REGGIO – A Porto Bolaro la mostra sull’aviazione

Al Centro Commerciale Porto Bolaro di Reggio Calabria è possibile ammirare la mostra sull’aviazione, in cui storia e innovazione si incontrano in  un’esposizione che offre un’immersione completa nel mondo aeronautico. 

Una mostra unica nel suo genere, dove i visitatori potranno ammirare da vicino modelli iconici come il leggendario  Sopwith Camel, il mitico Supermarine Spitfire e l’avanguardistico  Eurofighter Typhoon. Grazie alla collaborazione con la Mostra di Modellismo,  saranno esposti anche droni e velivoli ultraleggeri. Pannelli informativi  illustreranno la storia dell’aeroporto di Reggio Calabria e dell’Aero Club locale,  per raccontare le radici e lo sviluppo del volo nella nostra città.

Inoltre, ogni weekend, dalle 17 alle 20, è in programma un simulatore di volo, un’attività per i più piccoli con l’attestato di volo e, per gli adulti, degli incontri con gli esperti, con ingegneri aerospaziali, ex piloti e tecnici dell’Aero Club. (rrc)

REGGIO – Si presenta il libro “Il Cardinale Ruffo e la straordinaria avventura del 1799”

Domani pomeriggio, a Reggio, alle 17, alla Biblioteca Villetta “De Nava”, sarà presentato il libro “Il Cardinale Ruffo e la straordinaria avventura del 1799” di Giuseppe Caridi, edito da Rubbettino.

L’evento è stato organizzato dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria e la Deputazione di Storia Patria per la Calabria, con il patrocinio del Comune di Reggio Calabria.

Dopo i saluti della dott.ssa Daniela Neri, responsabile della Biblioteca “De Nava”, e della dott.ssa Loreley Rosita Borruto, Presidente del Cis della Calabria, dialoga con l’autore il dott. Alfredo Focà, Deputazione di Storia patria per la Calabria.

Giuseppe Caridi, già Ordinario di Storia moderna dell’Università di Messina, studioso degli aspetti sociali, economici, religiosi e politico–amministrativi della Calabria, è autore di numerosi libri, monografie, saggi e articoli. In questo ultimo libro, Giuseppe Caridi illustra la storia di Fabrizio Ruffo, dopo essere stato nominato cardinale nel 1799 si trasferisce a Napoli. Con l’avvento della Repubblica e la fuga in Sicilia di Ferdinando IV di Borbone, il cardinale Ruffo, in qualità di vicario regio, nel febbraio 1799 intraprende la spedizione sanfedista che in 4 mesi porta alla riconquista del Regno di Napoli.

Partito fra lo scetticismo generale con pochi uomini e scarsi mezzi finanziari, il suo impegno di salvare la vita ai giacobini napoletani viene però disatteso dall’intervento degli inglesi al comando dell’Ammiraglio Nelson. Il cardinale Ruffo, sebbene oggetto di controverse interpretazioni, rimane un personaggio di rilievo indiscutibile per avere compiuto una straordinaria impresa militare e politica. (rcs)

La via della bellezza da Amaroni a Stalettì

Si intitola La via della bellezza il progetto realizzato dall’Associazione Terra di Mezzo, guidato da Gianni Paone e volto a offrire ai giovani che vivono o studiano nell’area comprendente i comuni di Girifalco, Squillace, Amaroni, Vallefiorita, Stalettì e Gasperina, l’opportunità di approfondire la conoscenza del territorio circostante, attraverso la ricerca sui testi e l’esplorazione d’ambiente.

 L’obiettivo principale è stato quello di promuovere l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di sé nei partecipanti e di favorire una più puntuale conoscenza e valorizzazione del territorio in cui gli stessi vivono. Le attività progettuali svolte hanno avuto lo scopo di sollecitare la scoperta di un patrimonio materiale (storico e naturalistico) e immateriale (spesso ignorato) e, attraverso questo, di promuovere la cittadinanza attiva come cognizione, scoperta e descrizione dell’ambiente in cui i giovani si trovano immersi.

«L’idea di lavorare con giovani che hanno vissuto il lockdown dovuto all’emergenza pandemica – ha spiegato Paone – che ha determinato un ritrarsi in relazioni asfittiche e virtuali, ci ha convinti che fosse necessario condurre un’attività di esplorazione d’ambiente per riappropriarsi insieme della libertà di muoversi e rifondare relazioni comunitarie e rapporti intergenerazionali. Non secondario l’obiettivo di riscoprire il proprio passato, e di individuare percorsi di conoscenza artistico-naturalistici e diffonderli attraverso un uso corretto della “creatività giovanile”».

