«In questi giorni si è potuto assistere all’invio massivo nei confronti di gran parte dei cittadini di comunicazioni che risultano intestate al Comune di Gioiosa Ionica e al proprio concessionario della riscossione incaricato (Assist spa). Con tali atti denominati “Avviso urgente”, si travalica abbondantemente quello che dovrebbe essere l’unico ed incontestabile obiettivo dell’Ente e cioè quello di informare i propri contribuenti dell’esistenza di una posizione debitoria, per poter procedere ad un incasso in tempo breve. Condivisibile in ogni caso la scelta di attuare la politica di riscossione in tempi brevi alla luce della situazione dell’ente». Questa la nota dei consiglieri di minoranza di Costruire insieme.
«I nostri dubbi – proseguono Agrippo, Depino, Logozzo e Mazzaferro – che sicuramente il sindaco e l’assessore delegato sapranno chiarire, riguardano invece la metodologia e in molti casi anche la reale sussistenza del debito. I cittadini si sono visti recapitare avvisi che non indicano neanche quale sia il tributo che dovrebbero pagare, creando evidente confusione e una ricerca dei pagamenti, che in molti casi sono risultati già effettuati. All’interno delle comunicazioni il Comune si è spinto a dichiarare che “Le comunichiamo che sono in corso accertamenti, presso il suo recapito, in relazione alle sue posizioni debitorie”. La dicitura utilizzata non lascia spazio ad interpretazioni di sorta. Si tratta infatti di una dichiarazione con la quale al destinatario viene comunicato che in quel preciso momento di ricezione della lettera un ufficiale della riscossione sta effettuando un accertamento presso il suo recapito/domicilio».
Infine Costruire Insieme conclude che «pur noi invitando assolutamente i cittadini al pagamento dei tributi locali, vogliamo assicurarli sul fatto che laddove il Comune intenda perseguire in questa metodologia, ci opporremo in ogni opportuna sede, anche perché la diffida utilizzata è in realtà del tutto illegittima, disancorata da ogni norma di legge e soprattutto effettuata in spregio allo Statuto del Contribuente. Piuttosto, lungi dal credere che il Comune non conosca la normativa che disciplina gli accertamenti presso i domicili dei contribuenti, è evidentemente facile concludere che l’amministrazione abbia voluto (in palese violazione di legge) far proprio il principio macchiavelliano del “Il fine giustifica i mezzi”, a discapito purtroppo dei cittadini». (rrc)