L’OPINIONE / Emilio Errigo: Salvate almeno le fiumare e il mare dai rifiuti in Calabria

di EMILIO ERRIGO – Del pericolo rifiuti illecitamente abbandonati sulle strade e torrenti, del crescente stato degrado e incuria in cui versano le caratteristiche Fiumare Calabresi, ne avevo già parlato e scritto, informando come di mia consuetudine ad esclusiva tutela e protezione delle bellezze paesaggistiche e ambientali della nostra Calabria, i sempre più numerosi lettori e sostenitori di Calabria.Live.
Non sono in molti a sapere che a dispetto dei Cittadini della Calabria, che non si rendono ancora conto che le Fiumare della Calabria non sono e non devono diventare le discariche dei rifiuti solidi urbani, men che meno di scarico di materiale inerte da demolizione e ristrutturazioni edilizie, ogni anno sono in migliaia gli escursionisti e naturalisti, i quali attrezzati di tutto punto, provenienti da ogni parte del mondo, amano fare Trekking nelle suggestive e originali Fiumare ciottolose e sabbiose della Calabria.

Se in prossimità delle foci delle Fiumare vicino al mare, noterete delle macchine e automezzi di ogni genere con targhe straniere parcheggiate, sappiate che sono turisti che a differenza di noi Calabresi, percorrono ore e ore a piedi lungo i greti asciutti delle Fiumare, per osservare, ammirare, fotografare, godere delle presenze botaniche, ambienti ancora per grazia di Dio incontaminati, arbusti e cespugli fioriti di ginestra, origano, menta di montagna, felci europee, margheritoni, castagneti, faggeti, ecosistemi ancora integri e una ricca biodiversità di esseri viventi non riscontrabili in altre aree naturalistiche presenti in giro per l’Europa.

Quello che non è proprio bello a vedersi sono le buste biodegradabili contenenti rifiuti solidi urbani solitamente contenitori di prodotti alimentari, copertoni di auto, elettrodomestici, parti meccaniche, mobilio storico e quant’altro che è meglio tacere, lasciati o meglio abbandonati, chissà dove, da chi e quando, nelle Fiumare della Calabria, quelle di Reggio Calabria e Provincia in primis.

Benedetti signori ma non vi viene in mente che in ogni Città e quasi in ogni Comune superiore a 5000 abitanti, esiste un Centro-Deposito Raccolta Rifiuti Ingombranti dove poter conferire gratuitamente i propri rifiuti di casa di cui si intende disfarsi e i residui da lavoro delle variegate attività d’impresa?

Occorre solo telefonare al numero di pubblica utilità ambientale reperibile tramite telefonini per informarsi come fare chiedendo alle disponibili persone addette dell’Ufficio Comunale e si riceveranno tutte le indicazioni e suggerimenti necessarie delle quali si avverte il bisogno.

La coscienza e l’intelligenza ci dovrebbero indurre a pensare che quei rifiuti che noi abbandoniamo ai margini delle carreggiate stradali, rotatorie, cavalcavia, sottopassi ferroviari e stradali, piazze, giardini coltivati e terreni pubblici e privati, rischiano di essere attrattori di insetti, parassiti, ratti, animali incustoditi, incendiati, oppure alle prime piogge intense invernali finire attraverso la foce dei fiumi, torrenti e fiumare, nelle acque dei fondali marini.

Il caso più irragionevole ed emblematico di quanto è stato più volte detto, ridette e scritto, riguarda le due Fiumara del Torrente Valanidi I e II, fiumare tristemente note perché causa principale della disastrosa e mortale alluvione del 1953, che colpi nella notte dopo quattro giorni di piogge alluvionali, le strade e gli abitanti di Ravagnese-San Gregorio-Mortara e San Leo di Reggio Calabria. Bene come se i ricordi di quel disastro ambientale alluvionale e la memoria non avessero più senso, incivili o come li ha etichettati benevolmente in lingua nota ai più italianizzata, (sporcaccioni ) il carissimo sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, l’avv. Giuseppe Falcomatà, ci sono ancora personaggi indefinibili che continuano a lanciare dai finestrini delle auto sacchetti di rifiuti solidi urbani, presso l’uscita dello svincolo San Gregorio provenienti da San Leo o in direzione Pellaro.

