I MARI DELLA CALABRIA VANNO BENISSIMO:
BALNEABILI BEN 650 SU 800 KM DI SPIAGGE

di MARIO PILEGGIIl 1° maggio si è aperta la stagione balneare nella Regione con la più alta disponibilità di meravigliose spiagge naturali e acque cristalline della Penisola del BelPaese. 

Lungo i 716 Km di costa frastagliata e ricca di baie e calette formate da rocce di tutte ere geologiche bagnate dal Tirreno e dallo Jonio, sono oltre 650 i Km di spiagge certificate idonee per la balneazione all’apertura ufficiale della stagiona balneare 2024. 

Una disponibilità che supera l’insieme di sette regioni: Veneto, Emilia-Romagna, Friuli, Abruzzo, Marche, Molise e Basilicata. 

La grande varietà delle spiagge della fascia costiera è strettamente connessa alla specificità del contesto geomorfologico regionale prevalentemente caratterizzato da estesi rilievi montuosi ricchi di biodiversità e di Parchi Nazionali della Calabria, dell’Aspromonte, del Pollino e della Sila, il Parco Regionale delle Serre e la Riserva Naturale Regionale “Valli Cupe”. 

La qualità delle acque di balneazione in corrispondenza delle 649 aree marine, monitorate con le analisi mensili e classificate dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, risulta prevalentemente di qualità eccellente. In particolare, da pochi dati pubblicati nei Decreti regionali del 16 e 26/04/2024, risultano: 567 aree di qualità Eccellente, 51 aree di qualità Buona, 13 aree di qualità Sufficiente e 17 di qualità Scarsa.  La lunghezza complessiva di queste aree adibite alla balneazione ma risultate di qualità scarsa e quindi vietate per inquinamento supera i 14 Km.

Le spiagge con acque classificate di qualità scarse e vietate alla balneazione sono localizzate in gran parte nel comune e nella provincia di Reggio Calabria. Più della metà della lunghezza complessiva, 7.678 metri, delle acque classificate di qualità scarsa è localizzata nel solo comune di Reggio Calabria. Le altre due spiagge con acque di qualità scarse della lunghezza di 260 e 372 metri sono localizzate nel comune di Paola della Provincia di Cosenza.

A queste sono da aggiungere altri 40 Km circa di aree non adibite e vietate permanente alla balneazione in corrispondenza delle foci di corsi d’acqua e canali inquinati, dei porti, delle scogliere inaccessibili e nella zona A dell’Area Marina Protetta di Capo Rizzuto.

Anche in questo inizio di stagione balneare 2024, gli Enti preposti: Comuni, Regioni e Stato tardano ad informare i cittadini sull’andamento della qualità e criticità delle acque di balneazione in ogni comune costiero per come previsto dalle norme e direttive nazionali ed europee vigenti finalizzate alla protezione della salute umana e il miglioramento della qualità ambientale.

Non si provvede a fornire le tempestive informazioni sui profili delle aree adibite alla balneazione e su dove iniziano e dove terminano le aree vietate alla balneazione, in particolare, quelle per inquinamento. 

Sul portale web del Ministero della Salute si legge: «la scarsa qualità delle acque di balneazione può causare problemi di salute ed è quindi importante che i cittadini si informino sulle condizioni relative alla zona frequentata e ne verifichino la balneabilità e la classificazione di qualità delle acque, ad esempio consultando il Portale Acque del Ministero della Salute».

Sullo stesso Portale, purtroppo, continuano ad essere presenti alcune incongruenze ed errori già segnalati. E nei primi giorni dell’attuale stagione balneare non risulta consultabile anche il “profilo” di ogni area adibita alla balneazione nonostante sia considerato: «un importante strumento per la conoscenza e la valutazione dei fattori di rischio ambientali» e «necessario per proteggere la salute dei cittadini da possibili peggioramenti qualitativi e prevenire l’esposizione della popolazione anche attraverso un’adeguata attività di informazione».

Il compito di aggiornare il “profilo” delle aree di balneazione è assegnato alla Regione che, tra l’altro, deve individuare le azioni volte alla rimozione dell’inquinamento e al miglioramento della qualità e «deve promuovere e divulgare con tempestività le informazioni sulle acque di Balneazione» come evidenziato nei sopracitati Decreti. 

