Innocenza Giannuzzi: Risolvere problema inquinamento marino senza rimandare a estate prossima

Innocenza Giannuzzi, presidente Confartigianato Turismo Catanzaro, ha ribadito come «le competenze relative alla problematica dell’inquinamento del mare rientrano palesemente in quelle dell’assessorato all’ambiente, in Calabria così come in tutte le altre regioni d’Italia», e che «è arrivato il momento di svegliarsi e risolvere il problema una volta per tutte, senza rimandare ancora all’estate prossima».

«In regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna e la Puglia – ha spiegato – nonostante vi sia la presenza di un importante tessuto produttivo, anche di tipo industriale, si riescono a mettere in atto tutte quelle procedure tecniche e amministrative necessarie a garantire un mare in grado di supportare un’industria del turismo degna di questo nome. Eppure, non si sono dotate di ulteriori assessorati e/o accessori e suppellettili di varia natura, ma riescono semplicemente a rendere “normalmente operativi” gli strumenti e gli enti che le leggi e gli ordinamenti prevedono. Soprattutto non aspettano il mese di giugno o, ancora meglio, fine agosto per incominciare a capire se quest’anno il mare sarà impraticabile, come gli anni passati, oppure chissà per quale ignoto rito ancestrale avremo un mare presentabile anche per i turisti che, speranzosi, si affacciano sulle nostre spiagge».

«Il fenomeno dell’inquinamento  del nostro mare – ha spiegato – è dovuto a più cause che a volte, anzi spesso, interagiscono tra di loro. Infatti passiamo dalle ormai famose fioriture algali allo sversamento vero e proprio di liquami direttamente in mare, per non parlare dei famosi fanghi della depurazione che spesso ci vengono presentati come una cremosa schiuma color cappuccio non appena si presenta la prima occasione di temporale o, ancora meglio, di mareggiata».

«Applicando un serio approccio analitico e di indagine – ha proseguito – ognuno di questi fenomeni causa d’inquinamento del nostro mare è tecnicamente individuabile e, volendo, risolvibile. Ma se davvero si vuole giungere a una soluzione di questi problemi, è assolutamente necessario attivare un’azione d’indagine tecnica che fornisca in maniera analitica i dettagli delle anomalie e delle problematiche riscontrate e, parallelamente, un’azione programmatica mirata a garantire l’effettiva riuscita. Ma è lapalissiano che questo non possa avvenire in 2 mesi e sicuramente non possiamo aspettare tutti gli anni che arrivi giugno per ricordarci del problema».

«É necessario muoversi per tempo come fanno altre regioni – ha sottolineato – il fatto che ciò in Calabria non avvenga è un chiaro segnale di un meccanismo obsoleto sul quale giace ormai la nostra terra. Il problema del mare e dell’inquinamento ambientale in generale non può e non deve essere legato ad un colore politico, tanto meno a una poltrona in più! L’ambiente è la casa in cui tutti viviamo e il suo stato di salute ricade sulla salute di noi tutti, pertanto la sua cura non può essere legata alla decisione del singolo».

«Nel tempo questa Regione ha, purtroppo – ha detto ancora – confermato l’incapacità di gestire una problematica così delicata nonostante sul territorio non siano presenti industrie molto impattanti da un punto di vista ambientale: una delle problematiche principale del nostro inquinamento è legata dell’incapacità di gestire correttamente le poche piattaforme depurative esistenti e ad una rete depurativa carente e a volte inesistente».

Le fioriture algali

«È chiaro – ha detto ancora – che le condizioni ambientali siano mutate, a seguito dei cambiamenti climatici il Mediterraneo quest’anno ha raggiunto temperature prossime ai 30°C e su questo, nel breve termine, possiamo fare poco, ma possiamo certamente intervenire sui cofattori che sono concause di alcuni fenomeni ai quali fino a qualche anno fa non eravamo abituati. Di fatto le elevate temperature del mare, a differenza del passato, favoriscono molto quel fenomeno tecnicamente definito come “algale bloom”».

«Se non possiamo intervenire sulla temperatura del mare – ha detto ancora – sicuramente possiamo intervenire sull’apporto dei nutrienti in mare, grazie ai quali le micro alghe si riproducono. Parliamo principalmente di sostanze a base di Azoto e Fosforo provenienti da un cattivo o assente processo depurativo e una eccessiva concimazione agricola dove l’eccesso dei fertilizzanti non assorbiti dalle piante vengono dilavate e, tramite i canali idrici e i fiumi, sono trasportate in mare».

