di ANTONIETTA MARIA STRATI – È un vero e proprio riscatto culturale, quello dei musei calabresi. In tre anni, infatti, sono stati recuperati – e quasi raddoppiati – il numero dei visitatori rispetto al periodo pre-pandemia. Un dato significativo, che fa comprendere, ancora una volta, quanto la cultura e i tesori custoditi nella nostra regione siano fondamentali per il rilancio della regione.
Dopo i 162.178 accessi del 2019 si era scesi ai 75.519 del 2020 (anno del Covid) con un decremento pari a -53,43%. Una prima ripresa si era avuta già nel 2021 quando gli accessi erano stati 103.912 con un aumento rispetto all’anno precedente pari al +37,60%. Un trend di crescita che si è consolidato sia nel 2022 (con 208.235 accessi pari ad un aumento del +100,40%) e nel 2023 (con 250.080 visitatori e un nuovo aumento del 20,10%). Dati che raccontano di un (quasi) raddoppio dei visitatori rispetto al periodo pre-pandemia.
L’analisi degli introiti, allo stesso modo, rivela che nel 2022 dallo sbigliettamento sono arrivati nelle casse della Drm Calabria quasi 148mila euro (precisamente 147.595,90 euro) mentre nel 2023 quasi 250 mila euro (esattamente 253.925 euro). Confrontando i due dati ne risulta una crescita pari a oltre il 72%: numeri che raccontano di un trend, anche in questo caso, impressionante.
«Le immagini dei musei chiusi, dei parchi con l’erba alta e le manutenzioni in affanno, sono oramai alle nostre spalle», ha commentato con soddisfazione il direttore della Direzione Regionale Musei Calabria, Filippo Demma.
«Grazie ad un grande e importante lavoro di squadra – ha spiegato – i musei statali calabresi crescono in maniera decisa e costante. Siamo particolarmente contenti anche dell’aumento davvero corposo degli introiti che saranno reimpiegati sul territorio in progetti di conservazione e valorizzazione del patrimonio e di supporto al personale».
«Alla professionalità e allo spirito di sacrificio dei dipendenti della Direzione regionale Musei Calabria, in particolare – ha proseguito Demma – va il mio ringraziamento. Il loro lavoro ha consentito a tutti i luoghi della cultura di superare con successo un periodo caratterizzato da gravi carenze di organico solo recentemente attenuate da nuove immissioni in ruolo».
«Determinante è stato anche il sostegno centrale da parte della Direzione Generale Musei del Ministero della Cultura e del professore Massimo Osanna che ne è a capo – ha concluso –. Guardiamo a questo 2024 come all’anno che confermerà definitivamente il trend positivo della cultura in Calabria».
Ma il 2024 non è solo l’anno del riscatto della cultura in Calabria: è, anche, quello del Turismo delle radici. Ovvero quel tipo di turismo per cui gli italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti (circa 60/70 milioni di persone) vogliono tornare a visitare i luoghi natii.
Un bisogno molto sentito dai 6 milioni di calabresi residenti all’estero, tanto che da alcuni mesi si registrano, sempre di più, le visite e i racconti di chi è tornato per riscoprire i luoghi nativi dei loro antenati.
Il turismo delle radici, dunque, è un’occasione imperdibile per i piccoli Comuni calabresi per diventare parte integrante del turismo moderno. Lo stesso Giuseppe Nucera, nel corso dell’International Tourism & Travel Show di Montreal svoltosi lo scorso novembre, aveva ribadito come «il turismo delle radici è la chiave per il rilancio della Calabria».
«Sono milioni i calabresi che si sono creati una nuova vita all’estero, ma che hanno un legame intenso e indissolubile con la loro terra – ha ricordato –. Anche persone di terza o quarta generazione, avvertono la necessità di conoscere la Calabria, i luoghi che hanno visto nascere i loro cari».
