L’OPINIONE / Enzo Musolino: Integrazioni progettuali confermano inadeguatezza progetto del Ponte

di ENZO MUSOLINO – Le integrazioni progettuali e le precisazioni fornite dalla Società Stretto di Messina S.p.a., sulla base delle prescrizioni del Ministero dell’Ambiente, confermano l’inadeguatezza del Progetto “politico” denominato “Ponte sullo Stretto” e i limiti intrinseci ad una procedura raffazzonata, eredità dei precedenti tentativi dell’era berlusconiana.

Non c’è nulla di davvero risolutivo nelle ultime produzioni della Società committente, si apprezza, infatti, un continuo rimando ad altri elaborati e a precedenti pubblicazioni che consentono – retoricamente – di non affrontare le singole tematiche nel merito ma di rinviarle ad altro, al già detto, al già precisato.
È un tentativo mal riuscito per aggirare l’evidenza delle carenze tecniche e l’assenza di elaborati indispensabili per valutare tangibilmente l’impatto ambientale, sociale, politico, di un’opera “faraonica” che si caratterizza ormai per una certezza che è patrimonio di tutti gli attori coinvolti in buona fede: è un’opera inutile per il territorio.
Tutto ciò è necessario evidenziarlo anche in un contesto di valutazioni ambientali: come si fa, infatti, a pronunciarsi per la fattibilità e la sostenibilità di un “Ponte” che non unisce, che non serve le Comunità, che non è richiesto dalla Popolazione, che esprime interessi esogeni alle due Sponde dello Stretto? Come si fa a mantenere un profilo squisitamente tecnico anche a fronte delle lacune di un progetto “definitivo” appena abbozzato e di un futuribile progetto esecutivo cui è demandata la risoluzione di tutte le criticità?
Bisogna dire la verità: i fautori di questo obbrobrio sono indifferenti alla sicura devastazione di una Città, Villa San Giovanni e di un Quartiere, Torre Faro.
In queste condizioni “l’Ambiente” più importante da tutelare è quello riferito alle donne e agli uomini che “vivono” e che fanno vivere le proprie Comunità, e così la questione tecnica diviene immediatamente questione sociale, di sopravvivenza: il “Ponte” è estraneo allo Stretto, la cui unicità storico/spirituale/culturale è tutta fondata sull’attraversamento dinamico, sulla conurbazione millenaria, sulla commistione quotidiana di vite, di storie, di commerci, di professioni, di studi, e non sul tentativo di un “salto nel vuoto” – ad un’unica campata – che ha l’obiettivo dichiarato di bypassare Reggio, Villa, Messina e di appagare “appetiti” non meglio precisati di soggetti che nulla hanno a che fare con l’esigenza di unire la Sicilia e la Calabria.
Le ragioni “politiche” ed economiche di questo progetto stanno tutte nel Nord Italia, nell’ambito dell’offerta politica e della propaganda elettorale di una precisa forza politica:  la Lega Nord di Matteo Salvini, del Ministro delle Infrastrutture che, in questo caso, esprime un “conflitto di interessi” preciso: tra la funzione pubblica svolta come membro del Governo e l’interesse di parte proprio del “capo partito”.
E ad essere sotto attacco non è solo il “Territorio” delle due Sponde – vittima dell’ancoraggio (o, meglio, dell’arrembaggio) dei Pontisti, del “cantiere eterno” che occuperà  le due Città, degli espropri che allontaneranno la gente dalle proprie case, delle interferenze enormi tra i lavori mastodontici e il “vivere civile” che produrrà lo spopolamento di Villa e di Torre Faro –; ad essere sotto attacco è anche lo Stretto in sé, il suo destino di collegamento e transito, di “Via” prediletta per commerci e trasporti veloci, efficienti.
Negli ultimi mesi, infatti, il Circolo Pd di Villa San Giovanni, ha avuto importanti interlocuzioni con lo stesso Ministero dei Trasporti e con la Società MSC, e le valutazioni sui dati acquisiti sono, per noi, precise e inquietanti: il “franco navigabile” previsto nel progetto “Ponte sullo Stretto” non è sufficiente: molte navi porta container attualmente in navigazione e molte navi turistiche non potranno passarci sotto.
Il problema, va precisato, non riguarda solo il fenomeno del “gigantismo navale” proprio delle navi in costruzione in tutto il Mondo che superano gli ottanta metri di altezza, ma riguarda le navi attuali, il commercio e il turismo in essere: le navi non passeranno con un franco navigabile programmato di 65 metri. A questa altezza va aggiunto un ulteriore margine per compensare l’oscillazione verticale del Ponte e l’eventuale moto ondoso.