Da promuovere e divulgare anche le preziose specificità del patrimonio costiero regionale. Specificità come gli assetti idro-geomorfologici con una grande varietà di spiagge naturali formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche che documentano la nascita ed evoluzione sia del paesaggio terrestre che degli insediamenti umani dell’intero Belpaese. 

Rocce e scogliere uniche nella Penisola e in parte coeve a quelle granitiche del Tirreno vibonese e dello Jonio catanzarese, generate dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche della Sardegna-Corsica dalle quali sono state separate a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre iniziati circa dieci milioni di anni fa, con l’apertura del Mar Tirreno, e ancora in atto.

Alla specificità degli stessi assetti idro-geomorfologici è legata la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. Meritano più attenzione e tutela la ricca biodiversità marina e, in particolare le tante specie rare, come ad esempio i cavallucci marini rilevati nella “Riserva Naturale Foce del Crati”, nei parchi marini regionali: “Baia di Soverato”; “Riviera dei Cedri”; “Costa dei Gelsomini”; “Scogli di Isca” e “Fondali di Capo Cozzo – S. Irene Vibo Marina – Pizzo – Capo Vaticano – Tropea” e nella “Area Marina Protetta Capo Rizzuto”. (mp)

[Mario Pileggi è geologo del Consiglio nazionale Amici della Terra]

DEPURAZIONE IN CALABRIA, NON CI SIAMO
BEN 11 PUNTI SONO OLTRE I LIMITI DI LEGGE

La Calabria sul filo del rasoio per la qualità delle acque che sono irrimediabilmente inquinate. Dei 21 campioni d’acqua prelevati da Goletta Verde di Legambiente, 11 campioni sono risultati oltre i limiti di legge. È quanto è emerso dalla presentazione dei risultati raccolti avvenuta a Catanzaro, in cui è stato evidenziato che di questi 11, tutti alle foci dei fiumi, di cui 10 risultati fortemente inquinati e 1 inquinato. 

A prendere parte all’incontro vi sono stati Andrea Dominijanni, presidente Circolo Legambiente Catanzaro; Alice De Marco, portavoce Goletta Verde; Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria; Caterina Cristofaro, direttrice Legambiente Calabria; Domenico Pappaterra, direttore generale ARPACAL; Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro; Giusi Iemma, vicesindaco di Catanzaro; Maurizio ArcidiaconoResponsabile CONOU Coordinamento Area Nord-Ovest; Salvatore Siviglia, Dirigente Dipartimento Tutela Ambiente della Regione Calabria.

Quello che è emerso dal rapporto di Goletta Verde, dunque, è una Calabria divisa in due, dove da una parte c’è un mare “malato”, dall’altra, uno pulito che è una gioia non solo per i calabresi, ma anche per i turisti.

Alla luce di ciò, è alquanto evidente che «la depurazione rimane il problema principale che mina la qualità delle acque e del turismo in Calabria – ha rilevato Legambiente –. Non è un caso se tutti i punti giudicati oltre i limiti di legge ricadono presso 11 delle 12 foci campionate. L’89% degli “agglomerati” calabresi (circa 188) è sotto infrazione comunitaria e circa i due terzi della popolazione sono serviti da impianti di depurazione non più al passo con i tempi».

Andando nel dettaglio, è stato rilevato che «6 cUn pampioni sono stati prelevati rispettivamente lungo la costa nella provincia di Reggio Calabria e 6 a Cosenza, 5 in quella di Vibo Valentia, 3 in quella di Catanzaro e 1 di Crotone».

Complessivamente 11 i risultati oltre i limiti di legge secondo il giudizio di Goletta verde, tutti alle foci dei fiumi, di cui 10 risultati Fortemente inquinati e 1 Inquinato. Si tratta del punto presso la foce del canale sulla spiaggia a destra del Castello nel comune di Isola di Capo Rizzuto, località le Castella (KR); il punto tra Montepaone lido e Soverato (CZ), alla foce del fosso Beltrame.

Il punto presso la foce del torrente Caserta presso il lido comunale di Reggio Calabria; a Bagnara Calabra (RC), presso la foce del torrente in prossimità del campo sportivo; la foce del fiume Petrace a Gioia Tauro (RC); la foce del fiume Mesima a San Ferdinando (RC); a Ricadi (VV), in località Torre Ruffa la foce del torrente Ruffa; a Briatico (VV), alla spiaggia della torretta, la foce del torrente Murria; a Pizzo (VV), la foce del fiume Angitola; a Catanzaro Lido, nel comune di Catanzaro, la foce del fiume Corace. Il punto risultato inquinato, invece, è quello tra il comune di Gizzeria (CZ) e Lamezia Terme, in località Marinella/Gizzeria Lido, presso la foce del torrente Spilinga.

