A Brancaleone i bergamotticoltori: L’Igp per bergamotto di RC non può più attendere

Bergamotticoltori, trasformatori, rappresentanti di cooperative, sindaci del territorio ed esponenti politici di destra e di sinistra fanno fronte comune contro il boicottaggio da parte della Regione Calabria dell’approvazione ministeriale dell’IGP avvenuta a dicembre

Se ne è parlato nel corso della terza assemblea pubblica sul “caso” Bergamotto di Reggio Calabria, tenutasi alla biblioteca comunale  organizzata dal Comitato dei bergamotticoltori reggini insieme a Copagri Calabria, Liberi agricoltori-Anpa, Conflavoro agricoltura, Nuova Unci Calabria, Usb Lavoro agricolo e al Comitato promotore per l’Igp Bergamotto di Reggio Calabria.

Il Disciplinare di produzione dell’Igp è stato anche in questa occasione distribuito al folto pubblico presente. Durante l’esposizione di tutto l’iter che ha condotto dopo tre anni all’approvazione ministeriale del Disciplinare Igp, sono emerse le incongruenze e le fallanze dell’ipotesi Dop che per i relatori è «qualcosa di inesistente e inapprovabile ma che per interessi privati sta bloccando il vero processo di sviluppo della filiera bergamotticola».

Giuseppe Falcone, del Comitato dei bergamotticoltori reggini, ha evidenziato come si stia perdendo tempo prezioso in un contesto di crisi climatica ed economica e in cui il prezzo del bergamotto non viene deciso dal mercato ma dal cartello dell’industria oltre ad evidenziare le criticità della Dop, il cui iter il Ministero non ha mai intrapreso:«è sufficiente vagliare la documentazione presentata per l’estensione del disciplinare della essenza Dop al frutto, per capire che è un copia e incolla del vecchio disciplinare dell’essenza: il  sesto di impianto indicato escluderebbe gran parte dei bergamotticoltori, l’utilizzo dell’arancio amaro quale portainnesto non è più consentito in Italia da un decennio, vi è la mancanza assoluta della documentazione necessaria all’approvazione della ipotetica Dop  ed è ormai ufficiale la mancanza dei  famosi studi dell’università tanto sbandierati e necessari per ottenere la Dop». 

«I video delle varie interviste televisive di molti personaggi coinvolti in questa storia infinita – ha proseguito – hanno dimostrato la scarsa conoscenza dei regolamenti e del problema, la quale che si trasforma in menzogna pubblica: è pazzesco che presidenti, onorevoli, rappresentanti istituzionali e di alcune associazioni di categoria si esprimano per sentito dire e senza mai aver letto le carte come si dovrebbe prima di prendere una decisione».

Giuseppe Mangone, di Liberi Agricoltori, ha sostenuto che «è finito il tempo delle parole e non si può più aspettare di concludere un iter approvato ovvero quello dell’Igp per coprire invece gli interessi del nulla ovvero della Dop solamente perché i decisori sono stati presi in giro e non possono ammetterlo; Occhiuto e Gallo non hanno nemmeno avuto il garbo di rispondere  alle nostre sollecitazioni e alla nostra lettera di aprile nella quale ci siamo aperti ad una soluzione unitaria mettendo in luce le criticità irreversibili dell’ipotesi Dop e suggerendo una ipotesi immediata e ottimale per tutti».

«Vuol dire che li andremo a trovare noi tutti insieme – ha detto – con le famiglie dei 508 aderenti all’Igp direttamente alla Cittadella, per un confronto schietto e si spera risolutivo».

Francesco Macrì di Copagri Calabria ha sottolineato come sia paradossale che si continui su questa strada, obiettivamente sbagliata solo perché si è convinti che «la Dop è meglio dell’Igp» senza conoscerne le motivazioni e quando ormai tutti sanno che non è così, oltre al fatto che il Disciplinare dell’Igp all’art. 8 specifica, come fosse una DOP, che tutta la filiera si svolge solo all’interno dell’area vocata e quindi non è possibile che possa entrare prodotto da fuori, argomento che la controparte porta avanti pur sapendo di mentire. La situazione da paradossale oggi è diventata letteralmente ridicola: è il frutto del malcostume diffuso di non applicare studio e approfondimento di ogni tematica».

Aurelio Monte di Usb Lavoro agricolo ha sottolineato come il “caso bergamotto” stia riuscendo, a livello locale, a mettere d’accordo la destra con la sinistra per fronteggiare un problema vero del territorio: «tutti parlano di Dop ma di fatto in più di venti anni a cosa è servita quella dell’essenza oltre a tenere in piedi un ricco carrozzone? A nulla! Visto che di fatto non esiste e non serve nemmeno alla tutela, dal momento che si producono 150.000 kg di essenza di bergamotto all’anno e in Italia se ne commercializzano due milioni».