Non conta nulla – è una presa in giro! – dire che il franco navigabile diventa di 72 metri quando non ci passa su nessuno, quando è scarico, quando è chiuso.
Noi non abbiamo a che fare con un Ponte in astratto, con il “fantasma del Ponte”, ma con un’opera che sta andando in appalto e che viene costruita per ospitare il transito, a pieno carico, di automobili, di Tir, di veicoli pesanti di ogni sorta e, soprattutto, di Treni!
La vittima designata di questo vero e proprio “Muro” che stanno costruendo sullo Stretto è il Porto di Gioia Tauro, a vantaggio di chi?
Quanto detto basterebbe a cassare definitivamente ogni follia inerente questa procedura farlocca e pericolosissima. A tutto ciò, ovviamente, si aggiungono tutte le criticità specificatamente ambientali documentate dal “Mase” che le “integrazioni” della Società committente non hanno per nulla affrontato: rimandano tutto a dopo, al domani, al progetto esecutivo, agli interventi dell’appaltatore “in itinere”, alla risoluzione estemporanea dei problemi emergenti, ad un “praticismo” tragi-comico che sembra dar corpo al vizio più odioso di un certo spirito italico che immaginavamo ormai superato definitivamente, consegnato alle barzellette:
quel   “faso tuto mi” che – lungi dall’essere espressione di coraggiosa intraprendenza – negli intenti di Salvini e della Lega Nord sta diventando l’emblema del fallimento conclamato di un’operazione improvvisata, priva di studi seri e di valutazioni ponderate, indifferente alle esigenze dei territori, allergica al dibattito pubblico, che sta per “regalare” a Villa San Giovanni un provvedimento di “sfratto”, un ordine preciso: abbandonate le vostre case o rassegnatevi a respirare polveri sottili e inquinanti, dimenticate ogni speranza di sviluppo vero e sostenibile.
Ed infatti, anche ogni valutazione seria sull’impatto sanitario, di igiene pubblica, sulla salute dei cittadini, è assente dai progetti e dagli elaborati fin qui prodotti; anche questo aspetto è rinviato a dopo l’apertura dei cantieri:
si studieranno gli effetti nefasti di un cantiere così grande – impiantato all’interno di aree così densamente popolate – solo a cose fatte, a danni prodotti, a malattie respiratorie emerse… magari dopo le prime morti.
Un ultimo aspetto va segnalato: abbiamo evidenziato – nelle osservazioni iniziali prodotte nel contesto della procedura Via/Vas – come i cittadini siano stati presi in giro anche da un punto di vista economico e risarcitorio, nel contesto di una procedura ablativa – quella espropriativa – che sta lasciando in braghe di tela tanti villesi e messinesi che hanno visto svalutare il proprio patrimonio immobiliare da un giorno all’altro; patrimonio che non possono cedere, oggetto – già dal 2023 – di precisi e reiterati vincoli preordinati all’esproprio.
Abbiamo chiesto conto alla Società committente; abbiamo chiesto conto degli indennizzi previsti dalla normativa per questi “vincoli” apposti sulle abitazioni dei villesi e dei messinesi, abbiamo chiesto conto dei soldi versati, dei risarcimenti prodotti.
Bene, nelle risposte alle osservazioni, la Società committente, come di prassi, non fornisce dati e si limita a dire che gli espropri saranno indennizzati – sempre domani, sempre dopo – secondo le disposizioni di legge.
Nulla ci dicono del diritto pieno dei proprietari – già ora, già prima della dichiarazione di pubblica utilità dell’opera – di ottenere gli indennizzi normativamente previsti per il deprezzamento subito, per un vincolo operativo da tempo che blocca le compravendite, che trasforma la casa familiare, la residenza, la culla degli affetti, il progetto di una vita, in un ammasso di mattoni inutile destinato ad essere demolito, magari per far posto ad un assurdo e astratto “giardino verde”, come una “macchia colorata” posta nelle vecchie e polverose carte di un “finto” Progetto, buona per “compensare” – sotto i piloni del Ponte – la distruzione di una Comunità.
Il PD villese, in uno con queste considerazioni e denunce, ha riproposto al Mase tutte le analisi tecniche già documentate contro questa “follia” voluta dal si ideologico, augurandosi che il Ministero dell’Ambiente sappia fermare questo treno in corsa senza guida, né conducente valido, che sta per schiantarsi sul futuro della Calabria, della Sicilia, cui – per Decreto del Potere – deve bastare il “Ponte”, solo l’incubo del “Ponte”. (em)
[Enzo Musolino è segretario cittadino del PD Villa San Giovanni]