Non solo e qui il disastro ambientale è vistoso, dopo che a seguito di tanto lavoro di bonifica ambientale e messa in sicurezza, e rimozione dalle tonnellate e tonnellate di rifiuti di ogni genere e pericolosità (temorcombusti abusivamete) della strada di accesso al Mercato Ortofrutticolo di San Gregorio, grazie anche alle indagini delle Forze di Polizia, Arpacal e Polizia Locale, sono stati liberati dai rifiuti tutte le strade e aree mercatali, dove hanno pensato di attivare la discarica?

Proprio nel greto della adiacente Fiumara Valanidi, quella denominata fiumara della morte che fu causa dell’alluvione di San Gregorio. Guardate il servizio fotografico di qualche giorno addietro. I danni ambientali sono rilevanti e compromettono la salute delle acque di balneazione e pesca.

Essere più protettivi e difensori della natura in cui viviamo e dei cui beni alimentari ci cibiamo, credo che costi pochi sacrifici, di contro i benefici ambientali e sociali per la nostra qualità della vita sono grandi. (ee)

(Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, docente universitario e studioso di diritto ambientale)

L’OPINIONE / Francesco Garofalo: Uniti per difendere stazione di Sibari o per far istituire la fermata a Doria

di FRANCESCO GAROFALO – Se dovesse essere confermata la decisione di Rfi di saltare la stazione di Sibari, con la bretella comunemente chiamata lunetta, Cassano dovrebbe battersi perché accanto alla fermata di Corigliano ci sia una fermata a Doria. Questo, nella malaugurata ipotesi del ridimensionamento del nodo di Sibari che dobbiamo in ogni caso, scongiurare battendosi con tutte le nostre forze.

Ma le notizie, che ci arrivano per lo snodo ferroviario di Sibari, non sono confortanti. E il silenzio attorno a questo argomento fa presagire nulla di positivo e chi dovrebbe parlare tace. È chiaro che Rete Ferroviaria Italiana fa il suo gioco in una logica aziendalistica, invero invece, a suo tempo avrebbero dovuto battersi e scongiurare questa ipotesi in maniera unitaria tutte le forze politiche. Su alcune tematiche ritengo  che riguardano gli interessi generali non ci possono essere contrapposizioni, uniti per difendere la storica stazione di Sibari, o “costringere” Rfi ad istituire la fermata a Doria, almeno per limitare i danni. (fg)

[Francesco Garofalo è presidente del Centro Studi “Giorgio La Pira”, della città terme]

L’OPINIONE / Nicola Fiorita: Non ci possiamo permettere incertezze ed errori

di NICOLA FIORITA – A conclusione della verifica politica e amministrativa condotta in queste settimane, ho deciso di ritirare le deleghe agli assessori in carica e azzerare la Giunta, passaggio che ritengo indispensabile per verificare fino in fondo le reali e sincere disponibilità a portare avanti il programma di rinnovamento che l’elettorato ha premiato. Ci aspettano tre anni di durissimo lavoro e non possiamo consentirci pause, incertezze, errori.