Grazie all’esperienza dei volontari dell’Associazione come Micaela Papa e, in particolare Raffaele Viscomi, i partecipanti, attraverso l’attivazione di esperienze pratiche d’apprendimento, hanno potuto sperimentare processi di sviluppo creativo e hanno imparato a costruire relazioni e fare rete per cooperare allo scopo di realizzare un proprio progetto (la realizzazione di riprese immersive a 360° per un utilizzo sia su pc che su visori di realtà virtuale e di uno storytelling che guidi alla scoperta del territorio).

Un indubbio valore aggiunto del progetto è stata la creazione di una rete di relazioni tra enti, associazioni no profit, amministrazioni comunali e istituzioni scolastiche che non si limita al periodo progettuale ma che è destinato ad avere sviluppi fruttuosi nel tempo come dimostrerebbe l’interesse manifestato dal Cpia con il coinvolgimento dei giovani extracomunitari e dall’Istituto d’Istruzione Superiore Ettore Majorana di Girifalco, che ha richiesto l’attuazione di un Pcto per l’anno scolastico 2024-25 basato sull’esplorazione del territorio, lo storytelling e la realizzazione di filmati immersivi.

«Il progetto – ha spiegato Raffaele Viscomi – era rivolto ai giovani dai 15 ai 34. A loro è stato chiesto di segnalare beni culturali e di interesse naturalistico, storico, artistico, archeologico, architettonico, etno-antropologico, letterario e di candidarsi a un percorso formativo sulla narrazione e sulle tecniche di ripresa a 360°, per le quali sono stati affiancati dai tutor di Terra di Mezzo».

I giovani partecipanti provenivano da tutti i comuni indicati e i tour immersivi realizzati, a esempio quelli su Amaroni e Stalettì, sono visibili sul web e messi a disposizione dei Comuni partner.

Terminato il progetto, inizierà la disseminazione dei risultati con incontri di presentazione del lavoro svolto con il coinvolgimento di altri Comuni che hanno espresso interesse a realizzare il progetto anche nel loro territorio. (rcz)

Il Sindaco di Santa Severina consegna le Chiavi della Città alla sua Patrona

Il sindaco di Santa Severina, Salvatore Lucio Giordano, a nome dell’Amministrazione Comunale ha deposto ai piedi della Patrona le chiavi della Città, affinché la Santa continui a proteggere ed a preservare il popolo santaseverinese e il suo territorio.

La consegna delle chiavi, realizzate dal maestro orafo Michele Affidato, è avvenuta in occasione dell’annuale festa in onore di Sant’Anastasia, Patrona di Santa Severina e Compatrona dell’Arcidiocesi di Crotone – S. Severina, lo scorso 29 ottobre, nella storica cornice della Concattedrale, nel corso di una solenne concelebrazione presieduta da Mons. Claudio Maniago, Metropolita di Catanzaro – Squillace.

La protezione di Sant’Anastasia risale ad antiche tradizioni quando in occasione di un devastante terremoto che colpì duramente molte località calabresi, il popolo di Santa Severina, attribuendo lo scampato pericolo all’intercessione di Sant’Anastasia, la invocò come sua protettrice. Questo gesto fortemente voluto da Don Gino Gulizia, parroco della Parrocchia Santa Maria Maggiore in Santa Severina, rappresenta un intreccio di fede, devozione e tradizione popolare. 

Questo gesto fortemente voluto da Don Gino Gulizia, parroco della Parrocchia Santa Maria Maggiore in Santa Severina, rappresenta un intreccio di fede, devozione e tradizione popolare. Nel consegnare le chiavi nelle mani della santa, si affidano alla stessa i progetti, i sogni e le sofferenze della comunità. Una comunità che guarda al futuro senza dimenticare il proprio passato.

La celebrazione ha visto la numerosa e sentita partecipazione da parte della comunità santaseverinese.  Al solenne rito erano presenti non solo le autorità politiche e militari, ma anche una larga rappresentanza del clero diocesano, a testimonianza dell’importanza dell’evento per tutta l’Arcidiocesi.