L’OPINIONE / Rossano Sasso: Il turismo in Calabria sta vivendo una fase di grande crescita

di ROSSANO SASSO – Il turismo in Calabria sta vivendo una fase di grande crescita, frutto di una strategia vincente che punta a valorizzare le straordinarie risorse del territorio e migliorare le infrastrutture, in particolare quelle aeroportuali. Questo risultato è merito di una visione lungimirante promossa dal presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, e rafforzata dagli investimenti strategici del Ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini, che ha riconosciuto l’importanza di potenziare il sistema aeroportuale calabrese per promuovere lo sviluppo economico e turistico della regione.

Grazie al lavoro congiunto del governo regionale e del Ministero delle Infrastrutture, gli aeroporti di Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone sono stati potenziati, rendendo la Calabria più facilmente raggiungibile dai viaggiatori nazionali e internazionali. In particolare, la collaborazione con compagnie aeree come Ryanair ha permesso di ampliare il numero di tratte disponibili, creando nuovi collegamenti con le principali città italiane ed europee. Questo ha contribuito a un notevole incremento del flusso turistico, con sempre più persone attratte dalle bellezze naturali e culturali della nostra regione.

Non a caso, Ryanair ha recentemente lanciato una campagna promozionale dedicata alla Calabria, invitando i viaggiatori a scoprire le incantevoli spiagge di Tropea e Capo Vaticano, i borghi suggestivi e la gastronomia locale. La regione, grazie agli investimenti nelle infrastrutture e alla promozione internazionale, si sta affermando come una destinazione turistica ideale per chi cerca relax, bellezza e autenticità, lontano dalle folle.

Il Presidente della regione Calabria, Roberto Occhiuto,  ha dimostrato che investire nel turismo e nelle infrastrutture è una strada maestra per la crescita della Calabria. Il potenziamento degli aeroporti, reso possibile anche grazie all’impegno del Ministro Matteo Salvini, ha avuto un impatto diretto sull’incremento dei flussi turistici e sullo sviluppo economico regionale, portando benefici a tutta la comunità calabrese.

Con il rafforzamento dei collegamenti aerei e l’incremento delle presenze turistiche, la Calabria è pronta a vivere una nuova stagione di crescita e prosperità, in cui il turismo rappresenta uno dei settori chiave per il rilancio economico della regione. Grazie alla collaborazione tra il Presidente Occhiuto e il Ministero delle Infrastrutture, il futuro della nostra Calabria appare più luminoso che mai. (rs)

[Rossano Sasso è commissario regionale della Lega]

L’OPINIONE / Francesco Napoli: La crisi del settore automotive tra sfide e opportunità

di FRANCESCO NAPOLI – Tra la transizione verso la mobilità elettrica, la carenza di semiconduttori, e l’aumento dei costi delle materie prime, l’industria si trova a dover ripensare i propri modelli di business. Mantenere la produzione di motori endotermici può essere una strategia per affrontare la crisi della componentistica nel breve termine, offrendo tempo al settore per adattarsi alla transizione verso la mobilità sostenibile; potrebbe aiutare a mantenere i posti di lavoro nei settori automotive e della componentistica che sono ancora fortemente legati alla produzione di motore a combustione interna.

