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Marcello Manna, sindaco di Rende

Il Comitato direttivo di Anci Calabria su modifiche indennità sindaci e amministratori

Ad assumere una ferma posizione sulle modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2022 in materia di indennità di funzione dei sindaci, nonché vicesindaci ed assessori, dei comuni di varia dimensione, è stato il Comitato Direttivo di Anci Calabria.

Tali modifiche, ha rilevato l’Anci, «hanno fatto insorgere in molteplici realtà polemiche speculative talvolta promosse da soggetti che rivestono, anch’essi, diversi ruoli elettivi in altre istituzioni e che comunque godono di più adeguate e solide tutele che, peraltro, per certi versi – oltre la prevista finalità di strumenti di garanzia democratica – sono spesso apparsi come mezzi eccessivi tendenti a determinare una condizione di privilegio».

La posizione assunta dall’Associazione, nel corso dell’ultima riunione, indetta dal presidente Marcello Manna, è in in relazione all’accrescere di dichiarazioni ed iniziative – sporadiche ma alquanto preoccupanti – che assumono una connotazione populistica strumentale e che non giovano alla giusta causa di avere buone ed efficaci amministrazioni locali.

«Anci – si legge in una nota – insieme alle tante battaglie assunte a sostegno di bisogni e su criticità diverse che attengono alle legittime aspettative delle comunità locali, nei confronti con il Governo ed il Parlamento, ha anche più volte sollevato e affrontato la tematica di una più adeguata tutela e garanzia degli amministratori locali. Questi, infatti, specie nelle piccole realtà sono chiamati a prestare un servizio che richiede molta applicazione e che, di converso, implica una mole di responsabilità e rischi, anche giuridici, cui non corrisponde la previsione di trattamenti idonei a consentire un’adeguata dedizione per come di fatto è necessario».

«Ciò – prosegue la nota – senza molto ricalcare l’aspetto della dignità istituzionale su cui è da rilevarsi persino una marcata iniquità ed ingiustificato squilibrio, se si vuole raffrontare la diversità sproporzionata tra un qualunque eletto nel livello parlamentare nazionale o regionale ed i sindaci delle grandi città. La fondatezza della questione è stata riconosciuta in diverse occasioni pubbliche persino dal Capo dello Stato ed il Parlamento, dopo anni di attesa, ha fatto propria la necessità di provvedere disponendo nella ultima legge di bilancio le opportune modifiche ed adeguamenti. Ciò prevedendo una gradualità della variazione tra il 2022 ed il 2024 con appositi stanziamenti da parte dello Stato».

«Anci Calabria – prosegue la nota – ritiene e ribadisce che l’aspetto della tutela e garanzia della dignità minimale per chi presta la propria attività e dedizione a servizio delle comunità locali non può e non deve essere tralasciato rispetto alle tante altre battaglie, ne può divenire motivo di discriminazione».

«Pertanto – si legge ancora – l’Associazione ritiene doversi applicare le nuove disposizioni di legge, liberi da ogni possibile condizionamento, nell’intento esclusivo di consentire e pretendere che Sindaci ed Amministratori possano meglio dedicarsi all’esercizio del mandato in una condizione di indispensabile serenità. Rimane salva la rispettabile eventuale determinazione di coloro che, per particolari ragioni e valutazioni, dovessero ritenere anche in via temporanea di avvalersi – individualmente o collegialmente, come è sempre accaduto – della facoltà di parziale o totale rinuncia alle competenze indennitarie, ma a ciò non si può assolutamente essere indotti per via di strumentali ed ingiuste azioni speculative promosse da soggetti che alle esigenze di funzionalità generale tendono ad anteporre obiettivi di disturbo e contrasto che mirino a colpire i singoli amministratori, i quali meritano il rispetto loro dovuto per la funzione importante che rivestono».

«Giova, infine – conclude la nota – precisare che non sono consentite devoluzioni e che alle rinunce riguardanti il maggiore beneficio introdotto dalla legge fa seguito un obbligo di restituzione e recupero da parte dello Stato». (rrm)