C’è necessità di uno sforzo corale e unitario, scevro da egoismi di parte, per consentire all’Amministrazione di cogliere i frutti del lavoro fin qui svolto e di centrare  nei tempi stabiliti gli obiettivi strategici quali – solo per citarne alcuni –  il completamento del porto, l’avvio delle attività del Centro Fieristico, l’istituzione di aree pedonali, il rilancio del centro storico anche attraverso nuove funzioni direzionali (Università, Tar, Centro per l’impiego, Archivio di Stato, Sovrintendenza), un nuovo rapporto con l’Università e l’Alta Formazione capace di generare un serio progetto di internazionalizzazione e quindi di presenze di studenti stranieri, l’ammodernamento dello stadio Ceravolo, la realizzazione di tre asili, la riqualificazione dell’area dei giardini Nicholas Green, di Villa Margherita e di Galleria Mancuso, il completamento del viadotto sulla Fiumarella al lungomare, la progettazione e realizzazione della seconda strada di accesso alternativa al Sansinato.
Assieme a questi obiettivi strategici c’è bisogno di maggiore efficacia nella politica delle manutenzioni e dell’ambiente, nonché un serrato confronto con Regione e Sorical per affrontare con maggiore incisività il problema della crisi idrica.
Occorre anche proseguire con ancora maggiore slancio il confronto con l’Ufficio del Commissario della Sanità per pretendere l’apertura del secondo pronto soccorso e la disponibilità dei fondi per realizzare nuovi spazi ospedalieri.
Uno sforzo notevole che ha bisogno evidentemente anche di una messa a punto della struttura burocratica del Comune. Entro dieci giorni, esplorate tutte le disponibilità in campo, trarrò le mie conclusioni e, con le prerogative che mi sono assegnate dalla legge, le conseguenti determinazioni. (nf)
[Nicola Fiorita è sindaco di Catanzaro]

L’OPINIONE / Enzo Musolino: Non basta intervenire per rattoppare le perdite, servono lavori sostitutivi

di ENZO MUSOLINO – Prendiamo spunto da una recente nota del Gruppo Consiliare PD alla Regione Calabria, sottoscritta dal Capogruppo Mimmo Bevacqua, per ragionare – anche da Villa – della crisi idrica che tutti ci investe, al di fuori da polemiche sterili e da semplicismi inopportuni.

Non è corretto, infatti, solo puntare il dito contro il cambiamento climatico (che è la causa fondamentale dell’ attuale grande sete mondiale) per deresponsabilizzarci.
Siamo tutti chiamati, infatti, a declinare il problema a livello locale, rubinetto per rubinetto, in modo da dare voce e speranza ai tanti calabresi che quest’estate hanno sofferto per la penuria d’acqua.
Tutto questo, quindi, riguarda in primis i Comuni – il livello istituzionale più vicino ai cittadini – che, a nostro parere,  dovrebbero sempre di più  rendere pubblici i dati su una “siccità” che colpisce soprattutto i più deboli, le fasce povere della popolazione.  Pertanto, come Circolo territoriale Democratico, chiediamo all’Amministrazione villese di intervenire sugli argomenti sollevati dal Gruppo PD al Consiglio regionale, esigendo anch’essa dalla Regione Calabria interventi adeguati e urgenti, strumenti di programmazione diretti anche alla realizzazione di opere strutturali sulle reti idriche “colabrodo”.  Non basta, purtroppo, intervenire per rattoppare, per sigillare le perdite sempre più frequenti; occorre dire la verità: le reti idriche dei comuni calabresi, Villa San Giovanni compresa, hanno bisogno di lavori sostitutivi non più rinviabili, con risorse che, ovviamente, debbono esulare dai bilanci disastrati delle municipalità.
È necessario verificare la reperibilità dai fondi Pnrr di risorse specificatamente dedicate all’approvvigionamento idrico dei comuni, è necessario utilizzare gli stanziamenti europei – così indicano i consiglieri regionali PD – anche attraverso una riformulazione del Fsc.
Di tutto questo, purtroppo, non c’e’ traccia evidente nelle decisioni della Regione Calabria che, a dire la verità, ha saputo riformulare  la spesa dei Fondi di Coesione solo per agevolare il Ministro Salvini sull’operazione disastrosa “Ponte sullo Stretto”.
I cittadini villesi, i calabresi tutti, devono essere in grado, per esempio, di accedere a contributi pubblici per l’acquisto di serbatoi e autoclavi (è questa una delle proposte formulate dal Capogruppo Bevacqua). Un’adeguata distribuzione idrica passa non solo per l’opportuna manutenzione ordinaria e straordinaria, non solo per le buone pratiche dei cittadini ormai in maggioranza consapevoli della scarsità del bene acqua (e’ possibile, comunque, sempre migliorarne la consapevolezza  con specifiche campagne di informazione)  ma dipende, soprattutto, dalle agevolazioni economiche a favore delle famiglie e dagli interventi strutturali tesi alla predisposizione di nuove infrastrutture, di imponenti opere di ammodernamento che richiedono l’impegno finanziario, innanzitutto, della Regione Calabria.
Non e’ più accettabile disperdere nelle condotte ridotte a “gruviera” il preziosissimo liquido vitale.
Occorre che i Comuni – e per questo ci rivolgiamo a quello di Villa SG – denuncino pubblicamente questo stato di cose, la scarsità dei fondi a loro disposizione, che riconoscano senza titubanze il disagio subito da tanti cittadini costretti, in diversi quartieri, alla mancanza serale/notturna dell’ acqua, per poi essere chiamati a pagare per intero la tariffa per un servizio parziale.
È necessario – per amore di verità e per stimolare il dibattito politico – diffondere istituzionalmente quanto, purtroppo, appartiene all’esperienza di tanti  Villesi e Calabresi “assetati”: l’acqua manca, è insufficiente, le “chiusure” obbligatorie per rimpinguare gli invasi sono tanto necessarie quanto inaccettabili nel lungo periodo.
Chiedano i Comuni alla Regione Calabria l’istituzione di un tavolo permanente di confronto e di azione sulla crisi idrica, con la presenza fondamentale degli Amministratori,  con il coinvolgimento dei Comuni, quindi, a livello “politico” e non solo mediato dalla Protezione Civile. Non è più il tempo di sottovalutare il fenomeno, non basta, come e’ evidente, rincorrere l’emergenza, è necessario richiamare tutte le Istituzioni alla loro responsabilità.
Se manca l’acqua in casa manca il vivere civile dignitoso! Va detto con forza e anche i Comuni possono fare la loro parte pubblicizzando le carenze locali, dando voce alle difficoltà di tante famiglie; difficoltà di approvvigionamento, purtroppo, non più legate alla sola lunga stagione estiva. Grazie ancora al Gruppo Consiliare PD Regionale per aver posto la questione e per aver indicato possibili soluzioni.  Tocca anche alle realtà locali prenderne atto e contribuire, tutti insieme, alla soluzione del problema epocale.(em)
[Enzo Musolino è segretario cittadino del PD Villa SG]