Le sfide principali: Transizione Ecologica: La spinta verso veicoli elettrici richiede investimenti massicci in R&D, ma non tutti i player del settore sono pronti. Supply Chain Disruptions: La carenza di semiconduttori ha rallentato la produzione globale, con impatti significativi sulle linee produttive. – Crescita dei Costi:L’incremento dei prezzi delle materie prime sta comprimendo i margini di profitto, costringendo le aziende a rivedere i listini prezzi e le strategie di mercato.

Le opportunità: Innovazione: Le crisi possono stimolare l’innovazione. Investire in nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale e i sistemi di guida autonoma, potrebbe diventare la chiave per uscire da questa situazione più forti. Riposizionamento Strategico: Le aziende hanno l’opportunità di ripensare la loro presenza nei mercati globali, magari diversificando l’offerta e esplorando nuovi segmenti di mercato. Collaborazioni e Partnership: In momenti di crisi, alleanze strategiche possono fornire la forza necessaria per affrontare le sfide comuni e condividere risorse per superare le difficoltà.

Il Futuro: La crisi del settore automotive è un segnale di quanto velocemente l’industria debba adattarsi a un mondo in rapida evoluzione. Solo le aziende che sapranno essere agili, innovative e resilienti riusciranno a prosperare. (fn)

[Francesco Napoli è presidente di Confapi Calabria]

L’OPINIONE / Fabio Colella: La Regione può e deve fare di più sull’impiantistica sportiva

di FABIO COLELLAI dati pubblicati il 30 settembre 2024 dal Sole 24 ore sull’Indice di sportività elaborato da Pts, società di consulenza strategica e direzionale e giunto alla 18ª edizione, consegnano uno spaccato del territorio fortemente diviso tra Nord e Sud.

Vi sono importanti differenze che emergono tra Settentrione e Mezzogiorno e a colpire, ancor di più, è l’esistenza di una disparità legata anche al notevole divario infrastrutturale: dei 77 mila impianti nel nostro Paese, il 52% è concentrato al Nord, a fronte del 26% al Sud. La percentuale di impianti non terminati o non usati, invece, è il 20% al Sud contro l’8% al Nord. 

Tra gli indici di questa classifica, ci sono anche le scuole, per le quali si registra il dato per cui sei scuole su dieci hanno una palestra e una su dieci una palestra accessibile.

Le città calabresi si collocano nelle posizioni più basse della classifica nazionale, mostrando la penuria di impiantistica e di politiche sportive: Catanzaro si posiziona all’80° posto su 117 con 243,5 punti, seguita da Reggio Calabria al 95° posto con 189,4 punti. E ancora più in fondo alla classifica, vi sono Cosenza (98° posto, 180,6 punti), Crotone (99° posto, 171,7 punti) e, infine, Vibo Valentia, che chiude terz’ultima, al 105° posto con soli 118,8 punti.

Alla luce di questi dati, occorre adottare una visione di insieme basata su una costante ed efficace collaborazione tra la Regione e le città coinvolgendo le innumerevoli società sportive radicate sul territorio che lavorano incessantemente e con pochi mezzi a disposizione.

I temi su cui necessariamente confrontarsi nei prossimi mesi sono l’inclusività, l’istruzione, la salute tenendo ferma la realizzazione dell’obiettivo per la nostra Regione che è quello di invertire il trend di un Sud che spende meno nel settore dell’impiantistica e facendo sì che i lavori iniziati possano vedere presto una fine.

La sfida sarà anche quella di indirizzare gli investimenti in modo corretto valorizzando gli sport che sono più praticati e che possono dare alla popolazione e al turismo sportivo ricadute positive in termini di incremento delle competizioni, in considerazione della vocazione naturale, ecosostenibile ed accessibile che ha la Calabria. (fc)

[Fabio Colella è presidente dell’Osservatorio Regionale per lo Sport]

L’OPINIONE / Flavio Stasi: L’eolico offshore mortifica la nostra terra

di FLASIO STASI – L’Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano ha aderito alle manifestazioni finalizzate ad impedire la realizzazione di impianti eolici cosiddetti “offshore” nel nostro mare, con la previsione di decine di pale galleggianti da installare all’orizzonte.

