii, che si svolgerà nell’ambito de Le giornate del cinema archeologico. L’idea di partenza è quella di valorizzare il sito e il Museo di Tiriolo, attraverso le arti visive coinvolgendo attori, artisti, archeologici e storici per riempire di contenuti i siti e i musei calabresi, partendo proprio dall’esperienza di Tiriolo.  Il programma rientra nel progetto Archeocinema Tiriolo, in esecuzione del programma di “Valorizzazione Turistica e Culturale dei Borghi della Calabria”, progetto sostenuto dalla Regione, promosso dal Comune di Tiriolo con il partenariato della Cineteca della Calabria, l’associazione Arpa, il Museo archeologico di Tiriolo e Tiriolo Antica.

Le attività hanno avuto inizio  con l’Archeotrekking dei Due mari, il 25 giugno scorso, condotto in collaborazione con l’associazione Calabriando di Catanzaro; sono proseguite il 27 luglio con il prestigioso convegno sulla valorizzazione e la promozione dei siti storici e archeologici attraverso il cinema, le attività culturali e di spettacolo, che ha visto la partecipazione dell’assessore alla cultura del Comune di Lamezia Terme Giorgia Gargano, della professoressa Giovanna De Sensi Sestito, dell’archeologo Luciano Altomare, degli architetti Salvatore Tozzo e Aurora Skrame, della storica Maria Gabriella Tigani Sava, oltre al sindaco di Tiriolo Mimmo Greco e al presidente della Cineteca Eugenio Attanasio; il convegno è stato magistralmente moderato dal giornalista professionista Luigi Stanizzi.

Riscoprire Tiriolo e la storia dei Bretti attraverso il cinema e renderli esperienza pilota per tutta la Calabria. Si comincia sabato 9 settembre, alle 21, con una serata dedicata all’Archeologia sonora, con il viaggio in Calabria di Alan Lomax e Diego Carpitella; partecipano Danilo Gatto dell’Associazione Arpa e Giorgio Adamo del Centro studi Alan Lomax, con la proiezione del film Radici, di Marina Piperno e Luigi Monardo Faccini.

Si prosegue domenica 10 Settembre, alle 21, con le migrazioni del Mediterraneo, partendo dalla guerra di Troia, con proiezione del film L’ultimo Re di Aurelio Grimaldi, con la partecipazione di Isabel Russinova.

Lunedì 11 settembre, alle 21, la Paleoantropologia in Calabria / dal Graffito del Bos primigenius alla nascita dell’allevamento, e con la proiezione del film “Figli del Minotauro/Storie di Uomini e Animali”, di Eugenio Attanasio. (rcz)

A Stalettì incontro tra cinema e memoria storica attraverso i documentari di De Seta

È stata una serata dedicata alla civiltà contadina e alla memoria del paese, che ha visto nel primo dopoguerra una migrazione di braccianti verso il Marchesato, quella svoltasi a Stalettì, attraverso i documentari di Vittorio De Seta.

Una serata organizzata dalla Cineteca della Calabria e dal Comune in occasione del Centenario della nascita del Maestro del cinema documentario.

Questi braccianti, nel dopoguerra, si sono spostati a Botricello, «a dimostrazione di questo forte legame tra i due Comuni», ha precisato il sindaco Mario Gentile, animato da un forte entusiasmo nel promuovere iniziative culturali – è stata votata a Stalettì una proposta di gemellaggio con il Comune di Botricello.

I racconti dell’ex sindaco di Botricello, Paolino Camastra, sono stati preceduti dalla proiezione di Pastori di Orgosolo e Parabola d’oro, i documentari che de Seta ha girato nell’Italia Meridionale degli anni ’50, prima della lenta inesorabile scomparsa della civiltà contadina. Nella seconda metà degli anni Cinquanta tra il 1954 e il 1959 ha realizzato,  autofinanziandosi, dieci brevi documentari fortemente innovativi nello stile e nei contenuti, nei quali racconta la vita e la fatica di contadini, pescatori, zolfatari, pastori, immortalando quelle forme di cultura arcaica, che in quel periodo stavano per essere cancellate dallo sviluppo della industrializzazione selvaggia. È il primo regista italiano ad avere usato il colore ed il formato in Cinemascope nel documentario, ad avere eliminato l’uso della voce fuori campo, per dare spazio ad un commento sonoro che registrava in loco, con voci, suoni e musiche autentiche, legate alle azioni dei protagonisti.

