A Reggio i geologi a confronto sugli aspetti geologici, sismici e normativi delle opere infrastrutture nello Stretto

Aspetti geologici, sismici e normativi delle opere infrastrutturali complesse nell’Area dello Stretto di Messina è il tema del convegno tecnico-scientifico organizzato dal Consiglio nazionale dei Geologi, dalla Fondazione Centro Studi del CNG e dagli Ordini regionali dei Geologi di Calabria e Sicilia, in programma il 25 e 26 maggio, rispettivamente a Reggio Calabria e Messina.

L’evento è patrocinato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri e dalla rispettiva Fondazione, dagli Ordini provinciali degli Ingegneri e degli Architetti di Reggio e Messina.

Il presidente dell’ORG-S, Mauro Corrao, si è detto «felice ed entusiasta per aver reso possibile l’organizzazione di un evento che vedrà la partecipazione, oltre che delle autorità politiche, anche di esimi esponenti del mondo scientifico. Questi ultimi riusciranno a definire la fattibilità e gli scenari complessi sia dal punto di vista geologico che ingegneristico per la realizzazione del ponte sullo Stretto. I lavori del convegno restituiranno all’opinione pubblica un quadro svincolato da ogni pregiudizio politico».

Sull’importanza dell’argomento trattato e sulla complessità geologica dell’area si esprime Giulio Iovine, Presidente dei Geologi della Calabria, che, manifestando il proprio apprezzamento per l’iniziativa, sottolinea le importanti finalità del convegno mirate ad «offrire un’occasione preziosa di confronto tra esperti su un tema tecnicamente complesso che merita di essere approfondito sia per gli aspetti territoriali sia per quelli progettuali».

«Il ponte a campata unica più lungo al mondo – ha proseguito Iovine – dovrebbe essere realizzato, infatti, in un territorio geologicamente complesso, tra quelli a maggiore sismicità del Mediterraneo, al confine tra settori litosferici in allontanamento, con sollevamento differenziato sulle due sponde. Esso è, peraltro, attraversato da un sistema di faglie attivo, responsabile del terremoto del 1908, tra i più violenti tra quelli storicamente accaduti in Italia».

«Tra gli aspetti geologico-tecnici da considerare – ha continuato – la stabilità dei versanti merita certamente approfondimenti, così come le problematiche inerenti alla destinazione dei materiali di scavo, all’apertura di siti estrattivi, al reperimento di inerti per il calcestruzzo, e all’approvvigionamento idrico per le attività di costruzione. Su alcuni di questi temi, secondo il Presidente della Calabria, il dibattito scientifico è ancora piuttosto vivace, ma la categoria dei geologi è pronta a dare il proprio contributo specialistico in un contesto geologico così peculiare».

Il vice presidente CNG, Filippo Cappotto, ha voluto esprimere con una nota l’importanza della due-giorni di incontri e approfondimenti su un tema nevralgico e di estrema attualità: «Il convegno sugli aspetti geologici e sismici nell’area dello Stretto di Messina, co-organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi, è l’occasione per mettere a disposizione del governo, dell’opinione pubblica e di tutti coloro che vorranno meglio orientarsi per approfondire il tema, studi scientifici aggiornati, dati robusti e nuove conoscenze».

«La comunità scientifica studia, elabora e approfondisce continuamente – ha proseguito — i dati sulla sismicità recente e storica dell’area, e perfeziona il modello geologico-strutturale dello Stretto di Messina all’origine dei terremoti del passato. La realizzazione di opere infrastrutturali complesse, e in particolare l’attraversamento stabile dello Stretto di Messina in un area con caratteristiche geologiche peculiari, non va vista come una “sfida” ma invece rappresenta l’opportunità di mettere a frutto i risultati di decenni di ricerca scientifica e le competenze tecniche che l’Italia possiede nel campo ingegneristico».