L’eolico è una energia rinnovabile preziosa nell’ambito del percorso di riconversione energetica e la decarbonizzazione del continente, percorsi che condividiamo in pieno. Tuttavia, come storicamente succede, anche in questi percorsi si innestano meccanismi discriminatori ed iniqui nei confronti dei territori e delle comunità.

Si tratta di impianti che non garantiscono nessuna forma di occupazione o compensazione seria, quindi nessuna prospettiva di sviluppo come ricaduta positiva sul territorio, i quali però produrranno, fortunatamente da fonte rinnovabile, energia da consumare altrove. Come è noto, infatti, la Calabria ha già un bilancio energetico in attivo.

Se sotto il profilo tecnico questo schema non ha alcun senso (trasportare l’energia costa), lo ha invece dal punto di vista sociale ed economico, dal momento che la Calabria sarebbe ancora una volta sacrificata nelle proprie prospettive di sviluppo diverse da quelle tradizionali – per esempio turistiche – mentre i paesaggi di altri territori, che spesso hanno bilanci energetici in passivo, vengono preservati.

In questo schema, dunque, perfettamente rappresentato dai progetti di eolico offshore nello ionio, con la complicità delle nostre pseudo-rappresentanze si tende a creare due grandi categorie: da un lato i territori che producono energia e restano poveri, dall’altro quelli che la consumano e si arricchiscono.

Non è un caso, infatti, che sul nostro territorio Enel si permette di rinunciare – dopo un lungo percorso condiviso con Comune, Regione e Sindacati – a 15 milioni di euro di fondi Pnrr per il rilancio ad idrogeno del sito di Sant’Irene (nel totale mutismo della rappresentanza parlamentare di maggioranza) oppure che sul nostro territorio diventi impossibile spostare di 50 metri un insediamento industriale perché “o si fa così o niente”.

Di fronte ad un territorio che non pone da tempo condizioni aprioristiche o di principio ma che si pone, invece, come interlocutore attento che va nel merito delle questioni, le risposte che arrivano sono spesso dogmatiche e superficiali, frutto di un “complesso di superiorità” che oltre ad essere intollerabile è anche, sinceramente, ingiustificato.

Noi abbiamo invece l’ambizione di rendere la Calabria competitiva rivendicando quegli investimenti e quelle infrastrutture dignitose che ad altri territori sono state abbondantemente garantire dal dopoguerra in poi, che possono essere integrate con lo sviluppo industriale o energetico ma senza per questo mortificare e ostacolare le legittime ambizioni di sviluppo basato sulle vocazioni, sulla bellezza, sul paesaggio. L’eolico offshore, invece, va esattamente in questa direzione e pertanto non possiamo non esprimere dissenso al riguardo. (fs)

[Flavio Stasi è sindaco di Corigliano Rossano]

L’OPINIONE / Candeloro Imbalzano: Nuovo volo giornaliero Ita Airways ulteriore risultato per rilancio di Reggio

di CANDELORO IMBALZANO Il ripristino del volo giornaliero Reggio – Milano  e ritorno non è un evento di ordinaria importanza e bene ha fatto la stampa locale ad attribuirgli oggi lo spazio che oggettivamente merita. Onore anzitutto al Governatore Roberto Occhiuto ed al parlamentare reggino di Forza Italia Francesco Cannizzaro i quali, dopo gli eccezionali obiettivi raggiunti nei mesi scorsi con l’insperata e straordinaria  interlocuzione realizzata con Ryanair,  che sta cambiando il volto e le prospettive della Città e dell’intera Area dello Stretto, interpretando al meglio le aspirazioni e le necessità di migliaia di famiglie, di  giovani, di lavoratori e professionisti che desiderano muoversi giornalmente tra le due città, hanno  messo a segno un risultato non meno straordinario, adoperandosi con forza rispetto ad un risultato che, anche noi e pIù volte, avevamo perorato con convinzione.