Sono seguiti gli interventi del sindaco di Brancaleone, Silvestro Garoffolo, del sindaco di Staiti, Giovanna Pellicanò, del sindaco di Caraffa del Bianco, Stefano Marrapodi, dell’assessore al ramo di Locri Giuseppe Arone, del commissario regionale della Lega Giacomo Saccomanno, di numerosi agricoltori e trasformatori.

Ha concluso Rosario Previtera in rappresentanza del Comitato promotore dell’Igp Bergamotto di Reggio Calabria, che comunque si dimostra fiducioso: «Il 5 giugno 2024, giornata mondiale dell’ambiente, saranno tre anni dalla presentazione dell’istanza dell’Igp al Ministero e alla Regione Calabria. Ritengo che a questo punto sia solo una questione di tempo l’ottenimento dell’Igp di fronte di quanto ormai è emerso e continua ad emergere».

«Non si può rimanere in stallo per altri due anni – ha proseguito – a causa di motivi futili e senza alcuna base giuridica. Il Masaf convocherà la Regione, in seguito alla comunicazione del 28 febbraio proprio del dirigente del Dipartimento agricoltura calabrese che dopo tre anni si ricorda che non gli piace più l’Igp, ormai approvata, a fronte di una Dop oggi dimostratasi virtuale. Tale conta dei numeri tra soggetti che presentano una domanda simile, mostreranno però la differenza reale: più di 500 aderenti e più di 800 ettari per l’Igp a fronte di una ventina di operatori del consorzio della essenza Dop».

«Ma si perderà altro tempo prezioso inutilmente – ha concluso –. Ecco perché confido ancora nel governatore Occhiuto e nell’assessore Gallo, presidente e assessore di tutti, per una risoluzione immediata e indolore per come immaginato: si approvi l’Igp visto che esiste e subito dopo, quando gli studi necessari saranno pronti, si potrà pensare unitariamente alla eventuale conversione in Dop». (rrc) 

 

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Incomprensibile battaglia per Dop o l’Igp

di GIACOMO SACCOMANNOAffollatissimo incontro presso la biblioteca Comunale di Brancaleone per spiegare la situazione e per cercare di riprendere il dovuto percorso intrapreso dai produttori di Bergamotto. Però, “Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”: Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata!

Dalla relazione del presidente del Comitato, Rosario Previtera, è emersa una situazione veramente aberrante: nel momento in cui l’Igp ha ottenuto, nella data del 12.12.2023, l’approvazione del disciplinare da parte del Ministero dell’Agricoltura, si è fatto di tutto per bloccare l’atto finale dell’assemblea e per completare il riconoscimento dell’Igp! E su cosa poi? La presentazione della richiesta Dop da parte del Consorzio di tutela del Bergamotto, presieduto da Ezio Pizzi, che risulta incompleta e senza la documentazione necessaria e, quindi, allo stato, inaccoglibile.

E cosa dire poi dello strano cambio di idea del direttore del dipartimento Agricoltura della Regiona con una semplice lettera che non rispetta i canoni del diritto amministrativo? Ed, ancora, le furvianti ed inveritiere affermazioni che la Dop sarebbe stata approvata in pochi mesi, quando invece bisogna ricominciare tutto da capo e, quindi, necessitano oltre 2 anni! Ed allora? Cui prodest?

Le risposte potrebbero essere tante e, quindi, limitiamo queste a quelle più evidenti: a) il Consorzio, che opera da oltre 20 anni, non ha mai pensato alla Dop per la semplice ragione che ottiene importanti contribuzioni pubbliche e stabilisce il prezzo dell’essenza, obbligando, allo stato, gli agricoltori ad accettare importi che spesso non coprono nemmeno le spese anticipate; b) vi è un mercato dell’essenza che dinnanzi ad una possibile utilizzazione un certo quantitativo, invece smercia partite dieci volte superiore; c) il Comitato ha una rappresentanza univoca e superiore a quella, quasi, inesistente del Consorzio, con oltre 500 associati e più di 800 ettari di bergamotteti nell’area vocata, che comprende più di 50 comuni; d) non è assolutamente vero che la Dop sia migliore dell’Igp e che possa essere riconosciuta in pochi mesi, non essendoci, tra l’altro, nella domanda presentata dal Consorzio la necessaria documentazione e quello che maggiormente colpisce gli studi universitari che avrebbero dovuto supportare il percorso di ricerca basilare per l’approvazione.

