Da diverse settimane gli operatori culturali della Città Metropolitana di Reggio hanno lanciato un appello al sindaco Giuseppe Falcomatà e all’assessore alla Cultura Rosanna Scopelliti per un incontro che analizzi le varie criticità che la crisi covid sta provocando nel settore.
L’appello, firmato da oltre 35 tra operatori e aziende di produzione culturale merita decisamente una urgente risposta: servono interventi urgenti e una profonda revisione anche dei costi di utilizzo delle strutture, ormai improponibili con la riduzione obbligata degli spettatori ammessi. Tra i vari firmatari (altri se ne stanno aggiungendo in questi giorni) Club Ausonia Helios, Scena Nuda di Teresa Timpano, l’Orchestra del Teatro Cilea, Spazio Teatro, Pagliacci Clandestina, La Rosa nel pozzo, Centro Studi Danza di Gabriella Cutrupi, Asd Isadora Dance Academy, Katia Colica e Antonio Aprile, Pasquale Faucitano, Mattanza e Associazione Carma.
«I firmatari del presente appello – si legge nel documento – vogliono richiamare l’attenzione degli Organi amministrativi del Comune di Reggio Calabria e della Città Metropolitana sulla difficile situazione che, anche a seguito della pandemia Covid19, da molto tempo sta affliggendo il mondo della cultura, dell’arte, della musica, del teatro e delle diverse forme di espressioni culturali che da anni rappresentano una realtà attiva e produttiva dell’Area Metropolitana di Reggio Calabria.
Il Terzo Settore, già oberato dalla carenza di sostegno economico e dalla elefantiasi burocratica (da ultimo si richiama il D.lgs del 15 settembre 2020, che da ulteriori adempimenti per la gestione delle associazioni, alcuni dei quali comportano costose e complesse variazioni statutarie, che obbligheranno la quasi totalità delle associazioni a rivolgersi onerosamente a professionisti di materie legali e commerciali) sconta ormai da quasi un anno le difficoltà imposte dalle misure di contenimento della pandemia COVID19 che per le nostre attività significa assenza di manifestazioni e performance artistiche in diretto rapporto con il pubblico. Un atto “innaturale” per la stessa funzione e ragione sociale delle associazioni e intellettuali firmatari del presente appello.
Ai citati impedimenti si aggiungono le ormai annose problematiche della concessione di contributi e concessioni di spazi e strutture adibiti a esibizioni o esposizioni pubbliche.
Non va sottaciuto che, in una città quale è Reggio Calabria e nell’intera Città Metropolitana, la bellezza e la cultura non rappresentano solo un fondamentale elemento di crescita civile e sociale ma anche un importante settore economico. Un’area che si richiama alla sua storica vocazione turistica non può vedere lo spopolamento delle proposte culturali che ogni anno, pur tra mille sacrifici, vengono pur realizzate delle varie associazioni, gruppi ed artisti ed intellettuali operanti sul nostro territorio. Si sottolinea l’importanza dei sodalizi professionisti nel creare risorse lavorative e dei professionisti singoli nel coinvolgere un indotto significativo con il loro lavoro. In una città quale è Reggio Calabria e nell’intera Città Metropolitana, la bellezza e la cultura non rappresentano solo un fondamentale elemento di crescita civile e sociale ma anche un importante settore economico. Sono presenti infatti in città diverse imprese culturali che investono sul territorio fondi pubblici e privati, associazioni culturali, intellettuali, che investono risorse private, tempo e risorse umane. Una nuova strategia culturale, con fondi pubblici mirati, andrebbe a costituire la Comunità Culturale della città di Reggio Calabria, unita verso un progetto cooperativo di alto profilo.
Si richiede al Comune ed alla Città Metropolitana di inserire già dal prossimo bilancio, somme congrue per il sostegno di queste attività, di rivedere i regolamenti per la fruizione di spazi, sale e teatri, prevedendo forme che non costringano gli operatori culturali (che non abbiano un’attività commerciale di base) a dover pagare l’uso di tali spazi. Si ritiene infatti che questa ultima imposizione, non solo non sia sostenibile dalla stragrande maggioranza degli operatori culturali, ma sia addirittura contraddittoria rispetto al valore aggiunto in termini di crescita culturale e sociale ed in termini di promozione, spesso a livello nazionale ed internazionale, dell’immagine della Città e dell’Area Metropolitana.
Si richiede inoltre – conclude il documento – di rivedere i criteri di concessione dei contributi alle associazioni culturali, in particolare da parte della Città Metropolitana, affinché questa forma di sostegno non appaia più quale obolo modesto e spesso non motivato, ma diventi una scelta basata su criteri qualitativi e di effettiva promozione e democratizzazione su base partecipativa, delle iniziative che andranno ad usufruire di tali contributi, i cui bandi e concessioni dovranno essere resi sempre più diffusi e trasparenti. Si resta in attesa di un riscontro cui si associano saluti ed auguri per il futuro operato». (rrc)
Nell’immagine di copertina: Teresa Timpano (Scena Nuda)