È altrettanto noto a tutti che la metropoli milanese ed il suo vasto hinterland, rappresentano ormai, dopo Reggio,  il più numeroso bacino di reggini e calabresi che vi lavorano, vi risiedono ed hanno esigenze di  mobilità continua, che si aggiungono ai cittadini del nostro comprensorio che intendono muoversi e  tornare a casa entro la stessa giornata. Questo volo rappresenta un vera panacea per tante di queste esigenze, oltre a contribuire notevolmente a togliere Reggio dal suo atavico isolamento rispetto al cuore economico del Paese.

Nel mentre procedono alacremente i lavori di ristrutturazione, di allargamento e di adeguamento normativo dell’aero stazione di Ravagnese, orami diventato un vero hub aeroportuale, grazie alle risorse per 25 milioni rivenienti dal famoso emendamento Cannizzaro di qualche anno fa, la Città, ormai invasa da un crescente turismo nazionale ed internazionale altamente destagionalizzato e, grazie ai voli di Ryanair, pur appesantita drammaticamente da un Esecutivo comunale sempre più impantanato e da una maggioranza incapace di assicurare anche il diritto allo studio, con la vicenda emblematica dei plessi scolastici evacuati e non sostituiti, si sta preparando ad una nuova ed indispensabile stazione politico-amministrativa che, grazie ad una guida di centro – destra ed a una squadra di alto profilo sul piano della capacità e dell’esperienza sperimentate, sapranno restituirle quel prestigio e quel ruolo perduti in questi dieci anni in Italia ed in Europa. (ci)

L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Su Alta velocità si continua a disinformare i cittadini

di GIACOMO SACCOMANNOSi continuano a leggere sui giornali cartacei ed online notizie inverosimili rispetto al progetto dell’Alta Velocità, creando disinformazione ed anche possibili reazioni dei territori interessati. Nel mio intervento del 13 settembre 2024 ho riportato i dati ufficiali del progetto, ma sembra che pochi lo abbiano letto o, comunque, continuato a mescolare nel torbido. Ritorno sull’argomento al solo fine di evitare, ancora, ce si possano mandare in giro notizie non vere.

Si ribadisce che la nuova linea AV/AC Salerno – Reggio Calabria costituisce la continuità di un itinerario strategico passeggeri e merci per la connessione tra il sud della penisola e il nord attraverso il corridoio dorsale, asse principale del Paese. Il nuovo collegamento consentirà di incrementare i livelli di accessibilità alla rete AV per diverse zone ad elevata valenza territoriale quali il Cilento e il Vallo di Diano, la costa ionica, l’alto e il basso Cosentino, l’area del Porto di Gioia Tauro e il Reggino, oltre che velocizzare anche relazioni di traffico verso Potenza, verso la Sicilia, verso diverse aree della Calabria e, allo stesso tempo, contribuirà in maniera significativa al potenziamento dell’itinerario merci da/per Gioia Tauro.  

L’intero itinerario da Salerno a Reggio Calabria è stato suddiviso in lotti funzionali. Considerando la consistenza e il costo dell’intera opera, lo studio effettuato ha previsto la realizzazione di scenari temporali intermedi, individuando tra i vari lotti quelli prioritari che consentono un maggior ritorno in termini di benefici. In particolare:

Lotto 1 Battipaglia-Praia: è suddiviso in diversi sotto lotti, ma è possibile affermare che il primo “Lotto 1a Battipaglia-Romagnano” è in corso di realizzazione, nel mentre per il “Lotto 1b e 1c Romagnano-Praia” si prevede di avviare entro l’anno corrente la fase negoziale per il lotto 1b, a seguito del completamento dell’iter autorizzativo ad oggi in corso. A seguire, acquisita la completa copertura finanziaria, potrà essere avviata la fase negoziale anche per il lotto 1c. 

A completa realizzazione dell’intero Lotto 1 si avrà un beneficio significativo fino a 30 minuti sui tempi di percorrenza complessivi tra Roma e Reggio Calabria.