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Alta velocità, fare chiarezza su manovre che penalizzano il territorio

di GIUSY IEMMA – Ancora una volta l’alta velocità in Calabria rischia di correre su un binario morto se saranno confermate le indiscrezioni secondo cui ad essere finanziati, in via prioritaria, saranno solo i lotti che riguardano Campania e Basilicata, interessando la nostra regione solo parzialmente.

Il sogno di un collegamento ferroviario Salerno-Reggio moderno e funzionale, evidentemente, è destinato a rimanere tale se a livello governativo, nella programmazione dei fondi Pnrr, si assumono decisioni contraddittorie rispetto ai proclami. Sull’altare del famigerato Ponte sullo stretto, su cui continuano a concentrarsi tutte le attenzioni, rischiano di venire sacrificati progetti ben più importanti e sostenibili da cui passa la sfida di colmare i divari infrastrutturali che separano la Calabria dal resto d’Italia.

Il treno del Pnrr avrebbe dovuto privilegiare le regioni più in difficoltà, ma si prospettano ancora una volta scenari che non lasciano ben sperare e, anzi, vedono la Calabria come la vittima predestinata quando si tratta di operare tagli o deviare fondi verso altri lidi. E’ emerso, infatti, che per finanziare l’aumento della dotazione per il credito d’imposta legato alla Zes unica, sarebbero stati dirottati 750 milioni di euro destinati invece alla progettazione del tracciato per l’alta velocità. Si tira la coperta da una parte all’altra, ma sempre troppo corta resta quando si parla di Calabria.

