REGGIO – Franco Recupero (Lega) ma il PD sul caso Reggio continua a tacere

di FRANCO RECUPERO – Il persistente mutismo del segretario regionale PD, sen. Nicola Irto, sulle gravissime implicazioni politiche connesse alla “Operazione Ducale”, trova perfetta corrispondenza nel glaciale distacco della responsabile nazionale della Legalità del PD, sen. Enza Rando, giunta in riva allo Stretto nei giorni scorsi per vicende connesse al ruolo dalla stessa esercitato.
Lo stesso è a dirsi a proposito del recente passaggio a Reggio Calabria del responsabile nazionale PD della Comunicazione, Sandro Ruotolo, dopo avere ottenuto voti utili alla sua elezione a Bruxelles, senza minimamente interrogarsi se il consenso espresso al suo indirizzo avesse o meno il “nobile” sigillo made in Sambatello.
Sono indici fortemente significativi del doppiopesismo che da sempre alimenta l’ipocrisia dei “democratici”.
A Genova si grida allo scandalo per le mancate dimissioni del governatore Toti, salvo poi consegnarsi ad un vergognoso silenzio sulle ormai notorie relazioni intrattenute, nel tempo, dal PD reggino con il Ducato di Sambatello, il cui inquinato e putrido contributo ha ulteriormente falsato il risultato elettorale del 2020, nonostante fosse di per sé soverchio l’accesso ai seggi riservato nella stessa consultazione amministrativa a persone già passate a miglior vita.
Davanti a queste performance circensi, le figure apicali del PD nazionale e regionale, così come l’ANCI del santificato Decaro da Bari, oggi tacciono!
E il loro silenzio significa avere lasciato alla deriva Falcomatà, dal suo canto ormai rassegnatosi alla surreale difesa d’ufficio
dei “fedelissimi” e selezionatissimi compagni di calcetto, in verità allarmati dall’imminente ed inevitabile invio della commissione di accesso che ne metterà a rischio prebende e stipendi.
Ma ancora più riprovevole è che un ex assessore comunale, per di più poliziotto, sia diventato consigliere regionale, sotto le sinistre insegne del PD, senza avere ben chiara la netta linea di confine che separa ciò che riguarda la giustizia -sanzionabile o meno che sia- da ciò che si distanzia sensibilmente da requisiti minimi di etica pubblica.
E’ disdicevole che il compagno di calcetto/angelo custode del Sindaco riprenda a pretesto -esattamente come ha già fatto LIBERA Calabria- il voto parlamentare recentemente espresso sull’autonomia differenziata per distrarre l’opinione pubblica reggina, e riproponga il feticcio dello stucchevole refrain del ballottaggio del 21 settembre 2020 “Reggio non si Lega”.
È banalmente puerile, il tentativo di mettere la sordina al dato, sempre più forte e chiaro, della perentoria ed irreversibile richiesta di dimissioni che una comunità in preda allo sconforto ed al disgusto rivolge a Falcomatà.
E allora, da Falcomatà e dai suoi compagni, incuranti del rischio gravissimo che le loro condotte hanno procurato alla città nell’ultimo decennio, cos’altro ci si può attendere, se non una valutazione in chiave utilitaristica delle dimissioni immediate che tutti invocano e si aspettano?
Una utilità, al riguardo, esiste ed è ben nota all’agonizzante amministrazione comunale ritrovatasi in un vicolo cieco, soprattutto dopo il venire meno delle sponde inseguite sui livelli superiori: la bussola dei giovanotti che hanno firmato il disastro di Reggio non potrà che essere orientata verso la “messa in sicurezza” delle loro carriere, altrimenti stroncate dalla sanzione dell’incandidabilitá insita in uno scioglimento sempre più incombente ed inevitabile ad ogni giorno che passa. (fr)

Franco Recupero è segretario provinciale della Lega a Reggio

Su “Made in Calabria” tv (ddt a Reggio e Roma e streaming web) si discute di teatro

Stasera (venerdì 21 aprile), alle 21, su GS Channel, canale 83 calabrese e sul Canale 98 Made in Calabria di Roma Capitale, per il programma Calabria ieri. Oggi. E… ideato e diretto dal giornalista e regista  Paolo Bolano si discute di teatro in Calabria. Ospiti in studio Gimo Polimeni, ex assessore alla Cultura della Giunta di Italo Falcomatà, il presidente del Circolo Rhegium Julii Pino Bova, lo scrittore e autore Oreste Arconte e il performer Peppe Mollica. Il programma sta crescendo in consensi e soprattutto a Roma – dice l’editore di GS Channel Franco Recupero – stiamo misurando un largo interesse tra la vastissima comunità calabrese (oltre 600mila nella Capitale) che ha mostrato di gradire una “presenza” televisiva indipendente che racconta della Calabria e propone personaggi, eventi e iniziative che non sarebbe diversamente possibile seguire da Roma. Il segnale del canale 98 del digitale terrestre è di altissima qualità, frutto anche di investimenti in tecnologie di ultima generazione, e le trasmissioni proposte suscitano ampio interesse. «È un’iniziativa destinata a crescere, destinata alla comunità romana dei calabresi, ma non solo: c’è la possibilità di far conoscere aspetti poco noti della nostra terra, sia dal punto di vista turistico-culturale ma anche religioso e imprenditoriale».

Il tema di stasera è in linea con questi progetti. Il Teatro, com’è noto, è uno dei simboli identitari della Magna Grecia e la Calabria vanta una meravigliosa tradizione millenaria. Quanto e cosa di produce oggi in Calabria? E con quali difficoltà? Bolano chiederà il parere degli operatori culturali che partecipano alla trasmissione, ripercorrendo iniziative fortunate e fatte fallire nel corso degli ultimi 50 anni non solo a Reggio, ma in tutta la Calabria. La politica culturale, purtroppo, ha sempre avuto il fiato corto, seguendo più ideologia che obiettivi di crescita e formazione, ma si è sempre in tempo a invertire la rotta. Servono risorse umane, prima di ogni cosa, ma non deve mancare l’apporto delle Istituzioni.

Il teatro è Cultura e va sostenuto e incentivato, così come vanno promosse le iniziative di formazione (scuole di attori, corsi professionali per registi, autori, e, ovviamente, tecnici e maestranze.

La risposta del pubblico a teatro è largamente positiva, in Calabria, ma è necessario promuovere e sostenere la nascita di nuove compagnie con talenti locali. Le idee ci sono, mancano spesso i mezzi e le risorse finanziarie, ma soprattutto manca (però si può delineare e costruire) una visione di futuro che veda il coinvolgimento dei giovani e l’utilizzo delle nuove tecnologie per far conoscere il piacere del teatro e seminare cultura. In una terra dove la cultura fa parte del territorio e fa sentire il suo profumo in ogni angolo della Calabria. (rrm)