Cgil Calabria ai parlamentari: Sostenete il dl Milleproroghe per i tirocinanti

Nidil Cgil Calabria, Felsa Cisl Calabria, Uiltemp Calabria e Usb Fds Calabria, hanno lanciato un appello ai parlamentari calabresi, affinché «contribuiscano durante la discussione per la conversione in legge del DL Milleproroghe sostenendo con un’ unica voce l’emendamento attualmente depositato e già ammesso, così come qualunque altra azione utile ad una positiva definizione dell’annosa vertenza» dei tirocinanti calabresi.

«Nidil-Cgil – Felsa Cisl – Uil Temp e USB FdS, auspicano – hanno aggiunto – che su un tema così importante che coinvolge la vita di 4000 famiglie calabresi, si sia capaci di fare tutti un passo indietro per poi compierne dieci avanti tutti insieme».

«Terremo alta l’attenzione sulla vertenza dei tirocinanti calabresi – hanno ribadito – 4mila persone che quotidianamente sostengono la macchina amministrativa nei Comuni, delle ASP, nelle Province, nelle scuole, ed in tantissimi enti pubblici e privati erogando servizi essenziali per le nostre comunità. A seguito della partecipata manifestazione del 13 dicembre davanti la Prefettura di Catanzaro e del presidio del 22 dicembre davanti al Consiglio Regionale, sono scaturite diverse interlocuzioni istituzionali e nell’opinione pubblica, oltre all’importante incontro tenutosi il 28 dello stesso mese con il presidente delle Giunta Regionale Roberto Occhiuto».

«L’azione sindacale che abbiamo tenuto in questi mesi – hanno ricordato – è volta al sostegno, in Parlamento, di un emendamento al Decreto Milleproroghe che apra la strada alla contrattualizzazione a 18 ore per 18 mesi con relativa copertura finanziaria annua di 40 mln di euro di questi lavoratori così come è stato fatto in passato per i tirocinanti del medesimo bacino ma utilizzati nei ministeri della Giustizia, Cultura e Scuola».

«Nel frattempo, Anci Calabria ha preso posizione accogliendo le istanze sindacali e scrivendo al ministero della Funzione Pubblica per ribadire l’indispensabile apporto che questi lavoratori offrono quotidianamente – hanno proseguito –. Dal canto suo, il Prefetto Enrico Ricci, ricevute ed ascoltate le richieste delle rappresentanze sindacali,  si è impegnato a trasferire al Governo la rappresentazione della vertenza dei tirocinanti calabresi con le conseguenze che porterebbe la mancanza di un loro assorbimento: il venir meno di 4000 unità di personale nella macchina amministrativa delle degli Enti e delle comunità calabresi oltre al crollo del reddito di 4000 famiglie, con non indifferenti problematiche sociali e, in ultima analisi, anche di ordine pubblico».

«Tutti concordano sul fatto – hanno concluso i sindacati – che non è possibile e non è degno di un paese civile prorogare ancora una volta la misura dei tirocini di inclusione sociale e che occorre fare un fronte comune, al di là delle appartenenze politiche, per rivendicare le aspettative di questi calabresi di vedersi riconosciuti nella loro dignità lavorativa e sociale». (rcz)

Mercoledì sit in alla Prefettura di Catanzaro dei tirocinanti di inclusione sociale

Mercoledì 13 dicembre NidiL Cgil Calabria, Felsa Cisl Calabria, UilTemp Calabria e USB FdS Calabria hanno indetto un sit in davanti alla Prefettura di Catanzaro, a partire dalle 10, a cui parteciperanno i tirocinanti di inclusione sociale calabresi.

