La città di Reggio Calabria ha accolto, a braccia aperte e con emozione, mons. Fortunato Morrone, nuovo arcivescovo di Reggio Calabria-Bova.
Nel corso di una sobria ed emozionante cerimonia istituzionale, ospitata nella sala “Monsignor Ferro” di Palazzo “Corrado Alvaro”, sede della Città Metropolitana di Reggio Calabria, le massime autorità cittadine hanno reso il loro saluto al nuovo pastore dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova. Un evento solenne che ha registrato la presenza, accanto al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, del Prefetto della Città, Massimo Mariani e delle altre autorità civili e militari del territorio.
Nel dare il benvenuto a Palazzo “Corrado Alvaro” a nome della città e di tutto il territorio metropolitano a sua eccellenza, monsignor Fortunato Morrone, il sindaco Falcomatà ha ricordato che Reggio Calabria nella sua storia «si è sempre aggrappata alla sua guida e al suo padre spirituale, specie nei momenti più difficili per superare le difficoltà ma anche per vivere al meglio i momenti di crescita».
«Per noi è importante continuare su questa strada – ha evidenziato il primo cittadino – nel segno del dialogo e della condivisione. E siamo convinti che così sarà, come evidenzia anche il simbolo scelto da monsignor Morrone, con l’azzurro che richiama il nostro mare e che per noi è motivo di grande orgoglio. Un mare sempre collegato a tutte le vicende dell’evoluzione storica della nostra città. Un mare crocevia di popoli, culture, tradizioni e religioni e che fa di Reggio un posto solidale, accogliente, inclusivo che individua nella diversità un elemento di crescita e di ricchezza».
«Un mare che ci ha uniti anche nelle tragedie, dal 1908 a quelle più recenti – ha aggiunto –. Nel 2016, l’emergenza emigrazioni ha restituito alla città le anime di 50 migranti provenienti dalle rotte del Nord Africa. Un evento tragico, in cui Reggio ha trovato un’ulteriore spinta verso l’impegno solidale che ha portato la nostra comunità a dare a quelle persone una degna sepoltura nel cimitero di Armo che la chiesa reggina ha riqualificato».
«La nostra città da qui ai prossimi mesi – ha concluso – si appresta a vivere una fase di grandi trasformazioni e di profondi cambiamenti sui fronti della pianificazione e progettazione dello sviluppo urbanistico, economico, culturale e sociale. E poter condividere questo nuovo cammino al fianco della chiesa reggina è motivo di grande conforto e di rinnovato entusiasmo».
Dialogo, speranza e un richiamo al pensiero di don Luigi Sturzo gli elementi che hanno caratterizzato il saluto di monsignor Morrone, che ha espresso la volontà di «cooperare insieme a tutte le espressioni del territorio, per il bene della comunità. Anche immaginando Reggio come un polo che riesce ad attrarre energie positive da tutto il territorio calabrese».
«Dobbiamo dimostrare di essere all’altezza della situazione – ha detto – e la rinascita della Calabria può partire proprio da qui. È la luce che svela le ombre e quindi la bellezza che ci circonda. Lasciamoci condurre dalla luce che abita la vita di ogni persona perché da soli non si va da nessuna parte. Reggio sia faro di luce per tutta la Calabria».
La Costituzione è il fondamento della Repubblica, ha inoltre messo in evidenza monsignor Morrone richiamando don Sturzo, «alla cui limpida visione politica e sociale occorre oggi ispirarsi, in particolare per orientare al meglio la nostra azione educativa, la promozione, specie trai più giovani, del senso civico e della comune convivenza, impegnando energie e competenze nel campo educativo e rilanciando il protagonismo sociopolitico, scommettendo sulla fresca creatività giovanile quale garanzia di futuro». (rrc)