Le chiavi sono un’opera di rara bellezza: forgiate in argento e laminate in oro con gemme rosse incastonate che richiamano il martirio della Santa Protettrice. Questo gesto è stato pensato come un omaggio alla Patrona e un atto di devozione che rinnova il legame indissolubile tra la città di Santa Severina e Sant’Anastasia, la cui protezione è invocata da tante generazioni di fedeli. La simbologia delle chiavi è da sempre legata alla protezione, alla custodia e al potere di intercessione della Santa, come colei che “apre le porte” alla grazia divina.

La tradizione di affidare le chiavi di una città a una figura sacra trova le sue radici in epoche antiche, simboleggiando la fiducia della comunità e l’affidamento della città sotto la protezione del Cielo. La realizzazione delle chiavi rappresenta un atto d’amore di Affidato verso la comunità di Santa Severina, a testimonianza di un legame profondo, che da un trentennio con la sua arte ha segnato momenti storici, culturali e religiosi della Città.

La scelta del maestro Michele Affidato per la realizzazione di quest’opera non è casuale. Affidato, orafo della Santa Sede, noto per il suo straordinario contributo all’arte sacra, ha già collaborato in passato con la Chiesa di Santa Severina. Tra le sue opere per questa Città, spicca la splendida Teca in argento e oro che custodisce la tela seicentesca della Madonna del Pozzoleo. Commissionata per custodire e proteggere un’opera d’arte di inestimabile valore, benedetta in Vaticano da Papa Benedetto XVI, mentre era parroco Don Serafino Parisi, oggi Vescovo di Lamezia Terme. Ma l’impegno di Affidato va ben oltre, negli anni, il maestro orafo ha creato i Pastorali d’argento per gli ultimi tre Vescovi dell’Arcidiocesi di Crotone – S. Severina: Mons. Andrea Muggione, Mons. Domenico Graziani e Mons. Angelo Raffaele Panzetta, consegnati nel giorno del loro insediamento. (rkr)

 

ACRI (CS) – Il 9 novembre la mostra antologica “La variabile del tempo” di Massimo Sirelli

Il 9 novembre, ad Acri, al Museo d’Arte Contemporanea, sarà inaugurata la mostra antologica La variabile del tempo di Massimo Sirelli e a cura di Antonella Bongarzone.

La mostra, visitabile fino al 7 marzo, è stata possibile grazie al finanziamento che l’Associazione Oesum Led Icima ha ottenuto a mezzo dell’Avviso Pubblico TOCC (azione B2 transizione ecologica organismi culturali e creativi del Ministero della Cultura) della Direzione Generale Creatività Contemporanea.

L’esposizione, composta da 30 opere, festeggia i 30 anni di carriera dell’artista, ripercorrendo le tematiche nevralgiche nella produzione dell’artista calabrese che a mezzo di nuove iconografie elabora nuovi modi di definire il valore dell’opera d’arte e di restituirla come linguaggio.

L’approccio di Massimo Sirelli alle arti visive avviene in adolescenza tramite i graffiti, la street art ed il writing, che lo aiutano a filtrare la realtà. Primo artista calabrese, nella Calabria degli anni ‘90 lontana dalle atmosfere delle grandi metropoli italiane e europee, ad usare il linguaggio metropolitano come ambiente di ricerca e sperimentazione.

«Era l’estate del 1995, avevo 13 anni e da pochi giorni erano terminati gli esami di terza media. Un giorno presi delle bombolette dal magazzino degli attrezzi e realizzai il primo murales in strada. Non ho mai più smesso di cercare nuovi stimoli creativi».

Il percorso espositivo ripercorre gli assi tematici della sua produzione artistica. Massimo Sirelli appropriandosi di elementi prelevati dalla cultura di massa in modo dissacratorio e ironico, nonché di critica verso la nuova società dei consumi, riesce nelle sue opere, che esasperano volutamente i toni, a stravolgere le icone popolari. Scopo della sua arte è cercare un canale comunicativo diretto con un pubblico il più possibile allargato ed eterogeneo, instillando dubbi, stimolando riflessioni e suggerendo un diverso modo di osservare il reale.

L’antologica presenta una panoramica completa dei concetti e delle sperimentazioni che, nel corso degli anni, Sirelli ha sviluppato tra la pop e l’urban art: un percorso artistico che prende avvio negli anni Novanta del Novecento, ma che continua tutt’oggi. (rcs)

REGGIO – L’assessore Costantino: Ultimato intervento per messa in sicurezza su strada di Cataforio

L’assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Reggio, Francesco Costantino, ha annunciato come «è stato ultimato un intervento di messa in sicurezza della viabilità che conduce all’abitato di Cataforio», i cui lavori sono stati coordinati dal Rup Eleonora Megale del Settore Lavori Pubblici, diretto da Bruno Doldo.