Per i Lotti 2-6,  Praia-Reggio Calabria sono in corso le attività per avere un quadro aggiornato del tracciato per il successivo opportuno confronto con gli Enti interessati. Per le attività di progettazione relative allo sviluppo del Documento di Fattibilità delle Alternative Progettuali bisognerà attendere i passaggi sopra indicati.

Questa la situazione attuale e si spera che non ci siano altre Fake News! (gs)

L’OPINIONE / Angelo Sposato: Bonifiche di Crotone emblema delle carenze e negligenze delle Istituzioni

di ANGELO SPOSATO – Il tema delle bonifiche di Crotone è l’emblema delle carenze, negligenze, disinteresse assoluto delle istituzioni, delle classi dirigenti, rispetto alla salute ed alle vite delle persone.Il servizio di presa diretta non ha fatto altro che evidenziare lo stato in cui versa la vicenda Crotone che sconta, oltre al declino del territorio, l’abuso che lo Stato, attraverso la partecipazione pubblica (Eni) ha compiuto negli anni verso le fragilità del sud e dei territori, rispetto a politiche industriali e disastri ambientali consumati sulla pelle delle persone. Quello che fa specie è l’immobilismo e la connivenza istituzionale verso Eni avvenuto negli anni, è l’atteggiamento subalterno nei confronti dello stesso.

Il tasso di radioattività della superficie dell’area ex Pertusola emersa dalle verifiche Arpacal, l’alto tasso di incidenza tumorale risultato dai diversi rapporti, dovrebbe indignare e far prendere le contromisure sanitarie ed ambientali per mettere in sicurezza l’Intera area e la salute dei cittadini. Serve un’ immediata ed aggiornata indagine epidemiologica da parte dell’istituto superiore della sanità. Occorre immediatamente rivedere la legge regionale sui rifiuti che, equiparando i rifiuti speciali a quelli ordinari, di fatto autorizza nuove discariche in Calabria, facendo un enorme regalo ad Eni, consentendo di lasciare i rifiuti tossici in Calabria.  Non convincono le posizioni della giunta regionale, del consiglio regionale, del sindaco di Crotone, della struttura commissariale che su questo tema sono stati contraddittori e tardivi nelle azioni. È tempo delle responsabilità e delle scelte.

Crotone, che vive una dimensione di isolamento storico e sconta un abbandono graduale dello Stato e delle istituzioni necessita di un rilancio e di un’attenzione particolare. Le bonifiche sono assolutamente necessarie, così come sono necessari investimenti sostenibili, su sviluppo, sanità e lavoro. Occorre  aprire vertenze territoriali su punti specifici a partire dalla vertenza Crotone. (as)

[Angelo Sposato è segretario generale Cgil Calabria]

L’OPINIONE / Franz Caruso: Riaprire la SS 283

di FRANZ CARUSO – A distanza di ben due anni torno a chiedere la riapertura del tratto della strada statale 283, cosiddetta “Delle Terme Luigiane”, ormai chiusa da moltissimo tempo. Anche a  seguito del mio primo intervento in merito, che andava  a sostegno delle richieste dei territori interessati, si era ottenuto  l’avvio dei lavori  la cui data di ultimazione era stata indicata da Anas al 12 novembre  2023. Ed, invece, a distanza di altri 11 mesi  l’arteria rimane chiusa al traffico lasciando le popolazioni in un disagio ormai insopportabile e bloccando di fatto un vasto territorio, che va dallo Ionio al Tirreno.

Una situazione deprecabile che inevitabilmente condiziona anche e fortemente la vasta area urbana di Cosenza. Non sono tollerabili ulteriori ritardi nel ripristino della viabilità sulla SS283, così come non è accettabile che Anas e impresa esecutrice dei lavori al viadotto Valle Leto, in Agro del comune di Fagnano Castello, non rispondano alle richieste ufficiali di sopralluogo avanzate più volte dal Comitato per la riapertura del tratto stradale, formatosi in occasione dell’ultima manifestazione di protesta il 1 settembre u.s.  di cui mi onoro di fare parte in qualità di Sindaco della città capoluogo di Cosenza.