«Questi processi perpetrati nel tempo, se non controllati – ha aggiunto – comportano un arricchimento di nutrienti per i microrganismi vegetali, tale da provocarne una riproduzione esplosiva, complici l’elevata temperatura dell’acqua e la radiazione solare. Inoltre, per quanto concerne lo sversamento diretto dei liquami in mare, l’evoluzione tecnologica ci fornisce tutti gli strumenti necessari per effettuare indagini serie in grado di risalire alla fonte di tali illeciti».

«In conclusione – ha concluso – il problema reale è quello di capire se in questa Regione c’è la volontà politica di risolvere il problema e, di conseguenza, se ci sono le competenze tecniche. Queste ultime, di certo nel nostro territorio regionale e nazionale non mancano, ma è importante che la politica ci sia, che si faccia sentire e che non rimandi ancora in attesa della Manna dal cielo. Volere è potere!». (rcz)

Giannuzzi (Confartigianato Turismo Cz): Turismo delle radici, i piccoli borghi possono rilanciare l’economia della nostra regione

Innocenza Giannuzzi, presidente di Confartigianato Turismo Catanzaro, ha sottolineato che «bisogna puntare sul turismo delle radici, quindi sui piccoli borghi calabresi, perché quelli potrebbero rilanciare l’economia della nostra regione».

«Si sente, spesso – ha aggiunto – parlare semplicemente di turismo, ma è usata un po’ meno quest’ulteriore locuzione: il turismo delle radici non è altro che l’insieme di quelle attività relative a viaggi e soggiorni compiuti per ricercare l’origine, la discendenza e le tracce di famiglie e di stirpi, per indagare i possibili legami di parentela, di affinità e di attinenza fra il turista con altre persone, cose e territori».

«Si tratta – ha spiegato la presidente Giannuzzi – di un turismo prevalentemente internazionale, indirizzato spesso verso piccoli centri sconosciuti e volto a favorire la nascita di nuove destinazioni, oltre che a contribuire allo sviluppo economico dei territori in questione».

«I “turisti delle radici” – ha detto ancora – si recano presso i propri Paesi di origine con l’intento di conoscere il territorio di appartenenza dei loro antenati, la loro cultura e le loro tradizioni, così da riallacciare una connessione e scoprire una seconda casa. Si tratta di un segmento turistico in forte crescita nell’ultimo decennio, che può rappresentare un’importante fonte di sviluppo sostenibile per i piccoli borghi calabresi, realtà spesso poco conosciute e non incluse negli itinerari tradizionali, ma con un grande potenziale economico legato alla ricezione turistica». 

«Il turismo, oggi – ha proseguito la presidente di Confartigianato Turismo Catanzaro – è in forte evoluzione, anche a causa della situazione pandemica che ha mutato e continua a mutare il modus vivendi dell’intera società. Oggi il turismo delle radici può e deve essere un forte volano per il rilancio dell’intero comparto: è ovvio che, essendo un turismo spinto da un viaggio non convenzionale, necessiti di operatori formati e pronti a veicolare e programmare questo nuovo indirizzo, non lasciando spazio all’improvvisazione e all’approssimazione».

«Confartigianato Turismo Catanzaro – ha detto ancora – ringrazia il professore Tullio Romita, docente universitario di Sociologia del Turismo, per averla voluta come partner nel Master di primo livello che si terrà presso l’Università della Calabria e a cui ci si potrà iscrivere entro il 23 dicembre. Il Master in questione, fortemente sostenuto anche dal Ministero degli Affari Esteri (Maeci), renderà disponibili a chi vi prenderà parte i risultati di oltre 10 anni di ricerca scientifica ad opera del gruppo di lavoro del prof. Romita e di altri Atenei italiani coinvolti nella medesima iniziativa formativa, avvalendosi dell’esperienza professionale di alcune fra le più importanti (e rare) eccellenze italiane dell’ambito».

«La figura professionale – ha concluso – che si formerà sarà quella di “Esperto in organizzazione e gestione del turismo delle radici”: ritrovare le proprie radici potrebbe significare ritrovare le innumerevoli ricchezze e bellezze di un Calabria a cui sentiamo di appartenere e verso la quale ci riporta quell’incalzante nostalgia mista a una buona dose di curiosità». (rcz)