di ARISTIDE BAVA – Il percorso che porterà alla designazione di Capitale Italiana della cultura 2025 e’ ormai nella fase finale del suo primo step. Entro il 15 novembre l’apposita commissione formata da esperti della gestione dei beni culturali, dovrà definire la short list di dieci delle 15 città in lizza per contendersi l’ambito titolo.
Le contendenti, che accompagnano la loro candidatura a un motto esplicativo sono in stretto ordine alfabetico, le seguenti: Agrigento – “Il sé, l’altro e la natura”. Aosta – “Città Plurale”. Assisi (Perugia) – “Creature e creatori”. Asti – “Dove si coltiva la cultura”. Bagnoregio (Viterbo) – “Essere Ponti”. Città Metropolitana di Reggio Calabria – “Locride 2025. Tutta un’altra storia”. Enna – “Enna 2025. Il mito nel cuore”. Monte Sant’Angelo (Foggia) –“Un Monte in cammino”. Orvieto (Terni) –“Meta meraviglia la cultura che sconfina”, Otranto (Lecce) – “Mosaico di Culture”. Peccioli (Pisa) –“ ValdEra Ora. L’arte di vivere insieme”. Pescina (L’Aquila) “ La cultura non spopola”. Roccasecca (Frosinone) – “Vocazioni. La cultura e la ricerca della felicità”. Spoleto (Perugia) –“La cultura genera energia”. Sulmona (L’Aquila) – “Cultura è metamorfosi “.
Inutile negare che la “sfida” per l’ambito titolo è abbastanza difficile per la Locride e di questo sono fermamente convinti anche i responsabili del Gal Terre Locridee, dal presidente Francesco Macrì al direttore Guido Mignolli, che con Antonio Blandi “esperto” dell’ Associazione “L’officina delle idee”, sono stati i fautori principali dell’iniziativa che ha ,poi, portato la Città Metropolitana di Reggio Calabria a presentare la candidatura, e con essa il qualificato progetto che l’accompagna.
Ed è proprio sulla ipotesi progettuale presentata, supportata con recente decisione ufficiale anche dalla Regione Calabria, che La Locride punta maggiormente, perché, come dettano le procedure di valutazione, molto importanti sono gli elementi come “la progettazione, la programmazione, la condivisione con le realtà locali”, elementi essenziali per lo sviluppo dei territori. L’iniziativa ha, infatti, tra gli obiettivi prioritari, quello di “valorizzare i beni culturali e paesaggistici e di migliorare i servizi rivolti ai turisti”.
In questa direzione l’ipotesi progettuale presentata è di largo respiro e prevede, come obiettivo primario un percorso che racchiude quattro anni di attività sul territorio tese a realizzare un contesto di comunità culturali territoriali coese, con elementi portanti la partecipazione collettiva delle comunità locali, la sostenibilità turistica e ambientale, la condivisione, l’economia circolare.
Un percorso che prevede la messa a fuoco e lo sviluppo di tre sezioni principali: il patrimonio materiale del territorio, il patrimonio immateriale e le imprese culturali e creative. Il tutto per dare vita ad un racconto corale, che narri il paesaggio umano e culturale della Locride: le bellezze, i siti e beni culturali, storici e archeologici, il patrimonio immateriale, le storie, i personaggi, le comunità locali, l’umanità, la cultura, i sapori, i colori e tanto altro. Ciò nella convinzione che la candidatura è solo uno strumento indirizzato a favorire un vero e proprio investimento nel tempo forte di linee progettuali solide, pratiche di monitoraggio reali e ritorni “concreti”.
D’altra parte nessuno nasconde che anche se nella Locride negli ultimi anni si è fatto molto in campo culturale e turistico ci sono ancora tante cose da fare e tanti problemi da risolvere. Ma forse proprio questa è la grande forza di questa candidatura. La capacità di aver pensato a un percorso a lungo termine, condiviso e comune tra le diverse comunità locali per conoscersi e riconoscersi come contesto unitario e riuscire a valorizzare le diversità ed esclusività territoriali.
E come hanno sempre affermato i due “esperti” Guido Mignolli e Antonio Blandi per dare vita a un percorso “che propone la Locride come un grande laboratorio culturale sociale, di rilevanza nazionale ed europea, luogo di sperimentazione di metodologie e buone pratiche per il recupero e la valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale riferito non solo alle molteplici arti, alle presenze monumentali, archeologiche che innegabilmente ci sono ma anche alle esperienze, conoscenze, storie di vita delle persone che hanno vissuto e vivono in questo contesto.
Una “sfida” importante, dunque, che si può vincere anche senza conquistare l’ambito titolo finale. Ma, intanto, la speranza di tutti, inutile negarlo, è quella che la Locride venga ammessa tra le dieci finaliste. (ab)