Insieme a me, tanti altri colleghi sindaci della Valle dell’Esaro, associazioni, cittadini e forze politiche come i Democrat di Fagnano Castello che puntualmente hanno posto, dal 2021 ad oggi, all’attenzione degli organismi preposti e delle istituzioni competenti, il serio problema rappresentato dalla chiusura dell’importante arteria stradale.

Mi auguro e spero che nell’immediato possa svolgersi il sopralluogo richiesto sui cantieri per una verifica effettiva dello stato dei lavori  e che questa incresciosa e deplorevole vicenda, che lede i diritti e la dignità della nostra terra, si avvii concretamente ad una immediata conclusione. (fc)
[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

L’OPINIONE / Paolo Brunetti: Indagini sulle scuole fatte con la consapevolezza e la responsabilità di amministratori e di genitori

di PAOLO BRUNETTI – Per noi sarebbe stato più semplice non aprire la problematica e non indagare sullo stato delle scuole. Lo abbiamo fatto con la responsabilità e la consapevolezza di amministratori e di genitori. Cosa avremmo potuto programmare in più su dati arrivati ad agosto? Non abbiamo nascosto i problemi ma li abbiamo affrontati, consapevoli che poteva succedere qualcosa.

Nessuno può permettersi di dire che eravamo impreparati se su 21 scuole 10 sono risultate inagibili e ci siamo attivati subito risolvendo 9 situazioni. Non appena il rup lo ha detto sono state interdette le scuole. Pubblicamente abbiamo ringraziato la Regione per la collaborazione rispetto ai locali che forniranno aule agli studenti di Catona dell’ex Ciapi. Abbiamo grande rispetto delle istituzioni che collaborano con noi per il bene dei cittadini.

Non accetto che mi si dica che non c’è programmazione sulle scuole, in una città che non aveva asili nido, oggi ne ha tre pubblici e ne sta realizzando degli altri. Siamo un’Amministrazione che pensa, progetta e che è ancora in attesa di capire perché sono state chiuse le scuole di Ibico e Mazzini. L’Asp vuole risparmiare? Venga a comprare il Mazzini invece di pagare affitti inadeguati a palazzo Tibi. Abbiamo prospettato la possibilità di dare i locali, considerato che abbiamo strutture in vendita da un paio di anni. Siamo disponibili e lo abbiamo manifestato.

Bisogna ottimizzare i costi, hanno detto, e che non avrebbero guardato in faccia nessuno pur di risparmiare ed è un dato di fatto. In sanità tutto si può fare, tranne che risparmiare ad ogni costo. Non spetta al sindaco, se non in parte, garantire i servizi dell’Asp, mentre ogni cosa viene addebitata al sindaco.

Ieri dopo due anni, e avrebbero dovuto essere due mesi di commissariamento, ci sono state le elezioni di Arrical e discuteremo come Comuni sulla gestione dei servizi della raccolta dei rifiuti e del servizio idrico integrato, grazie alla lungimiranza di questa amministrazione. Il Comune deve garantire il servizio di raccolta di rifiuti, il ciclo dei rifiuti spetta alla Regione cioè ad Arrical e al consiglio dei sindaci spetta come gestire il servizio.

I cittadini di Santa Venere hanno rivendicato il diritto al trasporto e alla sicurezza e hanno ragione a manifestare le loro ragioni. Ma forse dimenticano che siamo la stessa Amministrazione che i lavori di quelle stesse strade li ha iniziati, completati per due lotti e che adesso sta tentando di superare i problemi sopraggiunti per ultimare i lavori. Ma risolveremo anche questo.

State cercando di nascondere questa straordinaria opera che è il tempietto. Ma c’è il parco lineare sud oggi completo, che inaugureremo. Così come abbiamo fatto a Trunca, Bocale, Condera, per la chiesa del Soccorso e così come faremo con altri perché ogni progetto va pensato, progettato, realizzato e inaugurato. (pb)

[Paolo Brunetti è vicesindaco di Reggio Calabria]