«Dai monitoraggi effettuati nell’ambito della Campagna Goletta Verde – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria – risulta che la situazione delle acque calabresi non è migliorata rispetto allo scorso anno anzi risulta un lieve peggioramento. È paradossale che alcuni dei punti risultati fortemente inquinati presentino da anni, se non da decenni, le medesime problematiche».

«Negli ultimi mesi – ha aggiunto – la Regione Calabria ha compiuto passi in avanti, ad esempio, sulla gestione dei fanghi di depurazione le cui anomalie la nostra associazione ha sempre denunciato. Anche l’azione della Magistratura è stata incisiva e meritoria e speriamo conduca alla punizione dei colpevoli per come consentito dalla legge n. 68/2015 sugli eco-reati. Tuttavia, vista la grave situazione del sistema depurativo calabrese ed il verificarsi dei troppi sversamenti illegali si tratta di progressi insufficienti».

«È prioritario ed estremamente urgente che tutte le Amministrazioni competenti effettuino controlli rigorosi e continui sul territorio ed intervengano celermente per risolvere le criticità a tutela dell’ambiente, della salute ed a salvaguardia dell’economia della Regione – ha evidenziato –. In Calabria verranno assegnati 24,7 milioni di euro dai fondi del Pnrr destinati alla depurazione (su un totale di 600 milioni a livello nazionale), speriamo che anche grazie a questi fondi si potrà cambiare passo per permettere l’adeguamento impiantistico ove presente, il collettamento fognario e un adeguato trattamento delle acque dove invece ancora manca».

«Goletta Verde, ancora una volta – ha detto Alice De Marco, portavoce Goletta Verde – intende denunciare la mala depurazione come problema cardine dello stato d’acqua della nostra Nazione. L’89% degli agglomerati calabresi è sotto infrazione comunitaria e due terzi della popolazione sono serviti da impianti di depurazione ormai obsoleti».

«La gravità della situazione – ha concluso – non può più aspettare e tutti siamo chiamati a denunciare tale questione prioritariamente per la Calabria, ma, in generale, per tutte le coste italiane. Confidiamo nelle amministrazioni locali e nazionali e nei fondi europei per l’adeguamento di cui c’è bisogno».

Il direttore Pappaterra, ha parlato di «un lavoro complementare e non sostitutivo rispetto a quello svolto da Arpacal», in quanto sovrapponendo i dati e le criticità elencate dall’associazione ambientalista con i dati della campagna di monitoraggio Arpacal non si può non notare che le zone critiche sono spesso coincidenti; va inoltre ricordato che degli 11 punti inquinati o fortemente inquinati presentati da Legambiente quasi tutti si trovano alle foci dei fiumi dove per legge è vietata la balneazione.

«Dai dati in nostro possesso – ha proseguito il dg Pappaterra – il 94% delle acque analizzate è in qualità eccellente e solo il 3% in qualità scarsa»;  questi numeri ci restituiscono una fotografia di una regione dalle potenzialità spesso inespresse e che ha i propri punti deboli nel sistema depurativo ma anche negli scarichi illegali di aziende agricole o industriali, villaggi turistici e proprietà private.

Proprio questa approfondita conoscenza delle criticità e grazie alle iniziative di alcune Procure e associazioni, dalla sinergia con l’Arma dei Carabinieri, la Guardia di Finanza, la Capitaneria di Porto e dalla determinazione del Presidente della Regione del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, si è potuta creare, già nell’inverno scorso, una task force per il mare che sta operando sul mar Tirreno nel tratto compreso tra Tortora e Nicotera permettendo un netto miglioramento dei parametri rispetto al passato.

«Certo il lavoro da fare è ancora tanto – ha concluso Pappaterra – ma facendo nostro lo slogan della campagna di Goletta Verde 2022 “non ci fermeremo mai” vogliamo perseguire come obiettivo la diminuzione degli illeciti ambientali al fine di custodire e conservare la biodiversità in Calabria e poter usufruire al 100% di un mare pulito e cristallino». (rrm)