Manca «nella nostra regione di un piano organico per la gestione dell’emergenza urgenza in età pediatrica e, soprattutto, della mancata attivazione di una unità operativa complessa di Terapia Intensiva pediatrica regionale». È l’allarme lanciato da Domenico Minasi, presidente della Società Italiana Pediatri – sezione Calabria, a seguito della triste notizia della morte, a causa del covid, della bambina di Mesoraca.
Per il presidente, infatti, non è più rinviabile «una riorganizzazione dell’intera rete assistenziale pediatrica regionale, compresa quella relativa all’emergenza urgenza capace di superare le carenze strutturali, tecnologiche ed organizzative attualmente esistenti».
«E questo – si legge nella nota del presidente Minasi – nonostante quanto indicato dall’Accordo Stato Regioni 248/CSR del 21.12.2017 e, in particolare, quanto stabilito dal DCA 89/ 2017 con cui era stata autorizzata l’attivazione nella Regione Calabria di una U.O di Terapia intensiva Pediatrica ad alta specialità con quattro posti letto. La conseguenza è che i bambini calabresi che necessitano di elevata intensità di cure vengono oggi trattati impropriamente nelle Terapie Intensive dell’adulto o, molto più frequentemente, trasferiti in strutture extra regionali, come, come nel caso della piccolo deceduta ieri al Bambin Gesù di Roma, con tutte le problematiche assistenziali ed i gravi rischi per la salute dei bambini che un trasferimento in condizioni di emergenza comporta».
«Tutto questo si inserisce, purtroppo – conclude la nota – nel più ampio contesto delle criticità relative all’attuale gestione delle cure pediatriche nella nostra Regione, legate soprattutto all’assoluta mancanza di un piano strategico rivolto a migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’intera rete assistenziale dedicata ai bambini calabresi».
Come poi spiegato a Il Corriere della Calabria, Minasi ha spiegato lo scopo del suo appello: «la creazione di una unità operativa complessa di terapia intensiva pediatrica che abbia una valenza regionale», in quanto «in questo momento – ha spiegato – ci sono dei posti di terapia intensiva pediatrica all’AO di Cosenza, ma una parte si trova all’unità di neonatologia, un’altra nella terapia intensiva dell’adulto».
«Si tratta però di strutture semplici, non complesse, e dunque non si tratta di un reparto autonomo con medici, infermieri dedicati solo a quella attività e con competenze specifiche» ha aggiunto.
«Mi sto battendo – ha spiegato ancora – affinché questo avvenga e che venga dato seguito a quel famoso decreto di Scura che istituiva, in Calabria, l’unità operativa complessa di terapia intensiva pediatrica. E ho già avuto molti riscontri, comunicazioni da figure istituzionali interessate e ai quali ho detto che abbiamo già pronto un documento con delle linee di indirizzo per la riorganizzazione dell’intera rete assistenziale pediatrica».
«Perché – ha riferito Minasi – ci sono tanti altri problemi da affrontare come quello della neuropsichiatria infantile, l’oncoematologia pediatrica, la strutturazione e l’organizzazione e la creazione di una rete complessa che possa poi dare risultati dal punto di vista qualitativo e l’efficacia assistenziale».
«Al di là della polemica – ha concluso – deve essere sempre e comunque perseguita la proposta, quello che bisogna fare. Insomma, serve un cambio di mentalità. Occhiuto è già stato informato, già ha dato disponibilità per un prossimo incontro, abbiamo avuto riscontri molto positivi in questo senso». (rrm)