Ma non è finita qui! È fondamentale che si raggiunga al più presto il risultato del riconoscimento per evitare che l’importante “nicchia” calabrese possa essere superata da altri territori, che si stanno fortemente attrezzando. Ricordiamo soltanto che con il bergamotto di Reggio Calabria la Francia è riuscita a creare un importante mercato di utilizzazione del frutto realizzando “Bergamote(s) de Nancy Igp”, con zona di produzione che comprende i dipartimenti Meuse, Meurthe et Moselle, Moselle, Vosgi, nella regione Lorena. Si legge nel sito dell’associazione quanto segue: “La Bergamote de Nancy IGP rappresenta uno dei principali impieghi gastronomici dell’essenza di bergamotto, frutto dalle origini antichissime, attualmente coltivato in Italia in una delimitata area geografica della regione Calabria e tutelato dalla denominazione d’origine protetta dal 1999. Il suo potere antisettico e antibatterico fa sì che la Bergamote de Nancy Igp sia apprezzata anche per il suo potere disinfettante”.

Ebbene, concludendo, non si comprendono gli strani interessi -anche se possono intuirsi- di coloro che stanno tentando, in tutti i modi, di bloccare il riconoscimento dell’Igp, ma quello che, invece, si chiede, a gran voce, è di fare chiarezza, specialmente da parte di coloro che dovrebbero essere terzi e avere a base solamente l’interesse dei territori e delle comunità locali che vedono sfumare un sogno, già realizzato in altri territtori.

A questi soggetti la Lega non può che chiedere ampia chiarezza e la verifica delle carte esistenti in modo trasparente e al di fuori di possibili interessi diversi e portati avanti, forse, da lobby, che non hanno nulla a che vedere con chi sacrifica la propria vita sui campi per poter sostenere la propria famiglia. (gs)

[Giacomo Saccomanno è commissario regionale della Lega]

Copagri Calabria: Concludere iter ministeriale per riconoscimento Igp a Bergamotto di Reggio Calabria

Copagri Calabria ha ribadito l’importanza di «concludere l’iter che ha visto l’approvazione ministeriale del Disciplinare di produzione, tramite la dovuta convocazione della Riunione di pubblico accertamento» e, proprio per questo, assieme  ad altre sigle sindacali, Copagri Calabria ha già scritto agli uffici preposti del Masaf e al ministro Lollobrigida.

«Perdere o procrastinare un obiettivo tanto atteso e ormai raggiunto, ovvero l’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria che è la certificazione di qualità più opportuna per un agrume, appare oggi paradossale oltre che costituire un vero e proprio danno nei confronti dei bergamotticoltori», ha ribadito il presidente, Francesco Macrì.

«Soprattutto perché  – ha concluso – ad un percorso già concluso con relazioni tecniche e scientifiche, attestate da una documentazione impeccabile, si contrappone la richiesta del dop carente in moltissime parti e con pericolose prescrizioni»

La Confederazione, poi, in merito agli articoli di stampa pubblicati negli ultimi periodi inerenti al percorso di valorizzazione del Bergamotto di Reggio Calabria e alla querelle inerente all’ottenimento dell’Igp e alla presentazione della Dop, si tiene a rettificare che Copagri Calabria e Copagri provinciale sono a favore dell’Igp e sostengono tale percorso così come dichiarato ufficialmente  il 28 febbraio unitamente ad altra associazione sulle quattro associazioni datoriali presenti alla riunione indetta dal presidente Occhiuto presso la Cittadella regionale». (rcz)

Mantegna (Metrocity RC): Riconoscimento Igp per Bergamotto di RC risultato che riscatta l’oro verde

Il consigliere delegato della Città Metropolitana di RC, Domenico Mantegna ha salutato «con grande gioia, entusiasmo e soddisfazione l’approvazione, da parte del Ministero dell’Agricoltura, del riconoscimento di indicazione geografica protetta (Igp) – e del relativo disciplinare di produzione – per il bergamotto di Reggio Calabria».

«È un successo che riscatta l’oro verde della Città Metropolitana, dopo anni di abusi e indebite appropriazioni. Il bergamotto, ufficialmente, è solo di Reggio Calabria», ha detto Mantegna, commentando la decisione del dicastero di via XX settembre che «dopo un’istruttoria durata oltre due anni, si è espresso in favore di un diritto legittimo».

«In questo contesto – ha precisato Mantegna – va sottolineato il lavoro, costante, infaticabile e certosino, del “Comitato promotore per il Bergamotto di Reggio Calabria Igp e la sua tutela e valorizzazione”, presieduto dall’agronomo Rosario Previtera, cui va il mio ringraziamento che si estende agli oltre 300 operatori tra coltivatori, trasformatori e associazioni, che fanno parte di questa splendida realtà».

