Come si fa a non indignarsi di fronte alle tariffe aeree che penalizzano – a Natale e Pasqua – i calabresi che vorrebbero tornare in Calabria a trascorrere le feste in famiglia? Si è arrivati a biglietti Milano-Reggio Calabria venduti a 550 euro (ma in qualche caso sono stati anche proposti in una simulazione fatta in redazione a oltre 1000 euro).
Ma in regione, presidente Occhiuto, qualcuno gliene ha mai parlato? Come si può tollerare questa discriminazione che penalizza – guarda caso – l’aeroporto di Reggio, già destinato a un futuro diversamente opaco (roseo secondo Sacal, grigio secondo i reggini)? Nonostante gli interventi già programmati in base alle risorse finanziarie (25 milioni) del famoso emendamento Cannizzaro, lo scalo di Reggio che dovrebbe servire (ma non è così) la dirimpettaia Messina continua a essere una delusione costante per gli abitanti della città metropolitana e di Reggio stessa. Intanto, i collegamenti con i centri della ex provincia non ci sono (malgrado le somme stanziate la scorsa estate per creare navette turistiche) e lo scalo di Lamezia risulta una scelta obbligata per chi non vive a Reggio. Ma non sono solo le tariffe dei trasporti aerei a dover essere messe in discussione: è mai possibile che l’attraversamento dello Stretto (3 km) debba costare 42 euro?
Sicilia e Sardegna hanno adottato quella che si chiama continuità territoriale, ovvero quella norma che consente a chi abita in zone disagiate dal punto di vista dei trasporti di poter usufruire di particolari tariffe. In Calabria se ne parla, sempre e tanto, ma non si è mai applicata. E lo scandalo continua, anche se l’Antitrust, finalmente, ha deciso di perseguire questi comportamenti scorretti delle compagnie aeree e forse qualche risultato verrà fuori. Ma una colossale (speriamo) multa dell’antitrust non rimborserà il costo assurdo del biglietto aereo pagato a Natale per andare da Milano a Reggio (a momenti costa meno andare a New York). Poi, per combinazione, lo stesso volo per Lamezia costa anche meno di 100 euro.
Le tariffe aeree, si sa, sono inspiegabili, frutto di macchinosi calcoli che qualche algoritmo, nemico dei reggini, riesce ogni volta a elaborare in occasione delle feste comandate, ma la Regione dovrebbe farsi vigile e intervenire penalizzando questi comportamenti che di fatto costringono molti calabresi a rinunciare al viaggio.
Lo stesso discorso vale per i biglietti del treno: i collegamenti sono diventati veloci, ma la spesa, quando è familiare, diventa a volte non affrontabile. La Regione Calabria, accanto agli incentivi previsti per le compagnie aeree che decideranno di fare scalo a Reggio la prossima primavera, cominci a pensare a una sorta di integrazione biglietto da offrire ai calabresi che vivono fuori della regione e vogliono passare le feste in famiglia. La sola idea di dover pagare 550 euro un viaggio di sola andata Milano-Reggio fa saltare i nervi anche a chi non ha problemi di denaro. È una presa in giro, prima che una vera e propria rapina autorizzata. I calabresi sono abituati ad essere depredati e “rapinati”: adesso è il momento di dire basta. Se c’è un buongoverno della Regione quale migliore occasione per dimostrarlo? (s)