Come precisato dall’esponente della Giunta comunale: «Nello specifico per le finalità dei lavori sono stati utilizzati dei fondi di un bando ministeriale che finanziava strade, come in questo caso, interessate da dissesto idrogeologico. La viabilità interessata è stata dotata di segnaletica orizzontale e impianto di illuminazione. L’ importo del finanziamento ammonta a 950.000 euro».
«Su chiara indicazione del sindaco Giuseppe Falcomatà – ha poi aggiunto Costantino – la programmazione prosegue. Stiamo portando avanti un ulteriore intervento con la stessa fonte di finanziamento nella zona Sud. Intervento attualmente in corso di realizzazione».
«Non sono semplici interventi di manutenzione o di riqualificazione stradale – ha concluso Costantino – ma si tratta di investimenti dietro ai quali c’è la precisa volontà da parte dell’Amministrazione comunale di far sentire meno quel senso di abbandono che sovente ascoltiamo quando ci confrontiamo con questi concittadini che abitano nei quartieri periferici». (rrc)

A Catanzaro e Squillace la Santa Messa presieduta da mons. Maniago

L’Arcivescovo Claudio Maniago ha presieduto, al cimitero di Catanzaro e di Squillace, la Santa Messa in occasione della Giornata dei Defunti.

Una giornata, ha spiegato mons. Maniago, che «è un’occasione per riflettere sul senso della vita e della morte, per rinnovare i legami con i propri cari e per ringraziare per il dono della vita: “Ognuno di noi ha avuto nella propria esperienza di vita – ha detto l’Arcivescovo – un momento in cui si è dovuta confrontare con la morte di una persona cara o un lutto comunitario. E abbiamo sentito forte il bisogno di una consolazione e di una presenza, di una parola».

«Tutti noi abbiamo dei familiari, degli amici defunti da ricordare – ha proseguito – ma abbiamo anche il dovere di ricordare tante persone che muoiono nell’anonimato. Ecco, non possiamo permettere che si dimentichino i defunti: fa parte del nostro essere persone, fa parte di noi non dimenticare e ricordare i defunti. La nostra società purtroppo prova ad allontanare questa memoria: noi non possiamo farci sorprendere e schiacciare da queste idee che rischiano di fare della nostra vita un popolo di disperati».

«Essersi ritrovati insieme nel principale cimitero della nostra città – ha detto l’Arcivescovo – rappresenta un momento importante perché ci avvicina a chi non sentiamo più vicino a noi, in un luogo santo in cui si custodisce la memoria di tante persone che ci hanno preceduto e che non dobbiamo dimenticare».

«La nostra fede ci dice che dobbiamo credere – ha sottolineato con forza monsignor Maniago – in Gesù Cristo morto e risorto per noi che ci ha detto quanto sia preziosa e importante la nostra vita che non vedrà una fine con la morte. La morte è un passaggio, la vita non è tolta: qui al cimitero siamo chiamati a ricordarlo a noi stessi e a tutta la comunità. I nostri cari sono vivi e presenti e noi oggi siamo qui per proclamare una fede che va oltre. In un luogo come questo siamo chiamati a credere nella vita come un dono dobbiamo però imparare a custodire, a vivere e a realizzare. Portiamo nel nostro cuore le persone che ci hanno preceduto, anche con la sofferenza, ma credendo che quello che facevano aveva un senso da consegnare alle generazioni future».

«Vogliamo prenderci l’impegno a credere e a curare la nostra vita personale – ha concluso l’Arcivescovo – ma anche la vita comune e la nostra vita comunitaria. È questo il senso del nostro impegno e del nostro sacrificio di tutti i giorni, da lasciare a chi verrà dopo di noi. In questo giorno, da una parte il nostro cuore non può che essere toccato dalla nostalgia e dalla malinconia dell’assenza fisica di persone a noi care che lasciano un vuoto nella nostra esistenza. Ma non può essere solo questo il sentimento di questo giorno: dobbiamo credere nella vita che il Signore Gesù Cristo morto e risorto per noi ci dona».

«Questo sarà consolazione per noi – ha concluso – e sarà dolce vivere questa giornata in un ricordo che non sarà angoscioso, ma che diventa dolce perché ci avvicina a persone a noi care».