«Ad oggi tutti i Tis – hanno detto i segretari Ivan FerraroGianni TripoliOreste ValenteSaverio Bortoluzzi – sono in attesa di vedere approvata una norma che preveda la loro contrattualizzazione. L’emendamento approvato a luglio scorso in merito alla loro stabilizzazione si è scontrato con l’impossibilità da parte degli enti utilizzatori ad applicarla stante la mancata copertura economico. Nello scorso novembre si è proceduto, dietro nostra richiesta a ripresentare un nuovo emendamento che prevedesse la loro contrattualizzazione a 18 mesi con relativa copertura finanziaria di 40 mln di euro. In una prima seduta il testo è stato riformulato cassando il comma relativo alla copertura finanziaria, ma successivamente è stato ritirato di fatto strappando ai TIS le prospettive per il futuro che si sta cercando di costruire».

«Sono circa 4000 lavoratrici e lavoratori – hanno proseguito – che tutti gli amministratori locali riconoscono essere ormai essenziali per l’erogazione di tutta una serie di servizi e che si sono ben integrati, nei circa 12 lunghi anni di formazione e tirocinio on the job, nella macchina amministrativa delle nostre comunità. Tutto ciò per ritrovarsi senza un regolare contratto, senza tutele previdenziali, senza diritti a ferie-malattie-permessi e con progetti che vengono rinnovati di anno in anno, attaccati alla speranza che si trovino le risorse o che vi sia la volontà politica di non staccare la spina».

«Anche alla luce di quanto più volte riferito dall’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese, che ha più volte ribadito – hanno aggiunto – l’impossibilità economica per la Regione di prorogare indefinitamente la misura dei tirocini di inclusione sociale, la mancata approvazione di una tale norma pone due ulteriori problematiche: a) la prima, il venir meno di 4000 unità di personale (tra amministrativi e operai) che in quest’ultimo decennio hanno puntellato la macchina della pubblica amministrazione locale calabrese, con la conseguenza di un indebolimento della vivibilità nelle nostre comunità repentinamente private dei servizi da questi lavoratori erogati b) il crollo del reddito di 4000 famiglie, molte anche uni genitoriali e/o mono reddituali, che basavano sull’indennità di tirocinio la propria sopravvivenza e, conseguentemente, non indifferenti problematiche sociali e, in ultima analisi, anche di ordine pubblico.
Una situazione insostenibile che troppo spesso si riscontra nel mondo del lavoro calabrese, ma che diventa particolarmente inaccettabile se il datore di lavoro è lo Stato nelle sue articolazioni».

«Una situazione peraltro fortemente discriminatoria – hanno concluso – atteso che tirocinanti del medesimo bacino, ma operanti negli scorsi anni presso i ministeri della Giustizia, dei Beni Culturali e della Scuola, nel frattempo sono stati contrattualizzati per 18 mesi con risorse interamente statali. Per questa ragione, NIdiL CGIL, FeLSA CISL, UIL Temp e USB intendono promuovere una forte azione sindacale che coinvolga in maniera più incisiva soggetti istituzionali e sensibilizzare l’opinione pubblica». (rcz)

Tirocinanti calabresi, approvato l’emendamento Cannizzaro

La Commissione Bilancio della Camera dei deputati ha approvato l’emendamento al decreto Sud che autorizza il Dipartimento della Funzione Pubblica a bandire nuove procedure selettive per i 266 tirocinanti ministeriali calabresi rimasti fuori dopo l’ultimo concorso.

«Una risposta concreta a 266 calabresi, tirocinanti ministeriali», ha dichiarato Francesco Cannizzaro, primo firmatario dell’emendamento, spiegando come «in sostanza riapriamo il concorso per tutti coloro i quali sono rimasti fuori l’anno scorso».

«Grazie al grandissimo lavoro certosino svolto in questi giorni assieme al Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, coadiuvati dall’Assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, diamo una straordinaria possibilità di assunzione a coloro che hanno già lavorato presso le sedi calabresi dei Ministeri di Giustizia e Cultura, che erano stati esclusi dal bacino. Con questo emendamento dunque – ha spiegato il parlamentare reggino – si riapre il concorso per quei 266 tirocinanti ministeriali rimasti fuori un anno fa dal concorso bandito ad hoc, che aveva aperto le porte all’assunzione a tempo determinato per quanti avevano già conseguito un’esperienza pluriennale».

