L’assessore regionale alle Politiche Sociali, Tilde Minasi, è intervenuta in merio alle vicende che stanno interessando palazzo San Giorgio e, quindi, e la città metropolitana di Reggio Calabria, sottolineando che «i ruoli pubblici sono sempre connessi alle responsabilità e quando la situazione lo richiede vanno assunte delle decisioni significative».
«Fatta questa doverosa premessa – ha detto Minasi – preme far capire, anche attraverso azioni forse difficili ma necessarie, che non si intende più assistere ad una paralisi amministrativa e politica che sarà soltanto la città, insieme ai reggini, a pagare».
«Determinarsi contro quanto sta accadendo – rimarca l’assessore – non vuol dire ammantarsi di giustizialismo, dal momento che siamo e restiamo garantisti, senza dubbio alcuno, sino alla conclusione dell’iter processuale. Ma, semplicemente, perché, laddove sono mancati coraggio e volontà di fare un passo indietro per la città, è fondamentale dare una spinta forte affinché l’agibilità democratica sia tutelata. Oggi non è così, e non saranno certo gli ‘accordoni’, la spartizione delle poltrone o beceri calcoli politici, a far riemergere l’amministrazione comunale dal pantano in cui si trova».
«Reggio – ha proseguito – non può permettersi una guida raffazzonata e sorda alle esigenze della collettività o al dialogo costruttivo con i suoi stessi esponenti, come d’altronde lo stesso ex vicesindaco, Perna, ha avuto modo di evidenziare. Reggio deve poter scegliere chi dovrà affrontare le sfide che verranno a breve, senza sostituzioni poco convincenti in corsa che guardano più alle convenienze che alle esigenze collettive».
«L’auspicio – ha detto ancora – sarebbe che tutti prendessero in considerazione l’eventualità di staccare la spina a questa esperienza, perché i personalismi non dovrebbero essere più rilevanti del bene pubblico. Ma al netto delle decisioni altrui – conclude Tilde Minasi – concordo che l’unico strumento per aver voce, per garantire la possibilità di una ripartenza e far sentire ai cittadini che si sposano in pieno le loro preoccupazioni, siano le dimissioni in blocco anche di chi, pur da altre prospettive politiche, ha più volte espresso la sua rimostranza al modus operandi di Falcomatà. Sicuramente nel centrodestra, nella Lega, non vi è alcun timore ad affrontare questo percorso a testa alta e con la coscienza pulita». (rrc)