«Alle bellezze uniche e meravigliose della nostra regione – ha evidenziato Nucera – si unisce il forte desiderio di una immensa comunità di ammirarle o riscoprirle. Al contempo, l’offerta turistica va fortemente proprio nella direzione del turismo delle radici, con la Calabria che possiede incantevoli borghi spopolati, che possono trovare nuova vita ospitando per un periodo di tempo anche prolungato gli emigrati».
Ma, se si vuole arrivare a questo obiettivo, è fondamentale risolvere i problemi atavici della regione, a partire dalle infrastrutture.
Nel nostro giornale, Aristide Bava denunciava come «uno dei problemi più gravi che esiste sul territorio della Locride è, certamente, quello della mancanza di adeguati collegamenti cosa che, soprattutto dal punto di vista turistico, continua a frenare lo sviluppo dell’intera zona. E stiamo parlando di collegamenti di ogni tipo a partire da quelli ferroviari».
«D’altra parte – continua a scrivere Bava – non è che affrontare un viaggio verso la Calabria sia facile. Arrivare in auto spesso è difficile per le solite precarie condizioni delle strade e anche l’arrivo in treno (a Rosarno, a Gioia Tauro o a Lamezia) deve combaciare con collegamenti con pullman che sono molto risicati o con mezzi di fortuna e/o amici che devono poi provvedere a farli arrivare nella fascia ionica reggina. E spesso sono in molti i forestieri che rinunciano alle loro vacanze in Calabria. In effetti il problema dei mancati collegamenti ferroviari, stradali o aerei penalizza fortemente il territorio, questo è ormai indiscutibile».
«Il territorio si salva in qualche modo ma le presenze rimangono ancora limitate rispetto alle sue enormi possibilità perché è appetibile e ricco di risorse di vario genere, ma riteniamo che questo problema debba essere preso in seria considerazione. Bisogna certamente fare qualcosa di concreto anche in fatto di costi. E non solo per i “ritorni” della nostra gente ma anche e soprattutto adesso che molti turisti stanno scoprendo il territorio della Locride e con esso le grandi potenzialità della Calabria», ha concluso Bava.
Un problema a cui, lentamente, la regione sta cercando di porre rimedio. È proprio di qualche giorno fa l’annuncio che l’aeroporto di Reggio Calabria sarà uno dei nuovi hub della compagnia Ryanair.
«Un evento storico», lo ha definito il presidente della Regione, Roberto Occhiuto che, allo stesso tempo, ha annunciato l’impegno nel cercare di tenere aperto, oltre l’orario stabilito, dell’Aeroporto di Crotone.
«L’investimento sulle nuove rotte è decisivo per il turismo – ha evidenziato –. Dobbiamo portare in Calabria milioni di visitatori facilitando l’accesso attraverso i nostri aeroporti. Ed è quello che sto cercando di realizzare».
E, tra i visitatori, sono incluse le famiglie. Il governatore, infatti, ha riferito di star investendo sugli alberghi e di aver creato un bando da 16 milioni per permettere alle strutture di attrezzarsi per essere a misura di bambino.
«Su questo abbiamo destinato delle risorse perché mi piacerebbe che da qui a un anno la Calabria potesse avere un ‘bollino’ e qualificarsi come regione dove il turismo è a misura di bambino», ha concluso.
Un piano molto ambizioso quello del Governatore, ma che sicuramente può funzionare. D’altronde, oltre al mare e alla montagna, nella nostra regione ci sono tantissimi Musei che, spesso, offrono laboratori creati ad hoc per i più piccoli per far scoprire loro, tramite il gioco, la storia e la cultura della nostra regione.
Un’occasione, quella offerta dai Musei, che non solo offre un momento di divertimento per i più piccoli, ma anche una scusa per i più grandi di visitare un luogo che custodisce un patrimonio storico, artistico e culturale non indifferente. Iniziative del genere andrebbero organizzate e promosse di più. (ams)