Domani, a Torino, alle 18.00, presso la Sala Rondolino del Cinema Massimo, la proiezione del video Io ci sono scritto e diretto da Monica d’Alessandro.
Interpretato da Alessandro Haber, il video è stato ispirato dalla personale esperienza di Pino Masciari, un imprenditore calabrese divenuto testimone di giustizia che, da molti anni, ha avuto il coraggio di denunciare decine di ‘ndranghetisti delle quattro province, tra cui esponenti politici e magistrati.
«Ritenendo di rilevante importanza – si legge nel comunicato stampa – l’esperienza di Masciari nella lotta alla criminalità organizzata nel nostro paese, il video è stato realizzato dall’artista per divulgare la condizione del testimone di giustizia, con lo stesso linguaggio da essa utilizzato con le opere precedenti».
Promosso da Artegiovane, con il patrocinio di Film Commission Torino Piemonte, Roma- Lazio Film Commission,dell’Associazione Legalità Organizzata, Benvenuti in Italia, dell’Associazione Museo Nazionale del Cinema, Io ci sono è una è una personale lettura di un tema scottante, di carattere sociale, che non abbandona mai le cronache dei giornali e le aule dei tribunali: il testimone di giustizia.
In particolare, il video è incentrato sulla figura di Pino Masciari, le cui vicende giudiziarie, dipese dalla ’ndrangheta, hanno portato, oltre alla messa a rischio della propria vita e dei propri familiari, a condizioni di disagio e a una forma di esilio permanente.
Ricordiamo che le denunce di Masciari, a partire dal 1994, hanno consentito l’incriminazione e la condanna di decine di ‘ndraghetisti, tra cui rappresentanti dello Stato e delle Istituzioni, costringendo l’imprenditore calabrese e la sua famiglia a un programma speciale di protezione, che non sempre è risultato all’altezza della pericolosità del caso. Il racconto dell’intera vicenda si trova nel libro autobiografico, scritto a quattro mani con la moglie Marisa,Organizzare il Coraggio. La nostra vita contro la ‘ndrangheta (Add editore, Torino 2010).
Il video, tuttavia, non vuole dare solo voce a un testimone di giustizia, al suo atto di coraggio, di reazione all’illegalità e al degrado del nostro paese. Certamente, è un opera di impegno civile, ma non si limita al messaggio, pur importante, di denuncia sociale. Piuttosto, lavora sul significato della testimonianza, sul valore della parola, perché testimoniare, si sa, è alzare la mano in prima persona e impegnarsi a dire la verità.
Perciò, è una sorta di manifesto programmatico di critica del presente, dove è in gioco l’intera condizione umana. La luce verdastra e artificiale dei monitor è la patina che riveste ogni parola, gesto comportamento, che svuota di senso anche una vicenda drammatica come quella di Pino Masciari, dissolvendola in una dimensione quasi spettrale. Nel video le parole del testimone di giustizia si confondono con quelle pirandelliane del Fu Mattia Pascal, così come la presenza dello stesso Masciari, si sovrappone a quella del noto attore Alessandro Haber, nel tentativo di salvaguardare, attraverso l’azione liberatrice della parola recitata, il pathos di un’esperienza che ci fa riflettere, non solo sulla giustizia, ma sul destino dell’identità di ognuno di noi.
Presentano Stefano Boni, del Museo Nazionale del Cinema, e i critici Olga Gambari e Paolo Manera. A seguire, un dibattito in cui interverranno, oltre l’artista, Pino e Marisa Masciari, Roberto Catani, Gian Luca Favetto, e Luigi Roccati. Modera Alvise Chevallard, presidente Associazione Artegiovane. (rrm)