di EMILIO ERRIGO – Il Mezzogiorno d’Italia negli ultimi 15 anni (2007- 2022) è stato vivisezionato e analizzato, economicamente, finanziariamente e socialmente, dalla Banca d’Italia, come in nessun altro periodo storico.
Credo sufficiente leggere i Report annuali a partire da quello del 2010 e terminare con quelli del 2022, compresa l’analisi monografica regionale sulla Regione Calabria, per averne contezza e materiale di studio e analisi, che è cosa buona e giusta definire pregiati sul Meridione e Meridionali dell’Italia.
Nello stesso arco temporale non sono certo mancati studi e analisi riferiti al quadro economico-finanziario delle Regioni del Mezzogiorno, anche di quelle più al Sud del Sud dello stivale, come la Regione Calabria. La rappresentazione geografica in scala dell’Italia e del suo Mare, su carta nautica a piccola o grande scala che sia, fa emergere una figura delle Regioni d’Italia, da nord a sud, Isole maggiori e minori incluse, con le bellissime Grandi Isole di Sardegna e Sicilia, situate a Ovest e Sud Sud Ovest, come territori protettivi e inespugnabili, circondati dalle acque azzurre del Mare Nostrum.
La Calabria calzare e punta territoriale più avanzata nel Mar Mediterraneo, non solo ha dovuto subire, combattere, resistere e fronteggiare, tutte le storiche guerre di invasioni e le dominazioni straniere, ma anche dovuto sopportare il peso di quanti (metaforicamente parlando) hanno tentato di schiacciarla con la pressione dei due piedi in fondo allo stivale.
La Calabria e i calabresi, si sono difesi e ci difendiamo bene in verità, sia perché siamo considerati dagli studiosi, geneticamente e biologicamente i più forti tra le razze euromediterranee dell’Unione Europea,
e anche perché l’alimentazione dei Calabresi è tra le più ricche di fibre, calcio benefico e dieta c.d. di lunga vita diversificata e variegata naturalmente nei contenuti proteici.
Venendo al titolo di questa semplice opinione personale, la Calabria e i calabresi, (non tutti in verità), quasi 2 milioni di abitanti, hanno la convinta sensazione e netta percezione, che l’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, con tutti i Ministri del “Governo da Draghi”, vogliono veramente aiutare la crescita economica e sociale della Calabria e delle altre Regioni del Sud Italia.
Perché e come, lo si deduce chiaramente, dalle parole e atti di buona amministrazione del Governo, dette e scritte e azioni intraprese negli ultimi Governi, dai rispettivi Ministri pro tempore e attuale, per il Sud e la Coesione Territoriale, con uno dei quali ho avuto modo e molto piacere, di cooperare lealmente e con forte impegno, nel corso della precedente mia esperienza istituzionale quale Commissario Straordinario dell’AdSP del Mare della Sicilia Orientale, Giuseppe Provenzano.
È’ sufficiente avere o trovare il tempo e la calma necessaria, per leggere i due “Piani per il Sud e Verso Sud”, (Calabria-Gioia Tauro, 14 febbraio 2020), nel “Piano Sud 2030 Sviluppo e Coesione per l’Italia” e più recentemente, in (Campania-Sorrento, il 13/14 maggio 2022), dalla Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, la decisa e determinata, Mara Carfagna, nel discorso di apertura e successivi lavori del
Forum Verso SUD – la Strategia Europea per una nuova stagione Geopolitica, Economica e Socio-Culturale del Mediterraneo. Tutto dipenderà dalla politica del fare e fare il bene dell’Italia e degli Italiani, Meridionali compresi. Questo è il Governo di Unità Nazionale e della serietà istituzionale, nessuno credo abbia il coraggio di dire, che le Donne e gli Uomini di Governo in carica, non si siano prodigati a fare il bene del Paese.
Certo gli atti di buona volontà e gli intendimenti politici, possono pure divergere dalle azioni e atti del Governo, importante che l’Unità Nazionale, abbia sempre la meglio su tutto e tutti. Se parte il Sud, o meglio se cresce economicamente la Calabria, cresceranno tutte le Regioni del Mezzogiorno, del Centro e del Nord. Si pensi a una o tante verità economiche industriali storiche e attuali.
Se vengono impiegati risorse pubbliche e private nel Sud Italia, per la costruzione di opere pubbliche e stabilimenti di produzione a rilevanza pubblica di interesse nazionale, le tecnologie e i macchinari e non solo, provengono tutte dal nord del Paese e dall’estero, Germania, Francia, in primis, generando un indotto economico industriale che partendo dalle Regioni del Sud Italia, si propaga fino all’età Regioni del Nord e altri Stati Europei.
Basti andare a “leggere le targhette” del luogo di produzione, dei macchinari, presse, nuove tecnologie meccaniche e informatiche, presenti all’interno delle Piccole o Grandi Imprese, presenti in Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania, Basilicata e Puglia, per capire bene il senso del ragionamento deduttivo.
Altrimenti lo vedo molto difficile e disgregante , il futuro in Italia, a Nord, al Centro e al Sud della Italia Unita. (er)
[Emilio Errigo è nato a Reggio Calabria, Generale della Guardia di Finanza in ausiliaria, Docente Universitario di Diritto Internazionale e del Mare, e di Management delle Attività Portuali. Consigliere giuridico Economico -Finanziario Internazionale]