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Audizione dell’Usb Calabria nell’ambito dell’indagine per la determinazione dei Lep

Audizione dell’Usb Calabria nell’ambito dell’indagine per la determinazione dei Lep

La sigla sindacale Usb ascoltata per quanto riguarda la questione Lep. E’ lo stesso sindacato a comunicarlo in una nota.

«Si è tenuta ieri presso la Prefettura di Catanzaro l’audizione della Confederazione regionale Usb con la Commissione parlamentare per le questioni regionali, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla determinazione e sull’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali – è scritto – La delegazione Usb ha ricordato come i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), introdotti con la riforma del Titolo V della Costituzione, dovrebbero rappresentare il criterio per erogare i servizi pubblici relativi ai diritti sociali e civili, ma la definizione di tali livelli è rimasta lettera morta, riaccesa oggi con il dibattito sul DDL Calderoli e l’autonomia differenziata, su cui l’USB tutta si è sempre opposta. Forte è infatti la preoccupazione che il Ddl Calderoli possa aumentare le disparità tra le aree ricche e povere del Paese.
Senza un’adeguata copertura finanziaria i Lep potrebbero solo evidenziare ciò che manca ai cittadini, come accade già con i Livelli Essenziali di Assistenza sanitaria (Lea) in Calabria. C’è il rischio che, senza finanziamenti sufficienti, i servizi pubblici subiscano ulteriori riduzioni, favorendo le speculazioni private e accentuando le disuguaglianze sociali».

Continua il comunicato: «L’Istat ha confermato le profonde disparità tra Nord e Sud, con il Sud che continua a crescere meno della media europea, principalmente a causa del basso tasso di occupazione e delle tendenze demografiche negative. La mancanza di risorse ha portato alla precarizzazione del lavoro pubblico, con conseguenze negative sui servizi offerti alla popolazione. La situazione nel Sud è aggravata dalla carenza di infrastrutture e servizi, come evidenziato dalla Svimez. Anche nei settori della scuola e della sanità, il Sud è fortemente svantaggiato rispetto al Centro-Nord, con minori risorse finanziarie e risultati più scadenti in termini di salute e istruzione».

«L’introduzione dei Lep, in questo contesto, – conclude Usb – necessiterebbe quindi di ingenti risorse, stimate in 90-100 miliardi per tutto il territorio nazionale, 8 di questi solo in Calabria: inimmaginabile pensare somme simili nell’attuale contesto economico. Per questo USB ritiene che introdurre i Lep “a costo zero” porterebbe ad aumentare le disuguaglianze, favorendo ulteriori tagli e privatizzazioni dei servizi e minacciando quell’uguaglianza sancita dalla Costituzione». (rcz)