di PAPÀS PIETRO LANZA – Era il 13 febbraio 1919 quando nasceva la Diocesi di Lungro, 105 anni fa. La Chiesa di Roma emanava il primo e, finora, più alto provvedimento di riconoscimento e di tutela nei riguardi degli Arbëreshë, erigendo una Diocesi-Eparchia per gli “Italo-Albanesi dell’Italia continentale”.
Papa Benedetto XV, con la Costituzione Apostolica “Catholici Fideles”, dava ai discendenti dei profughi, per la libertà e per la fede cristiana, dopo un cammino di oltre 400 anni, una casa comune, una condizione ufficialmente riconosciuta. E così venivano messi insieme Paesi distanti tra di loro, estesi su più province e regioni, sulla base del patrimonio unitario: la fede cristiana vissuta nel rito bizantino e la lingua madre veicolo della storia comune. La Santa Sede erigeva un “corpo istituzionale” per il sangue sparso “gjaku i shprishur”, perché potesse “circolare”, e continuare a custodire e coltivare il prezioso e particolare patrimonio.
Agli Arbëreshë veniva riconosciuto il diritto di essere cristiani di rito bizantino nella Chiesa Cattolica. La Diocesi di Lungro vedeva la luce subito dopo l’immane tragedia della Prima guerra mondiale, spuntava come un fiore in un campo di lacrime e di povertà. E questa realtà, da inventare e costruire di sana pianta, veniva affidata ad un Vescovo di appena 33 anni. Pazzia!? A distanza di un secolo possiamo dire che era un “sogno profetico”… che si è felicemente realizzato.
La storia e i fatti lo dimostrano Ai nostri giorni, la Diocesi di Lungro presenta un vitale e completo patrimonio ecclesiale di fisionomia bizantina, le chiese risplendono della luce delle icone e i fedeli sono maggiormente consapevoli di questa particolare realtà, che li unisce, a modo proprio, alla preghiera delle vicine chiese sorelle latine, con il sublime canto degli inni liturgici in greco e in arbrisht. E la Diocesi di Lungro è anche madre viva e vitale… che genera… battezzati… sposi… scrittori… artisti… iconografi… figli di Dio che cantano la sua gloria. La visita ufficiale del Patriarca Bartolomeo nel 2019, in occasione del Primo Centenario, ha confermato la felice intuizione e la decisa volontà della Santa Sede nell’istituire la Diocesi di Lungro e si è rallegrato per questa particolare situazione ecclesiale, esemplare per il cammino ecumenico.
La nostra Chiesa, pur essendo una delle Diocesi più piccole e più giovani d’Italia… senza alcuna proprietà e fonte di entrata propria… è stata riconosciuta “degna” “dal Signore della storia”… di essere “suo strumento di missione ecumenica” per rendere presente e attualizzare il passato della Chiesa, l’unità dei cristiani nel Primo Millennio, e per profetizzare il futuro del cristianesimo, l’unità dei cristiani nella ricchezza delle diversità, nella Chiesa Una. E con l’istituzione della piccola Eparchia di Lungro, la Santa Sede, non solo ha espresso benevolenza verso gli Arbëreshë e lungimiranza profetica, che si è pienamente realizzata, ma ha anche indicato, a tutti – ma a noi Arbëreshë in particolare –, qual è la via giusta da seguire … sempre, dappertutto … per fare bene le cose da fare… per rimanere in vita… unire le forze, camminare insieme, bashkë… ognuno col suo passo, sulla stessa via, per il bene di tutti… per il bene dell’Arbëria… e della Calabrìa… e a maggior Gloria a Dio! Grazie a Dio per l’Eparchia di Lungro, per i suoi Vescovi, per tutti i suoi presbiteri, per tutti i suoi fedeli, di ieri e di oggi e di domani… per la sua storia. “Që të jenë një”. E na do të jemi një, bashkë. (pl)