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Guccione (PD): presenta il "conto" alla sanità calabrese

Guccione (PD) presenta il “conto” alla sanità calabrese

A margine della presentazione del suo libro iAmara verità a Fagnano Castello, Carlo Guccione ripresenta il “conto” (cioè il debito vero) alla sanità di Calabria. Questioni che nel libro trovano una serie di documenti inediti, dati certi nonché ricostruzioni approfondite che testimoniano una voragine finanziaria nel sistema sanitario calabrese.

«Bastava un bravo commercialista per mettere Pasqualina Straface sulla buona strada – ha detto – così da non farla sbagliare. Non si può affermare che l’onorevole Amalia Bruni abbia sommato i debiti e le risorse necessarie per rimborsarli, addirittura affermando di essere incorsa in un errore da matita blu. Semplicemente perché il fondo per i rischi ed oneri non servono a rimborsare il debito ma è istituito solo per pagare gli oneri aggiuntivi e non il capitale ma solo gli interessi di mora e le spese legali».

«Diversamente o qualcuno ha sbagliato ad inserire i numeri nei bilanci delle aziende sanitarie e ospedaliere della Calabria oppure dice il falso. Un altro dato indicativo sono le diverse percentuali applicate per quanto riguarda la costituzione del fondo rischi, addirittura per l’Asp di Reggio Calabria il fondo rischi ed oneri arriva all’85%, è evidente che si presumono debiti fuori bilancio».

«L’Asp di Vibo al 69%, Ao Gom Reggio Calabria al 70%, debiti fuori bilancio – ha aggiunto – che si sommano a quelli iscritti nei vari bilanci. Ribadiamo che i fondi rischi servono solo a pagare gli oneri aggiuntivi, spese legali e interessi di mora non a coprire la quota capitale se non nel caso dei debiti fuori bilancio, appunto».

«Amalia Bruni ha ragione – continua Guccione – ma per difetto. L’avvio della quantificazione del debito del sistema sanitario regionale è una notizia di per sé positiva dopo 13 anni di commissariamento. Quello che però non ci lascia tranquilli è che a qualcuno possa venire in mente di farsi tentare dal mettere la polvere sotto il tappeto. Una cosa è certa. Non devono essere i calabresi a pagare il debito. Hanno già dato, un miliardo e mezzo di tasse in più date in questi anni attraverso l’aumento automatico di Irap e Irpef. Lo Stato deve farsi carico del debito calabrese. Una volta per tutte. I vari commissari che si sono succeduti e nominati dai vari presidenti del Consiglio, e che hanno aumentato il debito, non possono far ricadere le loro inadempienze nelle tasche dei calabresi. Oltreché nelle corsie degli ospedali. Anche perché così facendo si coltivano false notizie come gli avanzi di gestione».

L’ultimo Tavolo Adduce è esemplare in merito. «La determinazione di un avanzo di gestione sul 2021 – ha proseguito – di entità tale da coprire anche il disavanzo pregresso, è indicativa di una non corretta gestione delle risorse assegnate dallo Stato per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza”. Segnala, il Tavolo, che “l’elevato avanzo sull’anno 2022 è collegato al ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria, per il potenziamento dei Lea, auspicati dalle numerose iniziative legislative nazionali a sostegno della Regione Calabria intervenute negli anni e dall’iscrizione dei contributi dello Stato a sostegno del piano di rientro della Regione Calabria che appaiono non utilizzati».

Per chiudere il quadro – conclude Guccione – basta ricordare che i Lea calabresi sono i penultimi d’Italia…». (rcs)