 

Riapre al culto il Duomo di Cropani

Dopo anni di restauri, il Duomo di Cropani riapre al culto. Domani, infatti, alle 17, mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, presiederà la cerimonia di riapertura al culto dell’Insigne Collegiata dell’Assunta di Cropani.

Il programma prevede i saluti iniziali del parroco padre Francesco Critelli, del sindaco Raffaele Mercurio e dell’ing. Luigi Pelaggi, progettista e direttore dei lavori, che farà una relazione tecnica descrittiva del restauro conservativo della Collegiata. Le conclusioni sono a cura di mons. Maniago.

Il Duomo di Cropani, Insigne Collegiata dell’Assunta, è rimasto chiuso per tanti anni. Da poco è stato concluso il consolidamento conservativo e strutturale della copertura e della cupola. Ha il campanile più alto della Calabria e la sua facciata è fra le più importanti d’Italia.

All’interno custodisce tanti tesori d’arte, oltre alla teca con la rotula del ginocchio destro di San Marco Evangelista, donata da marinai veneziani ai cropanesi per averli salvati da un naufragio. Ai cropanesi come segno di gratitudine venne anche concessa la cittadinanza veneziana, che prevedeva tanti benefici sui noli.

Per l’evento della riapertura al culto dello storico e artistico edificio sacro, vsarà aperta la Biblioteca Comunale “Saverio Grande”, ubicata proprio di fronte all’Insigne Collegiata dell’ Assunta, nella suggestiva Piazza Duomo. Il Comitato di gestione della biblioteca è presieduto dal sindaco Raffaele Mercurio, che ha fortemente voluto questo polo culturale, e composto da Luigi Stanizzi,  Responsabile; Giulia De Fazio, Vice responsabile; Paolo Dragone segretario; Giuseppina Ruffo, rappresentante della maggioranza consiliare;  Anita Brescia, Rappresentante della minoranza consiliare; Rosita Femia, Rappresentante della scuola primaria Istituto comprensivo Cropani-Simeri Crichi; Santina Logozzo, Rappresentante della scuola secondaria di primo grado Istituto comprensivo Cropani-Simeri Crichi; Pietro Pitari, Noemi Grano, Luigi Loprete e Gianluca Pitari componenti esperti.

«È doveroso precisare  – si legge in una nota – che la Biblioteca Comunale di Cropani è aperta al pubblico da mesi,  in particolare grazie ai turni  quotidiani dei volontari Paolo Dragone, Giulia De Fazio, Rosita Femia, Giusy Ruffo, Noemi Grano che tengono aperti i battenti della struttura, punto di riferimento e organizzatrice di molteplici iniziative culturali.

«Sarà un momento pieno di entusiasmo e gioia – ha detto il sindaco Mercurio – in quanto garantirà, d’ora in poi, alla comunità residente e non, di fruire di un bene inestimabile di valore, intorno al quale ruota la nostra storia e cosentirà, inoltre, di rivalutare e potenziare l’attività turistica nel nostro territorio, per cui gli addetti sono già all’opera». (rcz)

REGGIO – Si presenta la campagna di prevenzione “Amati sempre”

Lunedì, a Reggio, alle 10.45, nella Sala Trisolini di Palazzo Alvaro, sarà presentata “Amati sempre – alla tua salute ci pensi tu”, la campagna di prevenzione al seno messa in campo dal Garante della Salute della Regione Calabria, Anna Maria Stanganelli.

Interverranno, oltre alla stessa Garante Stanganelli: la presidente dell’Intergruppo Parlamentare “Nuove Frontiere terapeutiche nei tumori della mammella”, la deputata Simona Loizzo; il sindaco della città, Giuseppe Falcomatà; il direttore generale dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia; il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Sanitaria, Sandro Giuffrida; la dr.ssa Alba Di Leone, della Komen Italia e lo Chief Operating Officer Board Member Caffè Mauro Spa, Valerio Chinè.

Quella messa in campo dalla Garante Stanganelli, infatti, è una massiccia campagna indirizzata alla popolazione femminile, con una serie di di iniziative che toccherà le diverse province del territorio calabrese.

Dalle 9 alle 15, infatti, al piazzale stazione Lido del lungomare cittadino, verranno effettuate gratuitamente visite ed esami diagnostici, quali ad esempio mammografie, per la prevenzione dei tumori al seno, nell’ambito del programma nazionale itinerante di promozione della salute femminile, “Carovana della prevenzione” attraverso due camper messi a disposizione da Komen Italia, un’organizzazione in prima linea nella lotta ai tumori, eseguiti da personale dell’Azienda Sanitaria provinciale, diretta dalla dr.ssa Lucia Di Furia.