E, mentre i gruppi di centrodestra sulla questione fanno solo a botte tra di loro, mostrando evidenti segni di frattura, a pagarne le conseguenze saranno i territori, le aree interne, sempre più a rischio isolamento e privati di servizi e di collegamenti primari. Cosa ne pensa il presidente Occhiuto di questa visione divisiva e discriminatoria per la Calabria calata dall’alto? Sull’autonomia differenziata ha assunto finora un atteggiamento attendista, ma la nostra regione non può continuare ad assistere passivamente a nuove manovre finalizzate ad impoverirla ulteriormente. (gi)

[Giusy Iemma è vicesindaca di Catanzaro]

L’OPINIONE / Emilio Errigo: La storia di degrado ambientale dell’Arenella

di EMILIO ERRIGO – Invito il sensibile e sempre attento alle tematiche sociali e ambientali della Calabria, il Signor Presidente del Consiglio Regionale della Regione Calabria, dott. Filippo Mancuso, il carissimo sindaco della mia Città natale Reggio di Calabria, l’avv. Giuseppe Falcomatà e quanti ne avvertono il piacere-dovere, di visitare e constatare lo stato di vistoso e crescente degrado ambientale della antica fabbrica dei derivati del Bergamotto di Reggio Calabria, denominata Arenella di Reggio Calabria, per non confonderla con la gemella antica Fabbrica dei derivati degli agrumi Arenella di Palermo.

Adiacente alle storiche e in parte integre infrastrutture da mettere in sicurezza e renderli fruibili alla Comunità della Città Metropolitana di Reggio Calabria, fino a qualche anno addietro era perfettamente funzionante a pieno regime produttivo la storica Fabbrica dell’Essenza del Bergamotto di Reggio Calabria, sita in Via Nazionale San Gregorio al n.74, della vecchia SS 106. Ora tutto è fermo, nessun segno di vita, alcuna apparente attività parrebbe attivata da parte del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria.

Perché questo stato di silenzio produttivo, si e mi chiedono gli abitanti increduli e disorientati della piccola realtà abitativa di San Gregorio?
Sono circa 2 ettari di territorio dove sono presenti infrastrutture di gran pregio architettonico, storico e industriale. Si vedono solo arbusti di ogni specie in libera crescita e animali incontrollati presenti nell’area edificata e incontrollata, anche se la carissima amica di tutti noi ragazzi di San Gregorio la sempre presente Caterina, una delle Figlie del compianto Custode Antonino Campolo, non ci fa mancare il Suo ben augurante saluto amichevole.

I miei ricordi di quelle due Fabbriche del Bergamotto e suoi derivati, affondando negli anni ’60/’70, anche perché frequentavo quegli ampi spazi ambientali per giocare con i miei amici e compagni di Scuola Elementare. Poi solo delle apprezzabili iniziative dell’Associazione Culturale e Sportiva Pro San Gregorio, con il mitico Presidente il Comandante Cavaliere della Repubblica Italiana, Ettore Errigo, con la tradizionale settimana di eventi sportivi marinari e spettacoli musicali di Estate Insieme e connesso evento successivo Sapori d’Autunno, manifestazioni a forte caratterizzazione sociale coinvolgenti, che si concludevano ogni anno con il conferimento del Premio Internazionale San Gregorio di Reggio Calabria.

Ora dopo un breve periodo di funzionamento della Fabbrica dell’Essenza del Bergamotto di Reggio Calabria, gestita dalla nota e storica Società della Famiglia Capua, nulla di concreta operatività sembra vedersi all’orizzonte marino di San Gregorio. Tante promesse e atti di buona volontà per l’Istituzione dell’Istituto Internazionale Superiore della Profumeria in Calabria, finanziato in parte con il c.d. Decreto Reggio Calabria, di cui alla legge n246 del 5 luglio 1989, approvava il finanziamento per la realizzazione di interventi e opere pubbliche di Interesse nazionali, indifferibili e urgenti a favore della Cittá e abitanti di Reggio Calabria e Provincia.

Recentemente dopo i reiterati interventi giornalistici del quotidiano digitale on line Calabria.Live, anche il bravo, sensibile e noto giornalista Filippo Diano, di GS Channel, ha curato un ottimo e molto seguito in verità servizio televisivo, ricco di gradevoli immagini intervistando l’Ing. Domenico Giandoriggio, colui che ha coordinato il team di tecnici e specialisti per la progettazione esecutiva delle opere e aree didattiche.