«Un doveroso ringraziamento va tributato al Ministro per la P.A., Paolo Zangrillo, ed a tutto il personale del Dipartimento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, particolarmente sensibili alla vicenda. Così – ha concluso Cannizzaro — proviamo a porre rimedio all’incresciosa situazione che riguarda decine di padri e madri di famiglia che hanno lavorato per anni nella Pubblica Amministrazione, dando una nuova opportunità di uscire da questa terribile condizione di precarietà».

Soddisfazione è stata espressa, anche da Occhiuto, che ha ringraziato «Francesco Cannizzaro, autore della proposta di modifica in Parlamento, per l’impegno e per il prezioso lavoro fatto in queste settimane a Montecitorio, e il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, per la sensibilità dimostrata».

«Adesso tante professionalità che negli scorsi anni avevano prestato servizio presso le sedi calabresi del Ministero della Giustizia e del Ministero della Cultura – ha concluso – avranno una nuova grande opportunità per essere assunti. Davvero una buona notizia». (rcz)

 

Tirocinanti, Orrico (M5S): Politica risolva precarietà

La deputata del M5S, Anna Laura Orrico, ha evidenziato come «chiunque abbia responsabilità istituzionali, a tutti i livelli, di maggioranza soprattutto, deve prodigarsi per giungere a dei risultati concreti visto che esistono margini di manovra» per risolvere l’emergenza dei tirocinanti calabresi.

«Abbiamo ad esempio – ha detto Orrico – i 347 vincitori di concorso del comparto Miur, relativi al bando di reclutamento per 1956 tirocinanti, che, dopo mesi di ritardi e di silenzi, senza alcun sostentamento economico dunque impossibilitati dal far fronte alle primarie esigenze personali e familiari, dopo che anche io avevo presentato una interrogazione parlamentare indirizzata al ministro Giuseppe Valditara per chiedere chiarezza, proprio oggi, ricevono comunicazioni inerenti la presa di servizio presso le istituzioni scolastiche».

«Ma è anche notizia di queste ore – ha aggiunto – la protesta di fronte la Prefettura della città di Cosenza volta a dar voce ai 276 tirocinanti ministeriali calabresi considerati ‘non idonei’ che chiedono, attraverso il Decreto Sud, una opportunità di inserimento in un percorso serio di immissione nel mondo del lavoro».

«Purtroppo – ha continuato l’esponente pentastellata –, in questi mesi, come opposizione e come M5S abbiamo presentato degli emendamenti in questo senso che sono stati bocciati, come lo sono stati quelli dei parlamentari calabresi di maggioranza. Ecco perché è arrivato il momento delle risposte da parte del governo».

«Insomma – ha concluso Anna Laura Orrico – c’è tutto un magma di incertezza e precarietà che riguarda centinaia di tirocinanti, che certa politica ha contribuito a creare e che ora la politica deve risolvere, in un momento in cui, fra l’altro, le cinture di protezione sociale del Paese sono state spezzate dal governo Meloni». (rp)

L’assessore Calabrese: Ok a proroga per i tirocinanti calabresi

«Un altro impegno mantenuto». È così che l’assessore regionale al Lavoro, Giovanni Calabrese, ha commentato la proroga per la quarta annualità per i tirocinanti calabresi.

«Gli ex percettori di mobilità in deroga – ha spiegato – proseguiranno il percorso di tirocinio di inclusione sociale presso gli enti utilizzatori per come comunicato formalmente agli stessi Enti in data odierna con nota del Dip. Lavoro prot.458415. Contemporaneamente con il presidente Roberto Occhiuto e il Dipartimento Lavoro continuiamo a lavorare per trovare soluzione definitiva con l’obiettivo di creare lavoro vero e non illusioni!».

Soddisfazione è stata espressa dal consigliere regionale Davide Tavernise, ricordando come «avevamo chiesto, in tempi non sospetti, con una interrogazione al presidente della Giunta regionale, la proroga dei contratti per gli oltre 4mila tirocinanti calabresi. Ieri la notizia che la Giunta ha recepito le nostre richieste e reperito le risorse necessarie per garantire un altro anno di lavoro».