«È necessaria, tuttavia – ha ribadito – la giusta consapevolezza del fragile contesto, sia geologico sia ambientale. La progettazione del ponte dovrà essere compatibile con l’assetto geologico, geomorfologico e sismico dell’area. La compatibilità geologica e geomorfologica è un presupposto sul quale il CNG si è molto battuto di recente, sia per farla inserire tra le priorità di valutazione preventiva nel nuovo Codice dei Contratti, sia come presupposto ribadito nelle interlocuzioni con la Politica, durante le audizioni parlamentari propedeutiche all’emanazione del DL n.35/2023 – Decreto Ponte. Per dare maggiore robustezza al dialogo scientifico, il convegno è supportato dalle locali Università con la qualificata competenza di vari relatori».

Ad aprire i lavori il giorno 25 a Reggio Calabria, sarà il presidente del Consiglio Nazionale, Arcangelo Francesco Violo, che nel suo comunicato, ha voluto sottolineare l’importanza del ruolo delle professioni tecniche, soprattutto dei geologi, nell’ambito dello sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale economico e sociale: «Le professioni tecniche in generale hanno assunto un ruolo sempre più fondamentale nell’ammodernamento e nel miglioramento del sistema infrastrutturale del nostro Paese, in cui la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria può assumere un ruolo strategico di completamento».

«La categoria dei geologi, che ha affinato progressivamente il proprio patrimonio di conoscenze tecnico-scientifiche – ha concluso – anche grazie alle innovazioni tecnologiche e a nuove geo-tecnologie che consentono di indagare il territorio con livelli di dettaglio sempre più avanzati, è pronta a fare la propria parte e a offrire un supporto specialistico per contribuire all’aggiornamento dei modelli geologici, geomorfologici e sismo-tettonici di un contesto geologico così peculiare e complesso, come quello dello Stretto di Messina. Il convegno del 25 e 26 Maggio rappresenterà, quindi, una formidabile occasione di confronto e di approfondimento su tali temi». (rrc)

Geologi della Calabria: Buoni gli esiti dell’esercitazione “Sisma dello Stretto”

I Geologi della Calabria hanno espresso soddisfazione per l’esercitazione Sisma dello Stretto, organizzata dal Dipartimento della Protezione Civile Nazionale d’intesa con le Regioni Calabria e Sicilia e le Prefetture-UTG di Messina e di Reggio di Calabria e svoltasi nei giorni scorsi a Reggio.

L’esercitazione ha compreso diverse iniziative volte a testare l’efficacia del sistema di risposta delle varie componenti e delle strutture operative del Servizio Nazionale di Protezione Civile, nell’ipotesi di un terremoto di Magnitudo 6, con conseguente allerta maremoto e significativo impatto su abitazioni e popolazione.

In accordo con il Codice della Protezione Civile, gli Ordini e i Collegi professionali e i rispettivi Consigli Nazionali concorrono alle attività di Protezione Civile. Pertanto, anche i geologi liberi professionisti sono stati coinvolti nelle attività esercitative per l’esecuzione di sopralluoghi sul territorio interessato dallo scenario di evento, a supporto della “Funzione Tecnica e di Valutazione – Rischi indotti” e della “Funzione Censimento Danni e Agibilità post evento delle costruzioni”, attivate durante l’esercitazione presso la Direzione di Comando e Controllo (DiComaC).

Il Consiglio nazionale dei Geologi e gli Ordini regionali dei Geologi di Calabria e Sicilia, coordinati rispettivamente dai delegati Lorenzo Benedetto (Consigliere nazionale dei geologi), Giulio Iovine (Presidente dell’ORG-Calabria) e Davide Siragusano (Vice Presidente dell’ORG-Sicilia), sono stati coinvolti nell’organizzazione e nella realizzazione delle attività esercitative, con l’impiego di diversi geologi liberi professionisti.

L’esperienza maturata in occasione dell’esercitazione, con la partecipazione attiva in sopralluoghi e riunioni di approfondimento, ha consentito di affinare le competenze e la capacità di risposta dei professionisti in occasione di eventi critici improvvisi e potenzialmente distruttivi.

Gli Ordini dei Geologi di Calabria e Sicilia, di concerto con il Consiglio Nazionale dei Geologi, desiderano esprimere grande soddisfazione per il supporto tecnico e umano fornito durante questa iniziativa, e auspicano l’organizzazione sistematica di eventi formativi analoghi (anche inerenti ad altri tipi di rischi naturali), per estendere maggiormente la platea di tecnici qualificati, pronti a offrire il proprio contributo specialistico in occasione delle emergenze che potrebbero interessare il territorio.

