Consapevolezza e prevenzione. Sono le due parole d’ordine che sono emerse nel corso del convegno sul rischio sismico in Calabria svoltosi in Cittadella regionale, dalla Regione Calabria in occasione della Settimana della Protezione Civile.
Per la regione sono intervenuti l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, Mauro Dolce, il dirigente generale del Dipartimento, Claudio Moroni, il direttore della Protezione civile della Calabria, Domenico Costarella.
Dopo i saluti istituzionali in cui sono intervenuti il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, e il direttore regionale dei vigili del fuoco della Calabria, Maurizio Lucia, che hanno sottolineato l’importanza di fare sistema con tutti i soggetti preposti alle emergenze per realizzare una prevenzione efficace soprattutto in una regione come la Calabria caratterizzata dall’alto rischio sismico, si è aperta la prima fase del convegno incentrata essenzialmente sulla fase della conoscenza del rischio e del monitoraggio dei fenomeni sismici.
In particolare sono stati analizzati dal punto di vista storico i terremoti in Calabria, anche in considerazione della loro origine e intensità. Gianluca Valensise, dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, si è soffermato ad esempio sulla sismicità dell’Arco Calabro che trae origine dalla convergenza tra le placche Africana e Eurasiatica.
A seguire sono stati trattati lo studio e il monitoraggio delle sorgenti sismogenetiche, gli scenari previsionali da effetti indotti sul terreno dal terremoto e la valutazione del rischio sismico, attraverso gli interventi dei professori Maurizio La Rocca dell’Università della Calabria, Gabriele Scarascia Mugnozza dell’Università Sapienza di Roma e Sergio Lagomarsino dell’Università di Genova.
La seconda parte del convegno è stata invece dedicata quasi interamente alla prevenzione strutturale con particolare riferimento alla normativa sismica, alle prospettive legate all’evoluzione delle normative e sulle nuove tecniche costruttive, oltre che sulla promozione di percorsi educativi per la diffusione della cultura della protezione e della prevenzione del rischio sismico. Su tali argomenti si sono alternati i professori Eugenio Chiocchiarelli dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Fabio Mazza dell’Università della Calabria e Andrea Prota dell’Università di Napoli Federico II.
La Calabria è la regione italiana più esposta al rischio sismico, infatti nella nostra regione si sono concentrati più della metà dei terremoti catastrofici avvenuti in Italia negli ultimi 350 anni caratterizzati dai valori di magnitudo più levati. Tra questi eventi, che hanno causato più di 200.000 vittime, si ricordano le sequenze sismiche del 1638 (Imax=XI e M= 7) nella Calabria Centrale, del 1783 che devastò la Calabria centro-meridionale con tre scosse principali caratterizzate da Imax=X-XI e Magnitudo fino a 7.1, del 1905 dello Stretto di Sant’Eufemia (Imax=X-XI e M=6.9) ed infine del 1908 di Messina-Reggio Calabria (Imax=XI e M=7.1) che rase al suolo il reggino causando oltre 120.000 morti.
Dopo una breve pausa, l’assessore regionale alle Infrastrutture e ai Lavori pubblici, Mauro Dolce, il dirigente generale del Dipartimento, Claudio Moroni, il direttore della Protezione civile della Calabria, Domenico Costarella, si sono confrontati sulla prevenzione strutturale e sugli interventi strutturali per la riduzione del rischio sismico in Calabria.
«La storia dei terremoti in Calabria – ha affermato l’assessore Dolce – , oltre che tutti gli studi scientifici degli ultimi decenni, ci dicono che è una regione ad elevata pericolosità sismica in cui si possono verificare terremoti di notevole violenza»
«Tutti i Comuni della Calabria sono, infatti – ha spiegato Dolce – classificati in zona 1 e 2 su quattro zone. Sulla base dell’Ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3274/2003, la delibera della Giunta regionale della Calabria n. 47 del 10.02.2004, ha classificato il 100% dei Comuni calabresi nelle zone 1 e 2 a elevata pericolosità sismica».
«Tuttavia – ha proseguito – i recenti terremoti in Italia e nel mondo hanno dimostrato quanto sia complesso limitare il rischio sismico. L’elevata densità di popolazione che vive nelle aree a maggior rischio, la vetustà e vulnerabilità delle infrastrutture e del patrimonio edilizio pubblico e privato, la vulnerabilità sociale legata ad una comunità non preparata a tali evenienze rallentano l’efficacia delle leggi e ritardano l’applicazione di adeguamenti antisismici e urbanistici a salvaguardia delle popolazioni».