Rimane in tutti noi abitanti e Cittadini di San Gregorio, la fiduciosa attesa che il nostro carissimo sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, riprenda in mano esperta e competente questa realtà a rilevante interesse pubblico per il prevedibile positivo ritorno occupazionale e ambientale che riguarda il comprensorio di quella che doveva essere la Zona Industriale e Mercatale di San Gregorio- Mortara – San Leo, area costiera marittima di pregio ambientale situata a circa 2 chilometri dall’Aeroporto di Reggio Calabria.

[Emilio Errigo è nato a Reggio di Calabria, docente universitario di “Diritto Internazionale del Mare e Management delle Attività Portuali” presso l’Università della Tuscia di Viterbo]

L’OPINIONE / Angelo Sposato: È necessario un rilancio dei siti archeologici e beni culturali per renderli vettori di sviluppo

di ANGELO SPOSATO – Il Vinitaly svolto in Calabria nella splendida cornice del parco archeologico di Sibari è stato un evento positivo per la nostra regione.

Ora è necessario un rilancio dei siti archeologici e dei beni culturali per renderli vettori di sviluppo e promozione della Calabria e del territorio. Riprendere le campagne di scavi nei siti archeologici (ferme a Paolo Orsi e Umberto Zanotti Bianco) è fondamentale, così come fondamentale è il coinvolgimento delle nostre università per un progetto di rilancio complessivo del patrimonio ambientale e culturale che possa coniugare il binomio beni culturali-turismo con il coinvolgimento del Ministero dei beni culturali, della regione e delle università.
Va recuperato il gap infrastrutturale, a partire dal tema dei collegamenti, dall’alta velocità, elettrificazione della linea ferroviaria Jonica e dalla velocizzazione dei lavori della SS 106 già finanziati ed individuate le risorse per l’intero tracciato.
Servono collegamenti veloci ed un sistema aeroportuale efficiente e adeguato alle reali possibilità dei cittadini. Sono troppo alte le tariffe di treni e aerei per l’uscita e l’entrata della Calabria.
A proposito di trasporto aereo, nei mesi scorsi avevo proposto al Presidente della regione di intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Mattia Preti e far diventare l’hub aeroportuale anche un incubatore di divulgazione e promozione culturale. (as)
[Angelo Sposato è segretario generale della Cgil Calabria]

L’OPINIONE / Mariaelena Senese: È urgente cambio di passo nelle politiche regionali per sviluppo della Calabria

di MARIAELENA SENESE – Negli ultimi anni, il Sud Italia ha dimostrato una crescente attrattività e competitività, confermandosi la terza regione più attrattiva tra i 22 Paesi del Mediterraneo, secondo i dati del Mediterranean Sustainable Development Index (Msdi). Tuttavia, nonostante questi progressi significativi, la Calabria continua a soffrire di un grave ritardo infrastrutturale che ostacola il pieno sviluppo delle sue potenzialità economiche e sociali.

Dati significativi emergono dal rapporto Msdi, che evidenzia come il Sud si posizioni al quinto posto nell’analisi economica e al terzo posto nella dotazione di asset, dimostrando una capacità crescente di attrarre investimenti e sviluppare innovazione e cultura. Tuttavia, in Calabria, questi progressi sono ancora frenati da un’infrastruttura inadeguata, che impedisce alla regione di sfruttare appieno queste opportunità.

In particolare, il rilancio del Porto di Gioia Tauro rappresenta una priorità assoluta. Questo porto, uno dei più grandi del Mediterraneo, ha un potenziale strategico per trasformare la Calabria in un hub logistico di rilevanza internazionale, creando nuove opportunità di lavoro e crescita economica. È imperativo che si investa in maniera decisiva nel miglioramento delle infrastrutture portuali e delle reti di trasporto ad esse connesse, per aumentare la competitività del porto e attrarre investimenti internazionali.

La creazione di nuova occupazione è un’altra questione centrale per la nostra regione. Sebbene il Sud abbia registrato un incremento dell’occupazione del 3,1% nel 2023, superando la media nazionale, la Calabria deve fare molto di più per colmare il divario con le altre regioni italiane. È necessario potenziare le politiche attive del lavoro, incentivare la nascita di nuove imprese e sostenere l’innovazione tecnologica, in modo da offrire ai giovani e alle donne svantaggiate opportunità concrete di impiego stabile e qualificato.

