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Presidio Terme Luigiane

Terme Luigiane, Spirlì diffida i sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese

di FRANCO BARTUCCI – Mentre il presidente f.f. Nino Spirlì inoltra ai due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese una lettera diffida invitandoli a presentare un “report” sullo stato delle Terme Luigiane entro cinque giorni, l’area delle sorgenti viene interessata da una frana che mette a rischio l’erogazione dei servizi termali per la nuova stagione.

Sulla vicenda sono intervenuti con un documento gli stessi lavoratori componenti dell’Associazione “Comitato lavoratori Terme Luigiane”, soddisfatti della loro manifestazione di presidio svolta nella giornata di ieri presso la cittadella regionale.

frana terme luigiane

Nel loro documento, mettono in luce la incapacità delle due Amministrazione nel saper gestire correttamente il territorio di loro competenza  ed in particolare quello del compendio termale, del quale dicono: «si sono appropriati con la forza e in maniera totalmente illegittima, dimostrando giorno dopo giorno di non essere in grado di amministrare».

Focalizzando il loro sguardo sulla frana dicono: «La scelta incomprensibile di tagliare le numerose piante di erica presenti sul versante roccioso sovrastante l’area di miniera delle quattro sorgenti termali, ha determinato la modifica di un delicato equilibrio naturale con il risultato che, alle prime piogge, il terreno ha ceduto in alcuni punti con la conseguente caduta di materiale roccioso e addirittura alberi che hanno travolto parte dell’area sorgiva danneggiando irrimediabilmente una delle grandi cupole in plexiglass poste a protezione delle sorgenti. In 80 anni non si era mai assistito a danni di questo tipo. Questo si aggiunge alle gravi problematiche tecniche provocate dalla scelta di chiudere l’adduzione dell’acqua(e il conseguente scarico abusivo della stessa nel torrente Bagni) verso la condotta termale e verso le vasche di maturazione dei fanghi».

«A tutto questo, dopo anni di vana attesa e dopo pomposi proclami e annunci – prosegue il documento – si aggiunge un ridicolo “avviso esplorativo” di due paginette spacciato per bando pubblico, e sulla cui reale validità dal punto di vista legale ci sono grandissime perplessità. La sensazione di impotenza e frustrazione che pervade in maniera crescente gli animi di noi lavoratori è diventata insopportabile. Per decenni, abbiamo gestito con grande competenza e professionalità le sorgenti termali senza incorrere mai in nessun problema e in nessun intoppo. Oggi, il bene più prezioso fondamentale per il prosieguo delle nostre attività lavorative è caduto in mani incaute, troppo inesperte e irresponsabili visto che continuano a mietere danni su danni ed è tempo di porre fine a questo scempio». 

Intanto il presidente Spirlì nella sua lettera di diffida, nel chiedere una dettagliata relazione sullo stato delle Terme, ricorda che la concessione delle Terme può essere sottoposta a decadenza nel caso di gravi inadempienze e si dice pronto a intraprendere ogni azione idonea a tutelare l’interesse pubblico. L’atto concessorio è finalizzato alla salvaguardia dell’interesse pubblico, attraverso la regolare attività di sfruttamento e la regolare manutenzione delle risorse delle acque termali, assicurando anche l’effettuazione senza soluzioni di continuità delle prestazioni sanitarie. «Non intendo soffermarmi sulle scelte che i Comuni concessionari hanno inteso o intendono porre in essere, ma reputo doveroso attivare nell’immediato ogni azione idonea a tutelare e salvaguardare il bene di proprietà regionale».

Dopo aver puntualizzato che il “report” deve pervenire alla Regione entro cinque giorni dal ricevimento della lettera, si precisa che il documento deve illustrare con chiarezza l’attuale stato del bene termale indicando, inoltre, le attività manutentive azionate nel periodo di interruzione e, soprattutto, un crono programma nel quale si evidenzino  con chiarezza tempi e modalità delle attività di sfruttamento delle acque al fine di salvaguardare l’imminente stagione termale.

La lettera conclude dicendo: «Ricordando che, nel caso di gravi inadempienze, la concessione può essere sottoposta a decadenza, in assenza di adeguate informazioni, sarò costretto, mio malgrado, ad attivare gli uffici regionali preposti per ogni idonea azione a tutelare il preminente interesse pubblico». (fb)