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L'Unical protagonista dei lavori geologi preparatori per il Ponte sullo Stretto

Busia (Anac): Occorre fissare un termine per progetto definitivo del ponte

Fissare un termine per il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto. È quanto ha detto Giuseppe Busia, presidente dell’Anac, in audizione in Commissione Ambiente e riportato dall’Ansa, sottolineando come «si è capito che il termine per l’approvazione del progetto esecutivo è naturalmente irrealistico e va procrastinato».

«Però – ha aggiunto – nel decreto viene totalmente cancellato e sarebbe opportuno fissare un termine: averlo è essenziale per valutare lo svolgimento dell’opera».

Busia ha sottolineato che «proprio un’opera come il ponte sullo Stretto deve avere un progetto esecutivo unitariamente considerato, altrimenti si rischierebbe di approvare singole fasi del progetto senza essere certi che queste fasi vadano a collegarsi l’una con l’altra. Bisogna avere una visione unitaria».

Per la sindaca di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti, «c’è l’assoluta incertezza temporale sulla fase costruttiva» e la “paura” dei territori è che i cantieri finiscano «per rimanere lì come ecomostri e incompiute».

Secondo la sindaca, nella parte del provvedimento in cui si aggiorna la procedura di approvazione definitiva dell’opera si fa «un’ingiustificata forzatura procedurale».

«L’opera ponte – ha aggiunto – non può essere immaginata come una sommatoria di tanti lotti» e il «paradosso» è che anche la fase degli espropri o della realizzazione del blocco ancoraggio del ponte possano essere considerati «come una fase costruttiva».

«Cosa succede se a questa fase costruttiva non seguirà altro?», si è chiesta la sindaca, secondo cui «il danno sarebbe inimmaginabile» se il «progetto definitivo non sarà trasformato in progetto esecutivo, ma in tanti progetti esecutivi quanti sono i lotti».

«Ci troviamo catapultati indietro di più di 10 anni o forse 20», ha concluso Caminiti, sollecitando alla Commissione e all’intero parlamento «interlocuzioni dirette con le amministrazioni locali».

Michele Azzola, coordinatore dell’area politiche industriali della Cgil nazionale, ha ribadito la necessità di «accendere un faro» sul Ponte sullo Stretto, «perché rischiamo di costruire una cattedrale nel deserto».

Per il sindacalista, infatti, il provvedimento introduce «una procedura assai anomala, che scardina il meccanismo che prevedeva la presentazione del progetto esecutivo entro il 31 luglio», introducendo progetti esecutivi «anche per fasi costruttive successive» e «questo non ha senso per un’opera unica».

«Andando per avanzamenti successivi – ha proseguito – abbiamo un sistema dei costi che salta completamente. La strada che si è introdotta è dunque altamente pericolosa sia per il tema delle finanze che per la realizzazione complessiva dell’opera».

Anche per Irene Pata della Uil il rischio è «che i prezzi possano lievitare nel tempo rispetto a quelli prefissati». È, quindi, «indispensabile», ha detto intervenendo anche lei in audizione, «una supervisione costante per evitare esplosioni incontrollate del costo dell’opera».

Per l’amministratore unico della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, non solo «non ci sono dubbi sulla certezza delle fasi costruttive del ponte sullo Stretto, né indeterminatezza sui costi» ma, soprattutto, «non c’è rischio di incompiuta, il progetto è assolutamente fattibile ed è stato aggiornato nelle modalità previste per legge». (rrm)