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A Gioia Tauro incontro con Carmen Lasorella

A Gioia Tauro incontro con Carmen Lasorella

di FRANCESCA OREFICEBellissima serata organizzata dal gruppo di Lettura Lab donne, a Gioia Tauro, sabato 29 giugno all’interno dell’appuntamento annuale del Festival della Letteratura Tauro book.

A condurre la serata Monica della Vedova e Saveria Lollio, ospite la giornalista, reporter di guerra, amatissimo volto del TG in Rai, autrice, scrittrice, Carmen Lasorella.

Affluenza altissima di pubblico e grande partecipazione e curiosità da parte dei presenti. 

Dopo il saluto della sindaca di Gioia Tauro, neo eletta, dott.ssa Simona Scarcella, e un intervento musicale di giovanissimi artisti, Carmen Lasorella ha instaurato un dialogo aperto con la platea, accompagnando parole pacate ed efficaci a una gestualità accogliente e confidenziale, consona a chi conosce e rispetta l’importanza del segno comunicativo nella dialettica tra persone che vogliono comprendere e farsi comprendere.

Il libro presentato, Vera: e gli schiavi del terzo millennio, racconta la storia di una donna, attivista per i diritti umani, il cui percorso umano si intreccia con il dramma dei migranti, dei quali emerge la vulnerabilità, l’invisibilità e lo stato di emergenza, ma anche con altre tematiche del nostro tempo, come le sfide dell’innovazione e della tecnologia. 

Un viaggio narrativo attraverso gli occhi della protagonista che si incrociano a quelli dei diversi personaggi e sguardi, orientati da diversi punti di vista, ma che tessono una trama che, anche se complessa, ritorna a un comune senso di compassione, come tutte le cose umane.

La scrittrice ha immediatamente evidenziato l’importanza, anche per il proprio impegno letterario, e in linea con le tematiche del libro, dell’incontro con altri mondi e modi di pensare, perché la riflessione si alimenta della diversità e lo scopo della narrazione è quello di rappresentare la storia di popoli e culture anche attraverso i racconti, nondimeno di concedere a chi legge strumenti per decifrare il presente con lenti critiche e sguardo lungimirante. Per abitare e non farci abitare dal tempo in cui viviamo e dalle trappole della schiavitù intellettuale e della manipolazione morale che la tecnologia può strutturare mediante menzogne e negazioni della verità. 

La protagonista del libro affronta problematiche relative alle questioni dei migranti anche da punti di vista di cui si parla poco, come lo sfruttamento dei corpi e il traffico degli organi.

La sfida dei diritti, tuttavia, ha sottolineato l’autrice, riguarda ogni essere umano e non bisogna necessariamente posizionarsi sul fronte della battaglia per scandirli, perché interessano la quotidianità, la vita e le scelte politiche di ciascuno di noi. 

Di grande impatto l’espediente letterario che assume come voce narrante della storia non quella della protagonista, ma di un’altra donna, Mariella, giovane amica di Vera. Attraverso questo stratagemma narrativo, la dialettica si colloca nuovamente sulla soglia delle diverse prospettive e punti di vista, che conseguono anche alla differenza anagrafica, proponendo suggestioni e spunti di riflessione su questioni urgenti della nostra attualità e umanità.

Carmen Lasorella ha, infine, trattato il tema del linguaggio della narrazione, questione sovente trascurata nella narrativa moderna, evidenziando la necessità di cura e dedizione per la parola. 

Chi scrive deve dedicarsi al linguaggio, scandendo la cadenza delle parole come dentro un pentagramma, battendo un ritmo che accordi musicalità al testo, convertendo il registro dalle grandi alle piccole cose, per tenere acceso l’entusiasmo della curiosità, ma anche per concedere un piacere estetico a chi legge. Del resto la lettura è un atto dialogico che può concedere piacere e felicità, trasformando la solitudine in incontro, costruendo relazioni anche politiche in cui chi scrive incontra chi legge e, non poche volte, chi legge trova aspetti di sé che non conosceva: «ogni testo è un esperimento della propria molteplicità in quanto epifania dell’altro, traccia fragile e finita dell’umano» (E. Raimondi, Un’etica del lettore).

L’incontro ha fatto emergere, sopra ogni cosa, il legame sacro e istintivo tra donne, confermando la necessità primigenia della sorellanza, poetica-mente evocata dalle parole belle dell’autrice verso le altre donne, parole declamate al femminile come libertà, giustizia e verità, che lasciano, a memoria della serata, la rasserenante consapevolezza che parole vere già scrivono una storia Vera. (fo)