«Si tratta certamente di una soluzione temporanea – ha evidenziato –. Mentre sembra sempre più evidente l’urgenza di trovare una soluzione concreta per dare dignità, garanzie e prospettive di futuro a questi lavoratori da sempre preda del caso e del ricatto sociale. Spero che il governo, superate le sue mille contraddizioni, possa addivenire ad una risoluzione immediata e positiva di questa vertenza, in maniera civile e senza ulteriori fraintendimenti. Da parte mia non posso che assicurare il massimo dell’impegno».

Il PD calabria: Grave bocciatura emendamento per la stabilizzazione dei circa 400 tirocinanti calabresi

Il Pd Calabria in una nota ha «ritenuto gravissimo che in Commissione Lavoro la maggioranza abbia bocciato alla Camera l’emendamento per la stabilizzazione dei circa 400 tirocinanti calabresi utilizzati nei ministeri».

«A questi lavoratori precari il centrodestra – continua la nota – ha sbattuto la porta in faccia, creando un nuovo dramma sociale ed evitando di risolvere un’ingiustizia tremenda, perpetrata da anni».

«Su assurda richiesta del governo, l’emendamento era stato ritirato dal deputato di Forza Italia Francesco Cannizzaro e fatto suo dal deputato del Pd Arturo Scotto, che l’aveva presentato in piena coscienza nell’interesse dei tirocinanti calabresi – continua la nota –. Data l’insensibilità e la mancanza di coraggio dell’esecutivo Meloni e della propria maggioranza, il Pd si assume la responsabilità – conclude il comunicato dei dem calabresi – di ripresentare lo stesso emendamento al Senato, non appena lì arriverà il testo del relativo provvedimento, tramite il nostro segretario, senatore Nicola Irto». (rcz)

De Bartolo (Idm): Istituzioni facciano fronte comune per i tirocinanti calabresi

Emilio De Bartolo, segretario regionale di Italia del Meridione, ha rivolto un appello affinché le istituzioni facciano fronte comune per i 4 mila tirocinanti calabresi.

«Recentemente – ha spiegato – il Parlamento nazionale ha approvato un emendamento in cui si parla finalmente di contrattualizzazione, ma la beffa è che si lega la contrattualizzazione all’espletamento di un concorso in cui ci sia una riserva del 50% dei posti disponibili. Ciò significa, nei fatti, impedire la contrattualizzazione, dal momento che gli Enti che dovrebbero espletare i concorsi, per come stanno oggi le cose, incontrerebbero difficoltà quasi insormontabili dal punto di vista finanziario a espletare le procedure concorsuali».

«In tantissimi Comuni della Calabria –  ha proseguito – queste persone svolgono compiti essenziali per il buon funzionamento degli enti e spesso sostituiscono persino i Dirigenti nello svolgimento del loro lavoro. Privare i Comuni e gli altri Enti dell’apporto di questi tirocinanti ormai storici significherebbe abbassare il livello dei servizi erogati ai cittadini».
«Italia del Meridione in passato – ha ricordato – è già intervenuta rispetto a questa vicenda, ma adesso si tratta di continuare dando seguito concreto a tutte le buone intenzioni espresse e ascoltando il grido di dolore di tanti padri di famiglia e di tanti Sindaci che senza queste figure avrebbero serie difficoltà a mandare avanti la macchina comunale.  Vanno bene le proroghe, per carità, ma non si può procedere però di proroga in proroga. Oltretutto, continuando in questo modo, in regime di proroga, le retribuzioni, come sanno bene i tirocinanti, avvengono ogni tre mesi e non si consente loro di versare i contributi. Si deve allora trovare finalmente una soluzione definitiva e strutturale. Per quanto ci riguarda, come Partito, stiamo già organizzando una o più giornate di mobilitazione pubblica perché questa è una questione troppo importante, che interessa non solo quattromila famiglie calabresi (e anche solo per questo varrebbe la pena di mobilitarsi), ma anche, appunto, il buon funzionamento di tanti Comuni e di tanti enti che senza questi tirocinanti, ormai divenuti insostituibili, sarebbero letteralmente bloccati e non riuscirebbero a erogare servizi essenziali per i cittadini». (rcs)