La serata è stata presentata nel giardino di Palazzo Aracri dal sindaco di Stalettì, prof. Mario Gentile, che ha sottolineato l’importanza di recuperare la tradizione della civilta contadina in un Comune come Staletti che, nonostante la costa, non ha mai sviluppato una cultura marinaresca. Il sindaco Gentile, a chiusura del suo intervento di carattere storico, sociologico e politico, ha annunciato la volontà dell’ amministratore comunale di realizzare un Museo della Civiltà Contadina.

Domenico Levato e Eugenio Attanasio hanno ricordato la figura di De Seta e il grande lavoro svolto dalla Cineteca della Calabria, nel recupero e nella diffusione delle opere. A moderare gli interventi il giornalista Luigi Stanizzi, presidente del Premio Mare Jonio e attento animatore delle serate culturali, che ha evocato il duro lavoro dei braccianti agricoli raccontando alcuni aneddoti curiosi. A fare il quadro dettagliato della mietitura negli anni Cinquanta è stato il dott. Paolino Camastra, che ha ricordato fra l’altro il dormitorio dei mietitori che arrivavano a Botricello, i termini oggi ormai desueti utilizzati dai lavoratori, il sistema di lavoro arcaico.

Camastra ha poi fatto leggere a Stanizzi i versi, che calzavano a pennello, scritti da Marilena Camponi sulla Mietitura: attraverso i raggi infuocati di un sole impietoso, schiene curve quasi immerse in un tremolio di riverberi Tra cielo e terra raccolgono l’ultima Spiga l’ultimo dono di un seme che sbocciò vita e rende il sudore, atavico pegno contadino, l’unguento Sacro di una messe abbondante il rito si confonde nei secoli si ripete con lo stesso ritmo e gli stessi spasmi di fatica umana a strappare dal grembo fertile della madre terra il compenso agognato il tesoro che brilla come oro puro agli ultimi raggi di un tramonto che cede alla notte… e tutto tace. (rcz)

La Cineteca della Calabria con Attanasio e Donato a Pesaro per il Centenario di Vittorio De Seta

In occasione del Centenario dalla nascita del regista Vittorio De Seta, la Cineteca della Calabria, rappresentata da Mariarosaria Donato ed Eugenio Attanasio, ha partecipato alla tavola rotonda sul tema Cinema e Scuola, svoltasi a Pesaro.

L’evento è stato organizzato nell’ambito della 59esima edizione della Mostra del Nuovo Cinema, un festival che si caratterizza per ospitare e promuovere cinema innovativo e sperimentale ma anche rassegne e percorsi di approfondimento sulla storia del cinema. Fondato da Lino Miccichè negli anni ha visto succedersi, alla guida, prestigiose figure come lo stesso Miccichè, Adriano Aprá, Marco Muller, Giovanni Spagnoletti e, dal 2015, il critico e giornalista Pedro Armocida, venuto lo scorso novembre in Calabria a ritirare il Premio Mario Gallo per la cultura cinematografica.

Nei giorni precedenti sono stati proiettati i quattro episodi che De Seta gira negli anni Settanta dal titolo “Quando la scuola cambia”, raccontando esperienze d’avanguardia nel campo dell’istruzione del tempo. Le maggiori riflessioni venute fuori dai qualificati relatori – Carlo Ridolfi, Federico Rossin, Eugenio Attanasio, Elisabetta L’Innocente, Pamela Giorgi, Mauro Santini – sono state su Diario di un maestro, l’opera aperta sul mondo della scuola, ancora oggi attuale. Anche fuori regione, dunque, la Cineteca della Calabria, continua nel lavoro instancabile di valorizzazione del lavoro del maestro del cinema documentario, iniziato nei primi anni Duemila con la ristampa e le prime digitalizzazioni dei documentari.

A suggello di questo prezioso lavoro di recupero è arrivata anche la pubblicazione del volume “Vittorio De Seta, lettere dal Sud” che contiene importanti materiali raccolti negli anni,  valendosi di contributi autentici e qualificati di Mariarosaria Donato, Domenico Levato, Luigi Stanizzi, Davide Cosco, Franco Santopolo, Salvatore Tozzo, Angela Megna, Isabella Musacchio. Altre importanti iniziative verranno realizzate a Catanzaro, dove la Cineteca della Calabria ha sede ed opera attraverso la Casa del Cinema, e nel Comune di Sellia Marina dove il regista si , è ritirato per passare gli ultimi trent’anni della sua vita. Da qui, ha continuato a scrivere gli ultimi film, diventando un punto di riferimento per le nuove generazioni di autori ed operatori del settore. (rrm)