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La Guarimba

Al via ad Amantea la nona edizione de La Guarimba International Film Festival

Prende il via oggi, ad Amantea, la nona edizione de La Guarimba Film Festival, organizzato dall’Associazione La Guarimba e in programma fino al 12 agosto, e che presenta, per questa edizione, 172 opere in concorso provenienti da 56 Paesi di tutto il mondo.

Questi film selezionati, arrivano da tutti i continenti: 5 paesi africani, 13 asiatici, 28 europei, 9 americani, 1 oceanico. La parità di genere è rappresentata ampiamente: 94 dei film selezionati sono diretti da donne (pari al 55% del totale). «Questi dati confermano la nostra missione di rappresentare culture, linguaggi e tradizioni diversi, portando ricchezza e varietà culturale in un paesino calabrese senza cinema».

Ad arricchire la kermesse, le sezioni speciali Karmala, l programma di cinema africano; Americania, corti statunitensi; El Guayabo, una selezione di documentari sulla diaspora venezuelana; Focus Lituania; e infine i vincitori di Glas Animation, il festival di animazione statunitense che quest’anno si è dovuto svolgere online e che ospiteremo sul nostro schermo.

«Ogni anno – si legge in una nota – La Guarimba ospita artisti di diverse discipline per fare ricerca e realizzare opere all’interno del festival. Quest’anno l’artista brasiliano-portoghese Cesáh e super Sara Fratini realizzeranno due murales nel parcheggio che ospiterà il festival, con la finalità di rigenerare un’area degradata di Amantea e restituirla alla cittadinanza. Le due opere di street art saranno realizzate grazie al supporto di Colorificio VR, un’azienda piemontese che ci sponsorizzerà fornendoci la pittura necessaria per l’intervento».

Durante tutti i giorni del festival, dalle 18:00 in poi, sarà possibile visitare la mostra Artists for La Guarimba, una serie di 15 locandine realizzate da 15 illustratori internazionali per La Guarimba, a cura di Sara Fratini.

Per questa nona edizione i poster sono stati realizzati da Mikel Murillo (Spagna), autore della locandina ufficiale, e poi Paulo Albuquerque a.k.a. Cesáh (Portogallo), Egle Zvirblyte (Lituania), Flora Anna Buda (Ungheria), Giovanna Lopalco (Italia), Gwladys Gambie a.k.a. Black Meisha (Martinica), Meltem Şahin (Turchia), Natasha Dinjar (Australia), Sawako Kabuki (Giappone), Śhąüņ Bůķhüţh (Mauritius), Zoran Popac (Serbia), Boyoung Kim (Corea del Sud), Keya Tama (Sudafrica), Harriet Lenneman (USA) e Mela Pabón (Porto Rico).

Anche quest’anno, presente La Grotta dei Piccoli, il Festival di animazione per bambini e giovani, organizzato in partnership con Unicef Italia, a cura di Valeria Weerasinghe, che propone ai piccoli spettatori 100 cortometraggi che «provengono da tutto il mondo e celebrano la diversità, le emozioni e il legame con la natura».

«Alcune storie – si legge in una nota – ci catapulteranno in nuove culture, altre ci porteranno indietro nel tempo e altre ancora ci faranno provare le difficoltà quotidiane attraverso gli occhi di un bambino.
Ad ogni edizione la missione del festival diventa sempre più forte e così anche quella de La Grotta dei Piccoli. Siamo determinati a far parte di questo cambiamento e ispirare le nuove generazioni nel miglior modo possibile».

«Nessuno di noi – si legge in una nota – ha mai pensato che sarebbe stato facile fare un festival del cortometraggio in Calabria, la regione selvaggia. In questo territorio dell’impossibile, le cose sono sempre esagerate, anche le complicazioni: qui, nel secondo anno della pandemia e del commissariamento del paese per mafia, con il Parco che abbiamo riparato chiuso perché ritenuto inagibile dopo il crollo del centro storico (sic), con tutti i bandi della Cultura regionali eliminati, proprio qui, abbiamo deciso di riportare il cinema alla gente e la gente al cinema».

«Un po’ per testardaggine calabra, un po’ per speranza di cambiamento venezuelana – continua la nota – ci siamo messi all’opera e abbiamo individuato uno spazio orrendo, simbolo del degrado sociale che vive il paese: un parcheggio poco distante dall’Arena Sicoli, quel cinema all’aperto che abbiamo riparato e riaperto per la prima edizione, e che oggi, purtroppo, è ancora chiuso».

«Il parcheggio sarà parte di un nostro progetto di rigenerazione urbana – conclude la nota – e sarà ripreso con l’aiuto della street art e di interventi puntuali che ci permetteranno offrirvi una bella nona edizione, sicuramente molto più punk, ma con lo stesso spirito di sempre: senza paura di metterci in gioco e con la consapevolezza che tutto può cambiare». (rcs)