Il Mezzogiorno, e con esso la Calabria, rivestono un’importanza strategica non solo per l’Italia, ma per l’intera area mediterranea. Con una visione lungimirante e investimenti mirati, la nostra regione può diventare un ponte naturale tra l’Europa e l’Africa, sfruttando il suo ruolo centrale nel contesto geopolitico ed economico del Mediterraneo. Il successo del Piano Mattei e della Zes unica dipenderà anche dalla capacità della Calabria di superare le sue carenze strutturali e di inserirsi pienamente in questo processo di trasformazione.

In conclusione, riteniamo indispensabile sottolineare l’urgenza di un cambio di passo nelle politiche regionali e nazionali, per trasformare le sfide in opportunità concrete di sviluppo, crescita e occupazione per tutta la regione. (me)

[Mariaelena Senese è segretaria generale Uil Calabria]

L’OPINIONE / Giovanni Pirillo: Con la Sila-Mare avremo l’entroterra competitivo, destinazione turistica e sviluppo

di GIOVANNI PIRILLO – Collegare in 30 minuti la costa jonica della Sibaritide con il Parco Nazionale della Sila e il Gran Bosco d’Italia, attraversando la Valle del Trionto. Era e rimane, questo, uno degli obiettivi più ambiziosi delle comunità della Sila Greca e di tutta l’area costiera di Corigliano-Rossano. Lo è ancora di più oggi perché, attraverso l’ausilio di una nuova strada moderna e sicura, questa vasta area è nelle condizioni di poter finalmente rilanciare, rafforzare e qualificare le proprie aspettative economiche e di crescita, costruendo una destinazione turistica destagionalizzata ed invertendo anzi tutto il trend dello spopolamento.

Avanzano a ritmi serrati gli interventi previsti per questa infrastruttura strategica, e ringrazio la Regione Calabria, il presidente Roberto Occhiuto e l’assessore alle infrastrutture Gianluca Gallo, congiuntamente alla direzione regionale di Anas Calabria, guidata da Francesco Caporaso, per l’incessante lavoro di programmazione e pianificazione dell’opera che, nei prossimi anni, vedrà il definitivo completamento fino alla Statale 106 e che cambierà i connotati a tutta questa parte della provincia di Cosenza.

Mai come adesso, grazie alle continue interlocuzioni che l’Amministrazione Comunale ha avuto nel corso degli ultimi mesi e che continua ad avere anche con il Governo Nazionale, c’è un’attenzione massima su quello che è considerato da tutti uno strumento insostituibile per il rilancio competitivo dell’entroterra. Una volta completata almeno nel tratto vallivo, bypassando di fatto il più antico e tortuoso tracciato, la Sila-Mare sarà un corroborante per l’economia agricola e agroalimentare di pregio della Sila greca e la finestra d’ingresso in una delle destinazioni esperienziali più inedite e ad oggi inesplorate della Calabria Straordinaria.

Entro la fine del 2025 la Sibaritide sarà connessa in tempi veloci alla Sila. Infatti, già in vista del prossimo autunno sarà aperto il nuovo tratto compreso tra località Destro, nel territorio di Longobucco e il viadotto di Cropalati. Entro settembre 2025 dovrà essere completata l’opera di ricostruzione del viadotto Ortiano e di messa in sicurezza del lotto compreso tra Ortiano e Destro fortemente danneggiato a seguito della piena del 3 maggio 2023.

E sono in fase di ultimazione i lavori di messa in sicurezza e consolidamento dei viadotti che si innalzano nel tratto compreso tra Ortiano e Longobucco. Siamo di fonte ad un intervento colossale che ha visto anche il coinvolgimento del Dipartimento di Ingegneria dell’Unical e di tecnici e maestranze specializzate, restituendo valore aggiunto ad una delle opere pubbliche più salvifiche dell’ultimo mezzo secolo in Calabria.