«Pertanto – ha proseguito – il tema del convegno di oggi è prioritariamente incentrato sulla conoscenza e sulla prevenzione dei rischi, che non sono solo sismici, ma anche idrogeologici, idraulici e gli altri ben noti».
«Non si fa mai abbastanza prevenzione – ha detto ancora –. Occorre pertanto uno sforzo da parte di tutti, cittadini e amministratori pubblici, perché si faccia prevenzione a 360 gradi: non solo strutturale ma anche comportamentale, basata sulla conoscenza del territorio e sulla consapevolezza del rischio sismico, per essere più preparati ad affrontare il terremoto».
«Il nostro dipartimento dei Lavori pubblici – ha riferito infine l’assessore Dolce – segue il Programma nazionale della prevenzione del dipartimento nazionale della Protezione civile che è iniziato nel 2010, dopo il terremoto dell’Aquila, ed è stato finanziato con 1 miliardo di euro in 7 anni e che continua ad essere sovvenzionato con 50 milioni di euro l’anno. Sono valori assolutamente insufficienti».
«La Calabria ha ricevuto circa 130milioni di euro utilizzati per avviare interventi di prevenzione strutturale su circa 250 edifici – ha detto ancora – ma anche per fare microzonazioni sismiche in tutti i Comuni calabresi. Per quanto riguarda la conoscenza del rischio sta partendo un piano che riguarda l’analisi della vulnerabilità dei ponti che interesserà non solo il rischio sismico ma anche la prevenzione rispetto agli altri rischi, tenendo conto del deterioramento della struttura nel tempo».
Domenico Costarella ha assicurato che «il sistema regionale di Protezione civile ha in campo le sue strutture operative che reagirebbero in caso di terremoto. Il terremoto non si può prevedere ma si deve prevenire. É necessario fare prevenzione strutturale e non strutturale».
«La Protezione civile – ha spiegato – si occupa in particolare di quella non strutturale per la quale è importantissima la pianificazione, a tutti i livelli: di tipo nazionale, come il piano Campi Flegrei, il Piano Vesuvio in cui la Regione è attiva avendo stipulato dei gemellaggi con due Comuni della Campania in caso di evacuazione di determinate aree, mentre a livello regionale, la Calabria è una delle poche regioni che ha approvato il Piano di soccorso sismico, al cui interno sono inseriti gli elementi conoscitivi, territoriali e operativi che occorre attuare in caso di eventi sismici». «L’altra pianificazione fondamentale è quella comunale – ha detto ancora – che scaturisce da direttive nazionali e regionali. La Calabria ha approvato tali direttive a fine 2019, e costituiscono lo strumento principale di definizione dei modelli di intervento e prima ancora di analisi dei rischi di un determinato territorio».
«Pertanto – ha concluso – l’incontro di oggi parte dall’analisi di quella che è la pericolosità sismica della nostra regione in tutti i 405 comuni che, secondo l’ultima classificazione sono in zona rischio di livello 1 e 2. Dobbiamo essere tutti consapevoli di questo».
Infine, il dirigente regionale della Protezione civile ha ricordato alcuni appuntamenti in programma nei prossimi giorni invitando i cittadini «a recarsi nelle piazze calabresi il prossimo sabato e domenica, 15 e 16 ottobre, dove si svolgerà la campagna ‘Non rischio. Buone pratiche di Protezione civile’, a breve sulla nostra pagina facebook saranno indicate i Comuni dove si svolgerà l’iniziativa».
«Un altro importante appuntamento– ha evidenziato – sarà l’esercitazione del 4 e 6 novembre “Exe dello Stretto 2022” a Reggio Calabria durante la quale saranno coinvolti 39 comuni e sarà impegnato tutto il sistema nazionale e regionale di Protezione civile con il fine di testare tutte le procedure di prevenzione del rischio nella simulazione di un terremoto d’intensità 6.2 di magnitudo».
Il dirigente Moroni si è soffermato su quanto è stato fatto in Italia e in Calabria in questi anni per la mitigazione del rischio e sulle risorse effettivamente impegnate per l’edilizia antisismica.
«Inoltre – ha anche aggiunto – che la Regione sta finanziando con oltre 3 milioni di euro la campagna di verifica di oltre mille ponti. Nei prossimi giorni uscirà il primo bando a carattere sperimentale per mettere a punto le procedure con le quali operare successivamente a larga scala».
All’evento sono intervenuti anche rappresentanti degli Ordini delle province calabresi degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi; il presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria; i rappresentanti dei Collegi dei Geometri delle province calabresi, dell’Anci Calabria. (rcz)