Tirocinanti calabresi, Orrico (M5S): Calendarizzare subito prove concorsuali previste

La deputata del Movimento 5 StelleAnna Laura Orrico, ha ricordato come «la questione dei cosiddetti tirocinanti ‘ministeriali’, ovvero di quanti, per anni, hanno prestato servizio presso gli enti ministeriali periferici di Giustizia, Miur e Mic, rappresenta ormai una delle più lunghe e sofferte vertenze lavorative calabresi che merita una soluzione».

«Senza alcun diritto contributivo e previdenziale – ha detto Orrico – e percependo indennità inappropriate hanno contribuito in maniera determinante al funzionamento delle sedi periferiche dei ministeri dove hanno lavorato espletando mansioni mai riconosciute. La selezione pubblica indetta dal Ministero della Pubblica Amministrazione per il reclutamento di 1.956 unità di personale, riservata prioritariamente proprio a questa platea di lavoratori, si è rivelata essere ad oggi inefficace se è vero che le prove concorsuali previste, inerenti alcune categorie del Mic, sono state svolte solo in minima parte e, fra l’altro, viziate da quesiti poco attinenti con le figure richieste e da alcuni criteri nell’assegnazione dei punteggi non previsti nel bando di selezione».

«Mentre – ha proseguito l’esponente pentastellata –, le restanti procedure selettive da svolgersi non hanno ancora avuto alcuna calendarizzazione in un panorama in cui i tirocinanti non percepiscono nessuna indennità da circa un anno. Insomma, un quadro poco rassicurante per questi duemila precari di lungo corso che ne mortifica ulteriormente il percorso lavorativo e personale».

«Per queste ragioni – ha concluso Anna Laura Orrico –, ho deciso di presentare un’interrogazione parlamentare a tutti i ministeri sopraindicati affinché prevedano nell’immediato delle date utili allo svolgimento delle prove concorsuali rimaste nonché la costituzione di un bacino per i tirocinanti non risultati idonei in modo da permettere loro, comunque, uno scorrimento delle graduatorie definitive». (rp)

I tirocinanti calabresi: Noi abbandonati e ingannati dal presidente Occhiuto

I tirocinanti calabresi in una nota stampa hanno denunciato che «sono stati purtroppo ingannati e abbandonanti a loro stessi dall’attuale presidente della regione Calabria Roberto Occhiuto che prima della sua elezione aveva deciso che queste persone solo tramite procedura concorsuale avrebbero acquisito la tanta agognata dignità al lavoro, a suo dire una semplice formalità e niente più».

«In Calabria – hanno ricordato – esiste la categoria dei tirocinanti, persone escluse a priori dal mercato del lavoro che hanno prestato servizio presso Enti Ministeriali (Giustizia,Miur,Mic) senza alcun diritto contributivo e previdenziale e percependo 500 € per 20 ore di lavoro settimanali. Si tratta di persone che hanno conosciuto abbastanza bene il mondo del lavoro in Calabria e anche fuori zona, molti con famiglia a carico e over 50, che in mancanza di altro hanno deciso di aderire a questi bandi di politica attiva, con nessuna pretesa, tranne quella di lavorare dignitosamente e di portare il pane a casa».

«Percorsi – ha aggiunto – che si sono perpetuati per oltre dieci anni e i cosiddetti tirocinanti ministeriali calabresi hanno conosciuto un assurdo calvario che gli ha relegati a fantasmi intrappolandoli in un sistema che era meglio se non fosse stato mai partorito perché vivere una vita del genere non la si augura a nessuno, da persone emarginate dal mercato del lavoro e con seria difficoltà di reinserimento. Non è una situazione cercata ne a livello personale e ne a livello famigliare, in poche parole chi vive una situazione del genere può dire di avere fallito la propria vita, perché solo la dignità al lavoro rende l’essere umano promo di avere raggiunto il proprio obiettivo».