«Dentro l’Igp – ha continuato il delegato metropolitano – rientrano anche quanti sono stati esclusi dal riconoscimento “Dop” per l’olio essenziale del bergamotto, grazie ad un disciplinare che ne contempla produzione e trasformazione solo all’interno dell’area geografica individuata, compresi i derivati del ciclo agroalimentare e del food. L’area di produzione, dunque, arriva a 50 Comuni della Città metropolitane per un’estensione territoriale che va da Villa San Giovanni ed arriva fino a Monasterace. È, dunque, un successo di tutti e per tutti».

«La filiera reggina – ha concluso Domenico Mantegna – in forza del riconoscimento da parte del Ministero e dell’opera lodevole e fondamentale portata avanti dal Comitato, è ora ampiamente tutelata. Sulle etichette dei prodotti che si comporranno di elementi derivati dal bergamotto comparirà il riferimento a Reggio Calabria ed al suo comprensorio, salvaguardando il consumatore da ogni produzione diversa e che abbassa prezzi e qualità sul mercato. La strada è quella giusta. Adesso, bisogna continuare a spingere per rilanciare un’unicità che è fatica, sudore e stigma della nostra gente e dei nostri bergamotteti». (rrc)

Avviata la procedura per il riconoscimento Igp del “Bergamotto di Reggio Calabria”

Il  Comitato promotore per il “Bergamotto di Reggio Calabria Igp e la sua tutela e valorizzazione, sotto forma di ATS (Associazione Temporanea di Scopo), ha avviato, ufficialmente, la procedura per il riconoscimento del Bergamotto di Reggio Calabria Igp.

A coordinare le procedure tecniche e burocratiche, per conto delle aziende agricole e delle aziende di trasformazione costituenti il Comitato promotore per l’IGP, è l’agronomo Rosario Previtera, che spera «nei tempi stretti e auspichiamo vivamente che la Regione Calabria – Dipartimento Agricoltura e il Ministero dell’Agricoltura possano procedere con l’istruttoria nel minor tempo possibile al fine di ottenere il riconoscimento dall’Ue in tempi brevi e, successivamente, poter costituire lo specifico Consorzio di tutela per come previsto dai regolamenti comunitari vigenti».

«Abbiamo impiegato più di un anno di lavoro – ha spiegato Privitera – tra l’animazione territoriale insieme ad altri colleghi agronomi, la ricerca storico-bibliografica e scientifica e la produzione della necessaria documentazione richiesta dal Reg. Ue 1151/2012, dal Reg Ue 668/2014 e dal D.M. del 14/10/2013. Dopo varie interlocuzioni con gli enti preposti, abbiamo inviato ufficialmente la poderosa documentazione prevista al Mipaaf e alla Regione Calabria il 5 giugno».

«Una data appositamente individuata – ha spiegato ancora – in quanto Giornata mondiale dell’ambiente che, per il 2021, vede come tema il “Recupero degli ecosistemi”. Crediamo, infatti, nell’agricoltura sostenibile e nella possibilità di ridare slancio al territorio vocato, da intendere come grande ecosistema con le sue valenze “green” proprio grazie alla concreta valorizzazione del suo prodotto più rappresentativo: il Bergamotto di Reggio Calabria».

L’Ats, in partenza, è stata costituita da ben 159 tra aziende agricole singole e associate ed aziende di trasformazione, con un totale di 461 ettari pari a circa il 40% dei 1200 ettari di bergamotto censiti dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria. Inoltre aderiscono una decina di associazioni ed istituzioni.

«La rappresentatività della filiera è dunque elevata – ha dichiarato Previtera – e stanno pervenendo decine di altre adesioni tramite il sito www.bergamia.org che abbiamo istituito proprio per fornire informazioni, e consentire a tutti di seguire l’iter burocratico che, speriamo, ci porti presto al riconoscimento del marchio Igp per il Bergamotto di Reggio Calabria e per il suo succo: una Indicazione Geografica Protetta che riguarda la storica area vocata di 50 comuni da Villa San Giovanni a Monasterace».

«L’Ats, inoltre – ha proseguito Privitera – è stata concepita e strutturata per svolgere anche altre azioni di valorizzazione e promozione del bergamotto reggino e per partecipare a Bandi di vario tipo. L’Igp è un’occasione unica per tutelare il Bergamotto di Reggio Calabria che subisce costantemente effetti di concorrenza crescente e spesso sleale da parte di prodotti “al bergamotto” provenienti da aree diverse dalla zona geografica storica e addirittura da coltivazioni extra-provinciali ed extra regionali».