Durante la giornata sarà, inoltre, possibile ritirare il materiale informativo necessario ad eseguire l’HPV Test in auto-prelievo. (rrc)

In contrada Palazzi di Casignana è nato il Parco delle Arti Diffuse

In contrada Palazzi di Casignana è nato il Parco delle Arti Diffuse, su idea di Mena Stelitano, artista e docente all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Un luogo intitolato a Giulio MezzatestaGiovanna Nucera, con l’obiettivo di attrarre ulteriore bellezza – perseguendo, «nel e per» il sociale, l’interazione fra Natura e Cultura – in un luogo già straordinario per valore paesaggistico e interesse storico-artistico considerata l’immediata vicinanza del sito archeologico della Villa Romana di Casignana.

L’intestazione a Giulio Mezzatesta e Giovanna Nucera vuole comunicare memorie d’affezione e monito contro ogni forma di violenza. I coniugi, originari proprietari terrieri del contado, qualche anno prima della loro fuga via da queste terre, erano stati vittime di aggressione nella loro casa di Caraffa del Bianco ad opera di ignoti.

Senza fini di lucro, con zero risorse economiche e fidando nel volontariato, in un contesto agrario di ulivi secolari, gli spazi all’aria aperta del Parco si propongono come luogo di accoglienza e incontro, sperimentazione e sviluppo delle molteplici forme di saperi delle arti nuove. Installazioni artistico-ambientali permanenti o interventi temporanei potranno avviare percorsi trasformativi e analisi delle logiche dei processi di costruzione e comunicazione dell’opera d’arte. Oltre la sfera delle arti visive, potranno verificarsi eventi immersivi e relazionali di musica, teatro, danza, poesia e letteratura.

In ambito formativo si potranno realizzare attività laboratoriali con le Scuole (da quelle dell’infanzia, alle primarie, alle secondarie di primo e secondo grado), le Università e le Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale (Accademie di Belle Arti e Conservatori di Musica). Attraverso le reti di Erasmus+ potranno stabilirsi relazioni internazionali con istituzioni formative terziarie dell’Unione Europea estendibile anche ai paesi extraUE, per stabilire “opportunità senza confini”.

Le persone con disabilità o fragilità psico-fisica saranno rese protagoniste di azioni di coinvolgimento accessibile.

Si attiveranno percorsi di conoscenza del patrimonio naturalistico locale, finalizzati alla condivisione civica per il rispetto, la tutela e la valorizzazione dell’ambiente. Si sperimenteranno metodologie colturali alternative a quelle imposte dal sistema di produttività intensiva, limitando fin quasi ad azzerare le operazioni agricole consuete.

Mena Stelitano, oltre che fondatrice e animatrice del Parco, è l’autrice della prima installazione artistica presente nel parco, collocata nell’agosto 2024. Si tratta di un’opera d’arte «extramediale» (ovvero che non si serve di mezzi tradizionali come la pittura o la scultura, ma di mezzi di comunicazione alternativi sradicati dalle loro funzioni consuete) che, assumendo le sembianze di tabelloni segnale- tici, prima di tutto interviene cromaticamente nel paesaggio del luogo, dialogando con lo stesso.

Queste immagini esposte hanno principalmente la funzione di segnale visivo sollecitante riflessione mentre le loro texture di fondo costituiscono un prelievo da dettagli di pittura.

Il pittogramma posto in alto è l’immagine stilizzata di una zinurra – ovvero un carciofino della pianta di cardo selvatico che è caratteristica della vegetazione locale – e simboleggia l’identità visiva del territorio.

Il messaggio di quest’opera è duplice con livelli di significazione che progressivamente si intensificano. Il primo più apparente messaggio è relativo alla sollecitazione visivo-ambientale avente carattere grafico-cromatico. Il messaggio più intenso è quello di memoria di negatività che non devono ripetersi.

Bisogna credere ancora che «La bellezza salverà il mondo», come argomentato da Fëdor Dostoevskij, e prima di lui da Sant’Ireneo e poi ancora come nella rilettura data da Mons. Gianfranco Ravasi, impegnandoci affinchè «l’estetica simbolica [abbia] la capacità di far convivere insieme il bello, il buono e il vero». (rrc)