I tirocinanti, poi, hanno ricordato che il 26 luglio a Rende «si sono espletate le prime prove e ben 1937 si sono presentate per alcuni dei posti messi a concorso per il MIC (Beni Culturali). Le materie oggetto dei quiz somministrate non corrispondevano a quando indicato nel bando redatto dal Formez. Come mai tanta severità e disprezzo verso i tirocinanti ministeriali del MIC? Il presidente Roberto Occhiuto avrà da dire qualcosa al riguardo?».

«Le procedure concorsuali – hanno spiegato – dovevano concludersi a settembre con la pubblicazione del calendario per i restanti profili ma ad oggi è ben evidente che questa procedura concorsuale è sparita dai radar e che non è prerogativa proprio di nessuno (Sono più importanti le elezioni politiche del 25 settembre?) e visto che il presidente Roberto Occhiuto nell’ultima intervista rilasciata ai circuiti televisivi ha risposto in merito alla questione tirocinanti che in campagna elettorale della categoria dei tirocinanti non parla, ci può spiegare perché nel suo precedente slogan elettorale con cui è stato eletto aveva detto che risolveva la vertenza favorevolmente per la categoria dei tirocinanti calabresi?».

«Questo è il primo capitolo del danno e della beffa – hanno evidenziato – riservata ai tirocinanti calabresi ministeriali, per una procedura concorsuale che a questo punto sarebbe molto meglio sopprimere per evitare di mortificare il padre e la madre di famiglia che anche se over 50, in quanto persona comune, farebbe meglio ad emigrare perché la Calabria è certamente una terra bellissima, ma è governata da una classe politica locale che la deturpa incredibilmente per il fatto che del diritto del cittadino se ne infischia allegramente, in questo caso il diritto al lavoro che non deve essere un ricatto elettorale e neanche una pretesa». (rrm)

Tirocinanti pubblica amministrazione, Lo Schiavo: Regioni non abbandoni i lavoratori

Il consigliere regionale di De Magistris PresidenteAntonio Lo Schiavo, ha chiesto alla Regione Calabria di non abbandonare le migliaia di tirocinanti calabresi della Pubblica Amministrazione, precari e senza un regolare contratto di lavoro.

«Si tratta – ha spiegato – di lavoratori ai quali sono stati promessi da anni percorsi di formazione e di qualifica, di durata annuale, in grado di offrire maggiori opportunità lavorative a cui sarebbero seguiti ulteriori percorsi di perfezionamento presso gli uffici dei relativi ministeri, dislocati in territorio regionale. Ad oggi però la situazione non è mutata nel concreto. Questo tipo di rapporto di lavoro si è trasformato purtroppo in sfruttamento e precarietà. Da dieci anni, infatti, gli ex percettori della mobilità in deroga nei vari Enti pubblici italiani sono stati trasformati in Tirocini di inclusione sociale (Tis)».

«La Calabria fa eccezione – ha proseguito Lo Schiavo – poiché il personale in questione è stato formato oltre misura ma continua a svolgere il suo lavoro, senza aver ottenuto un vero contratto, lavorando “in nero” per lo Stato. Tali lavoratori offrono un concreto contributo al funzionamento degli uffici e nell’erogazione di servizi, anche grazie alle competenze acquisite nei numerosi anni di lavoro. Una situazione incresciosa e paradossale, soprattutto in un periodo in cui la Pa necessita di un fabbisogno di personale adeguato alle sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per il quale sono stati adottati Decreti legge ad hoc mirati al rafforzamento delle Pubbliche amministrazioni».

«È necessario, dunque – ha concluso – un serio ed efficace intervento da parte della politica: l’Anci e la Regione Calabria non abbandonino i lavoratori al proprio destino ma si attivino al più presto per trovare una soluzione in vista della scadenza della proroga prevista nei prossimi mesi, affinché si scongiuri quello che potrebbe diventare un vero e proprio dramma sociale». (rcz)