Non solo la Sila-Mare. L’Esecutivo cittadino negli ultimi mesi ha chiesto e ottenuto anche un importante intervento di riqualificazione della strada Macrocioli tra il centro cittadino e località Fossiata e la messa in sicurezza della SS177 Silana Rossanese nel valico di Monte Altare. Anche in questo caso si tratta di un’opera strategica che si attendeva da anni soprattutto per consentire una viabilità sicura e alternativa, soprattutto nei periodi invernali, da e verso Cosenza e le altre aree interne della Provincia. (gp)

[Giovanni Pirillo è sindaco di Longobucco]

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Il nostro no al Parco Eolico per tutelare il nostro territorio e il nostro mare

di GIUSY IEMMA – Il Comune di Catanzaro esprime una ferma opposizione all’installazione di un Parco eolico marino off-shore lungo la costa ionica, inclusa l’area marina di fronte ai quartieri Lido e Giovino. Questa scelta non nasce da preconcetti ideologici, ma da una visione chiara e condivisa dello sviluppo dell’area costiera, in linea con l’opinione pubblica e con gli obiettivi che questa Amministrazione sta perseguendo con determinazione.

Siamo favorevoli all’energia proveniente da fonti rinnovabili e stiamo investendo molto nella transizione energetica. Ne è prova l’ultimo accordo sancito con Enea e con l’Osservatorio Nazionale per la Tutela del Mare, che richiede una pianificazione urbanistica rispettosa della natura, dell’ambiente e del paesaggio. Tuttavia, riteniamo che questo impianto non risponda all’effettivo fabbisogno del nostro territorio e che il nostro mare verrebbe solo “consumato” per produrre energia da esportare, senza che questo sia stato concordato con le amministrazioni locali.
Gli atti ufficiali di questa amministrazione parlano chiaro. Già nel luglio dello scorso anno, attraverso una delibera di giunta, abbiamo espresso il nostro dissenso verso il progetto, indirizzando le nostre osservazioni alla Capitaneria di Porto in merito alla richiesta di concessione demaniale marittima trentennale da parte della società promotrice dell’intervento. La nostra posizione si fonda sulla volontà di tutelare il nostro territorio e il nostro mare, risorse che sono parte integrante dell’identità di Catanzaro.
Il progetto del parco eolico off-shore confligge con il nostro piano di sviluppo per l’area costiera, che vede nel completamento del Porto una priorità strategica per l’indotto economico e occupazionale. Pensiamo a un porto turistico-peschereccio che possa convivere con le attività diportistiche e con una naturale destinazione turistica sostenibile. L’installazione di turbine eoliche potrebbe compromettere questo percorso, penalizzando possibili prospettive di sviluppo.
Le ragioni del nostro No sono molteplici: dalla tutela della flora e fauna marine, all’impatto visivo e paesaggistico, fino alle limitazioni sulla sicurezza della navigazione e all’attività di pesca, che è parte fondamentale dell’identità del nostro territorio. La realizzazione del parco eolico comporterebbe la sottrazione di vaste aree di pesca, mettendo a rischio un’attività strettamente connessa con il turismo, risorsa primaria della nostra economia.
Infine, è fondamentale ricordare che la Calabria produce già un surplus di energia elettrica rispetto al proprio fabbisogno. Continuare a “consumare” il nostro territorio per esportare energia non è la strada migliore da percorrere. Occorre, piuttosto, promuovere un sistema di “energia a km zero”, coinvolgendo la comunità locale nella produzione e nel consumo dell’energia, così come indicato dalla recente Direttiva Europea sulle Energie Rinnovabili.
Siamo pronti a unire la nostra voce a quella di altri comuni della fascia ionica per rappresentare in maniera unitaria la volontà di tutelare i nostri territori dalle devastazioni ambientali e dalle speculazioni. Il Consiglio comunale ha già espresso una chiara contrarietà al progetto, e noi faremo tutto il necessario per dare seguito a questa posizione, agendo nel rispetto della nostra storia, del nostro paesaggio e della nostra comunità. (gi)
[Giusy Iemma è vicesindaca di Catanzaro]