Trasformare la ginestra in un a nuova opportunità occupazionale per la Calabria. È su questo che si è incentrato il dibattito promosso da Uil Calabria, dove sono state avanzate le proposte di valorizzare la produzione e industrializzare questa pianta povera per renderla appetibile alle imprese della moda e dell’automotive.
All’incontro, svoltosi online – e moderato dal giornalista Francesco Kostner – ha registrato i contributi di Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil; Paolo Pirani, Segretario generale della Uiltec; Attilio Bombardieri, segretario generale della Uil Rua; Santo Biondo, Segretario generale della Uil Calabria; Roberto Castagna, segretario generale della Uil Cosenza, Annarita Mancuso, Responsabile coordinamento pari opportunità Uiltec Calabria; Giuseppe Chidichimo, professore di chimica e tecnologie chimiche; Vincenzo Ferrari, delegato dal Retto dell’Unical alle relazioni sindacali e Gianluca Gallo, assessore regionale all’Agricoltura.
Un confronto che ha registrato l’endorsement proprio dell’assessore Gianluca Gallo che, durante il suo intervento, si è detto pronto a raccogliere e sostenere le proposte lanciate dal sindacato per fare della filiera della ginestra una moderna fonte di produttività per il territorio calabrese per come prospettato, nel suo intervento durante il dibattito in webinar, dal professore Giuseppe Chidichimo.
Tornando al dibattito, invece, per Pierpaolo Bombadieri, Segretario generale della Uil: «È necessario cambiare il paradigma dello sviluppo che si è seguito sino ad oggi in Italia e oggi abbiamo messo in campo alcuni fattori che possono aiutare questo cambiamento. Al presidente Mario Draghi chiederemo di ridisegnare l’Italia, di strutturare la governance, di farci avere un cronoprogramma preciso di quello che si intende fare e gli diremo che questo deve essere fatto attraverso il confronto con le forze intermedie per fare fronte comune, superando il campanilismo, e promuovere lo sviluppo della Nazione e della Calabria in particolare. Per farlo bisogna mettere a fattore comune tutte le buone energie presenti sul nostro territorio e l’iniziativa di oggi mette a segno un risultato importante in questa direzione».
«Basta con le chiacchiere – ha concluso il segretario generale della Uil – abbiamo bisogno di impegni concreti come quelli che, insieme a Santo Biondo, stiamo portando avanti per avere in Calabria una nuova e moderna Strada statale 106 o una tratta ferrata totalmente elettrificata».
Paolo Pirani, segretario generale della Uiltec, invece ha messo nero su bianco i pilastri dell’azione sindacale della categoria rappresentata che nella transizione digitale, nel reshoring e in una nuova politica industriale vede le necessità prioritaria per favorire la ripartenza dell’Italia, del Mezzogiorno del Paese e della Calabria.
«Il progetto presentato oggi – ha detto Pirani – tenta una strada diversa da quella tracciata nel passato della Calabria dei grandi poli industriali, la strada diversa è quella dello sfruttamento dell’economia circolare in cui è pienamente inserito, della valorizzazione di risorse sul territorio, in un rapporto nuovo fra ambiente, territorio e processi di industrializzazione».
Per il segretario generale della Uil Calabria, Santo Biondo, invece, «il progetto di resilienza occupazionale attraverso il potenziamento della filiera della ginestra è molto interessante. Lo sviluppo di questo progetto aiuterebbe la Calabria a rispettare le missioni europee di promozione del territorio e sostegno dell’economica circolare. Sulla nostra regione, però, pesano due tare importanti: la mancanza di sinergie istituzionali e l’inefficacia della spesa comunitaria. La spesa calabrese del Programma operativo regionale non va oltre il 38%: un parametro generale che è assai deludente rispetto ai reali bisogno che la regione Calabria ha sia rispetto al resto del Paese, sia nei confronti delle altre regioni del Mezzogiorno. Ma non solo. La Regione è in ritardo nella certificazione della spesa. Da qui al 2023 bisogna certificare 13 miliardi di euro e, sino ad oggi, la media di spesa certificata si attesta sui 300 milioni di euro».
«Davanti a questi numeri – ha aggiunto – siamo convinti che arrivare al totale certificatile sia una scommessa quasi impossibile. Purtroppo, gli errori del passato si stanno ripetendo. Se il confronto è mancato sulla programmazione 2014/2020, lo stesso sta avvenendo sul Por 2021/2027. Approfitto dell’occasione che mi viene offerta oggi, anche dalla presenza dell’assessore Gallo, per invitare la giunta regionale ad aprire il confronto con il partenariato economico e sociale sulla programmazione 2021/2027, per tracciare una discontinuità netta rispetto a quanto fatto sino ad oggi dalla nostra Regione».
«Davanti alla classe dirigente calabrese – ha concluso Santo Biondo – c’è una sfida determinante, che non si può perdere, quella di sfruttare al meglio le risorse messe a disposizione dall’Europa per la ripartenza. Oggi più che mai, questo lo deve capire anche il Governo Draghi, serve una nuova politica industriale ed investimenti importanti per il Sud e, in particolare, per la Calabria».
Ad Annarita Mancuso, infine, è spettato il compito di dare voce ai progetti, in particolare a quello incentrato sulla valorizzazione della ginestra, della Uiltec Calabria sul territorio regionale: «La Uiltec Calabria è convinta che la Calabria, se valorizza le sue risorse naturali – quale può essere appunto la ginestra – spende bene le risorse economiche europee e nazionali e, quindi, può scrivere una pagina importante della propria storia creando sviluppo e occupazione. L’evento di oggi, infine, deve essere il punto di partenza di una nuova strategia occupazionale per la Calabria».
«Oggi, noi tutti – ha aggiunto – sottoscriviamo un impegno, formalizziamo la nostra azione condivisa di portare avanti il progetto di industrializzazione della filiera della ginestra al fine di occupare i disoccupati, soprattutto le donne ed i giovani, di trasferire queste potenzialità produttive anche all’estero».
«Abbiamo il dovere di farlo – ha concluso Mancuso – per provare a dare un futuro ai nostri giovani, ma anche per onorare la memoria delle nostre nonne che, durante i periodi bellici, non hanno mai spesso di spezzarsi la schiena nei campi di ginestra: l’unica pianta che si trovava per lavorarla e che era diventata fondamentale per la sopravvivenza delle famiglie e anche dei nostri soldati che, al fronte, indossavano divise prodotte con la lavorazione della fibra dell’oro della m macchia mediterranea». (rrm)