Al contempo, auspicano una crescente attenzione nei riguardi della pianificazione d’emergenza a scala comunale, per fare in modo che simili strumenti – di rilevanza vitale per la popolazione – non restino nei cassetti degli uffici tecnici ma vengano effettivamente implementati e aggiornati, pubblicizzandoli mediante azioni di informazione capillare ed esercitazioni periodiche, al fine di avere comunità sempre più resilienti. (rcz)

Giornata mondiale dell’Acqua, il 1° aprile il convegno sulla salvaguardia e gestione delle acque sotterranee

Il 1° aprile è in programma il convegno nazionale Le acque sotterranee: salvaguardia e gestione adattiva della risorsa, organizzato dal Consiglio Nazionale dei Geologi (CNG), dalla Fondazione Centro Studi del CNG, dall’Ordine dei Geologi della Calabria e dall’UniCal-DiBEST, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua.

Nel corso del convegno, che si svolgerà all’Università della Calabria, «saranno analizzati gli aspetti tecnico-scientifici e pianificatori per la gestione della risorsa idrica, alla luce dei sempre più ricorrenti eventi estremi. In tale occasione, molti saranno gli spunti di analisi sugli scenari climatici – in una regione, come il bacino del mediterraneo, particolarmente colpita dagli effetti dei cambiamenti climatici che si ripercuotono anche sulle risorse idriche – attraverso l’analisi degli strumenti pianificatori e la proposta di soluzioni per una gestione adattiva della risorsa, anche in relazione alle misure di contrasto su Scala Nazionale (come quelle previste dal PNRR)», ha spiegato il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria, Giulio Iovine.

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua, The World Water Day, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e prevista all’interno delle direttive dell’Agenda 21, come risultato della Conferenza di Rio. Ogni anno, durante la Giornata Mondiale dell’Acqua, viene scelto un tema di approfondimento su cui vengono incentrate tutte le attività celebrative. Per quest’anno, la scelta tematica ricade su Acque sotterranee – rendere visibile l’invisibile. L’obiettivo è porre l’accento sulle criticità relative alla scarsità della risorsa idrica, un bene prezioso che, a causa dei cambiamenti climatici, rischia di essere minacciato dalla siccità.

L’Italia, nel 2015, con i suoi 9,48 Mld di metri cubi di prelievo d’acqua, pari a 156 metri cubi annui pro capite, è risultato il paese Europeo con il maggior prelievo per l’approvvigionamento idropotabile (fonte Istat). Analizzando alcuni indicatori ISPRA, relativi al prelievo per uso civile (2018 Fonte Elaborazione ISPRA su dati ISTAT), l’approvvigionamento avviene prevalentemente da acque sotterranee (84,8%) e, in alcune regioni come la Valle d’Aosta e l’Umbria, quello per uso civile deriva totalmente da esse. 

Gli scenari climatici, che annunciano eventi siccitosi sempre più frequenti, impongono una politica adattiva efficace nell’uso della risorsa idrica, che permetta di preservare le acque (soprattutto quelle più preziose, come quelle sotterranee), nei periodi umidi e di utilizzarle, in misura sostenibile, nei momenti di necessità. Sulla questione è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo, dichiarando «Il Consiglio Nazionale dei Geologi propone da tempo, per la salvaguardia e corretta gestione di tale preziosa risorsa, interventi strutturali e non strutturali sul territorio, valorizzazione e riorganizzazione delle strutture pubbliche, ma soprattutto conoscenza e prevenzione a tutto campo».

«L’esperienza derivante dalla pratica professionale quotidiana e dal confronto con il complesso ed eterogeneo assetto idrogeologico del territorio italiano è, infatti – ha concluso – fondamentale per affinare il sistema di monitoraggio delle risorse idriche sotterranee, consentendo di implementare l’elemento conoscitivo che risulta basilare ai fini di una corretta pianificazione e di un uso sostenibile della risorsa». (rrm)