Il consigliere regionale di Io Resto in Calabria, Marcello Anastasi, in una interrogazione con richiesta di risposta scritta al presidente del Consiglio regionale della Calabria, Giovanni Arruzzolo, in merito alla situazione del servizio di nutrizione artificiale domiciliare N.A.D., ha chiesto «quali sono i provvedimenti che, con opportuna urgenza, il Commissario ad acta e la Regione Calabria intendono adottare per superare le criticità e le falle di un sistema di assoluta necessità per la sanità regionale calabrese e soprattutto per le numerose famiglie che pagano le inefficienze e le carenze del servizio».
Nell’interrogazione, il consigliere regionale ha chiesto, inoltre, «se si intende ripristinare una fattiva e proficua collaborazione con il gruppo di lavoro già costituito al fine di dare attuazione alle Linee Guida della delibera n. 538 del 2 Agosto 2010 nonché elaborare un documento strategico di indirizzo e programmazione omogeneo e operativo per la Regione Calabria».
«Il servizio di nutrizione artificiale domiciliare Nad – ha spiegato Anastasi – è di assoluta importanza in quanto ne usufruiscono, comunemente, pazienti neurologici, neoplastici, post-traumatizzati, perfino soggetti in stato vegetativo o semivegetativo, soggetti dunque “fragili” per i quali la Nad costituisce terapia “salvavita”. La Nad, infatti, articolata in Npd (Nutrizione Parenterale Domiciliare) e Ned (Nutrizione Enterale Domiciliare), consente ai pazienti, che non sono più in grado, di assumere cibo per via orale per soddisfare i fabbisogni nutrizionali mediante l’infusione di sostanze nutritive in vena o nell’apparato digerente garantendo la loro sopravvivenza.
«La Nad – ha detto ancora Anastasi – con tutta evidenza, costituisce dunque un servizio essenziale ed improcrastinabile in quanto necessario supporto ed assistenza per le famiglie. Detto servizio persegue, peraltro, due obiettivi importanti per la tutela del diritto alla salute e per una ottimale gestione del servizio sanitario in quanto finalizzato, da una parte, ad impedire che uno stato di malnutrizione possa aggravare la malattia di base peggiorando la prognosi, aumentando la degenza ospedaliera e quindi la spesa sanitaria e, dall’altra, a consentire la rapida deospedalizzazione con il trattamento a domicilio riducendo così i costi diretti ed indiretti e salvaguardando privacy e dignità del malato. Dal punto di vista normativo, le Linee Guida Nazionali NAD, pubblicate sul sito del Ministero della Salute nell’Ottobre del 2007, riconoscono il diritto del paziente adulto e pediatrico ad accedere a strutture e servizi che erogano terapia nutrizionale mediante programmi di cura individuali e personalizzati che, nel riconoscere la dignità e l’autonomia del paziente , garantiscano gli standard di qualità ed appropriatezza richieste dalla normativa in vigore per lo sviluppo dei percorsi assistenziali specifici caratterizzanti le peculiarità del modello in rete».
Anastasi ha, poi, ricordato che «la Regione Calabria, con delibera di Giunta Regionale n. 538 del 2 Agosto 2010, avente ad oggetto “Nutrizione artificiale domiciliare (Nad) Approvazione linee guida regionali – Adempimenti di cui al punto 9 – lettera c) del piano di rientro del Servizio Sanitario Regionale DGR del 16 Dicembre 2009 n. 845 – Emissione di linee guida per i farmaci che hanno provocato criticità d’impiego”, rettificato di seguito con delibera del 4 dicembre 2011, prevede un modello organizzativo con un unico team nutrizionale con presa in carico globale del paziente, dal Ricovero Ospedaliero alla continuità assistenziale presso il proprio domicilio», e che quest’ultima, inverosimilmente, «non ha mai trovato alcuna applicazione e, dunque, mai sono stati garantiti agli operatori del settore gli strumenti tecnici necessari per la gestione del servizio Nad».
« Nonostante la suddetta normativa – si legge nell’interrogazione – stabilisce il criterio della più ampia territorialità della Rete Nad, nel 2012, è stato attivato un percorso all’interno dell’Assistenza domiciliare integrata (Adi oggi Cdi) risultato assolutamente fallimentare, in quanto applicato in modo parziale e difforme su tutto l’ambito regionale senza alcun rispetto delle Linee Guida Nazionali e Regionali, con conseguente mancata garanzia per questi pazienti fragili; al fine di migliorare la qualità del servizio in data 21 gennaio 2013 è stata emanata una Circolare Siar prot. 19932 per Ao e Asp con la quale è stata ufficializzata la scelta del percorso Nad e normata la prescrizione dei supplementi per OS in nutrizione enterale. Successivamente, con Dpgr 71 del 29/05/13 è stato emesso un Registro NAD per la raccolta dei flussi informativi sui pazienti in Nutrizione Artificiale; ancora nel 2013, nell’ottica dell’integrazione ospedale-territorio, tenuto conto dei limiti imposti dal Piano di Rientro e delle linee Guida sul Sistema delle Cure Domiciliari e Accesso ai Servizi Territoriali Dpgr 12 del 31/01/11 il modello organizzativo Nad, concordato dalla Regione Calabria con il Ministero della Salute, ha previsto la presa in carico e la gestione del paziente Nad attraverso le “Dimissioni Protette” o tramite i Pua (Punto Unico d’Accesso) Distrettuali che a loro volta dovrebbero sottoporre alla valutazione dell’Uvm la richiesta di Nutrizione».
«Non essendo mai stato mai avviato il Modulo Nad Statistico del Sistema Sigemona – si legge ancora – con Decreto del Dirigente Generale pro. N° 199 del 21 Aprile 2017 veniva costituito un Gruppo di Lavoro per l’implementazione Nad– percorsi ospedale territorio. Il Gruppo di lavoro si è inizialmente riunito con cadenza quindicinale ed era stata abbozzata una proposta di decreto in merito. Tuttavia dopo la sostituzione del Commissario Scura e del Dirigente Generale, prof. Fatarella, il gruppo di lavoro è stato convocato solo in una sola altra occasione dal Dirigente Generale dott. Bevere».
Anastasi, inoltre, ha evidenziato che «ad oggi, esiste una situazione situazione gravissima di carente o scarsa organizzazione del servizio Nad che, così come risulta anche dall’ultima relazione disponibile sull’ attività Nad, anno 2018 – 2019 dell’Asp di Reggio Calabria, si può così sintetizzare: il servizio Nad si basa su dei servizi e non già su di Unità Operative attive 7 gironi su 7 ed il personale assegnato è scarso ed è costituito, nella quasi totalità dei casi, dal solo referente distrettuale. L’erogazione del servizio risulta dunque inefficiente e disomogenea presso le varie realtà distrettuali. A tal riguardo si denuncia, altresì, in alcuni casi, la mancata approvazione del regolamento aziendale nonché inadempienze relative alla scheda registro Nad ed al prontuario aziendale; frequentemente dalle Unità Operative ospedaliere regionali i pazienti vengono dimessi con piani terapeutici illegittimi che non tengono assolutamente conto della normativa, in particolare della circolare 19/932 Siar, che regolamenta la fornitura degli integratori per Os; è assente un team Picc domiciliare, così come organizzato in altre Regioni; ∙ non si dispone di personale sufficiente. Inoltre è assolutamente indispensabile che allo stesso venga fornita opportuna e specialistica formazione; non esistono strutture, spazi ed attrezzature che possano garantire un servizio adeguato; è carente l’erogazione di alimenti speciali a favore degli aventi diritto». (rrc)