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La denuncia dei tirocinanti calabresi: Non c’è prospettiva di contrattualizzazione

Continua il calvario dei 7 mila tirocinanti calabresi che, ad oggi, attendono una risposta alla vertenza che, ormai, si prolunga da anni, e denunciano la mancata promessa dell’assessore regionale al Lavoro, Fausto Orsomarso, ovvero quello di risolvere la vertenza con una contrattualizzazione.

«La piaga del precariato in Calabria ha, da anni – si legge in una nota –raggiunto radici solide e difficili da estirpare soprattutto se a questa problematica si aggiunge quel totale disinteresse da parte della classe politica locale e non e da parte delle principali istituzioni nel trovare opportune soluzioni. E’ quello che pensano i circa 7.000 tirocinanti calabresi che prestano quotidianamente servizio presso Enti Pubblici e Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact). Si tratta di persone manipolate dal politico di turno per fini elettorali e pertanto usati come semplice bacino di voti».

«Si tratta di madri e padri di famiglia (di cui molti con famiglie monoreddito) – continua la nota – tenuti da mesi “con la canna del gas” dall’assessore al lavoro calabrese Fausto Orsomarso con la promessa di risolverne la vertenza in ottica contrattualizzazione dopo anni e anni di tirocinio presso Enti Pubblici, Privati e Ministeri (Giustizia, Miur, Mibact) ma, ad oggi, non si è visto nulla di concreto (ad oggi ha scritto soltanto due lettere al ministro del lavoro Andrea Orlando, senza recarsi personalmente a Roma)».

«Per nulla esaustivo – prosegue la nota – si è rivelato inoltre l’operato delle tre sigle sindacali calabresi (Uil, Cisl e Cgil) accusate di essere compiacenti per la precaria situazione dei 7.000 tirocinanti calabresi (in considerazione anche di quel tavolo tematico in Cittadella di quel 7 settembre 2020) e lasciare scorrere in maniera maldestra la clessidra del tempo per una vertenza per cui continua a sussistere “solo belle parole” e purtroppo zero fatti concreti. Pertanto, si tratta di una situazione alquanto spiacevole quella che vivono quotidianamente i 7.000 tirocinanti calabresi ovvero questo non riconosciuto bacino di precari che oltretutto coprono da anni quell’annosa carenza di personale in settori strategici dell’intero territorio calabrese».

«Allo stato attuale – conclude la nota – non esiste “sulla carta” quella prospettiva di contrattualizzazione, che garantisca una seppur minima e dignitosa esistenza di vita per i circa 7.000 tirocinanti calabresi (prossimi alla scadenza dei tirocini stessi e con il rischio concreto di ritrovarsi seriamente sulla strada e nella totale disperazione)». (rcz)