È partito, alla Casa delle Culture del Palazzo della Provincia di Catanzaro, il terzo corso di perfezionamento in Medicina dell’adolescenza, organizzato dalla Acsa&Ste Onlus, presieduta dal dottor Giuseppe Raiola, direttore SOC Pediatria dell’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro.
Un momento di confronto importante, di nuovo in presenza perché – come ha sottolineato il dottore Raiola nell’introdurre il primo modulo – «il Covid 19 ci ha insegnato, soprattutto per la pediatria, che non solo le patologie sono ben diverse l’una dall’altra, ma come la stessa patologia merita un diverso approccio in relazione al singolo bambino».
Un corso di perfezionamento, quello organizzato dall’ACSA&STE onlus di grande interesse che ha già richiamato molti professionisti e operatori sanitari, tanto da segnare oltre 80 iscritti sin dalla messa on line del modulo.
«Sono molto soddisfatto della partecipazione anche perché in questi sei mesi affronteremo problematiche e argomenti con esperti di grande livello, sia nazionale e internazionale, e i medici della Pediatria del ‘Pugliese’ avranno un ruolo di primo piano – ha detto ancora Raiola –. Il corso in presenza è un momento di confronto che permettere di riprendere una formazione fatta di stimoli e di un coinvolgimento anche emotivo che la mediazione fredda di un monitor aveva ridimensionato. Affronteremo tematiche di primo piano e torneremo a crescere insieme».
L’impegno, la passione e la grande generosità del dottore Raiola hanno “ispirato” un inaspettato e intenso fuori programma in inizio di lavori: una sorpresa da parte di storici e preziosi collaboratori come il team della “Present&Future”, l’agenzia di Alfonsa Trapasso e Giacomo Borrino che si occupa della segreteria degli eventi formativi, che hanno voluto consegnare una targa “a chi ci ha accompagnato nel nostro cammino dando nuovi significati al lavoro e alla vita, condividendo emozioni, esperienze, follie e successi”.
Tra gli professionisti del settore presenti nella prima due giorni di formazione, il professor Lorenzo Nanni , specialista in Chirurgia Pediatrica, che ha trattato del tema della patologia dell’adolescenza di confine tra chirurgia e pediatria, un «confine labile in cui si mescolano due modi di pensare, quello chirurgico e quello medico. E non c’è nessun chirurgo che non debba essere prima medico: il pediatra deve avere contezza del modo di vedere del chirurgo in una serie di patologie. Noi che ci occupiamo di bambini e adolescenti abbiamo sempre a che fare con patologie di confine».
Il professor Nanni ha sottolineato l’importanza di recuperare momenti formativi in presenza.
«Che l’educazione in medicina sia un aspetto chiave in ciascuno di noi è lapalissiano. Che l’educazione possa essere presa dalla letteratura, anche da internet è altrettanto ovvio – ha detto –. Quello che invece può essere dato dall’esperienza è impareggiabile: quello che possiamo apprendere da chi ci ha preceduto e ha lavorato prima di noi, non lo troviamo sui libri e nella letteratura, è esperienza sul campo, questa è la chiave dell’importanza della partecipazione ad incontri formativi di questo calibro».
Il professore Salvatore Di Maio, che si occupa di endocrinologia Pediatrica all’Università di Napoli, ha relazionato sulla diagnosi differenziale dei ritardi puberali del maschio.
«Un argomento molto importante perché accanto alla problematica di tipo strettamente medico, organicistico, soprattutto nei maschietti c’è il problema del disagio psicologico – ha spiegato – il ritardo crea problemi nel rapporto con i coetanei. Il nostro compito è accompagnare l’adolescente in questa fase transitoria: e lo abbiamo imparato ancora meglio nella fase successiva al lockdown».
Corsi come quelli organizzati dal dottore Raiola, quindi, anche per Di Maio, diventano una occasione imperdibile di confronto: «Le conoscenze recenti confermano sempre di più l’importanza dei problemi neonatali che si possono riverberare sulle patologie dell’età adolescenziale. Le osservazioni del pediatra rappresentano la base su cui lo specialista può ragionare per ricostruire i fenomeni delle varie fasi dell’infanzia fino all’adolescenza».
«Questi quasi tre anni di Covid ci hanno molto impoverito, dal punto di vista di quelli che sono i rapporti sociali e umani anche tra professionisti – ha detto il dottor Silvano Bertelloni, responsabile Sezione Medicina dell’Adolescenza, Dipartimento Materno-infantile, Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana che è intervenuto per relazionare su l’iperplasia surrenale congenita –. Ritrovarci insieme, quindi, è un aspetto fondamentale sia per scambiarci conoscenze, ma anche esperienze pratiche su quello che è successo, e come sono cambiate le malattie in questi due anni».
«Perché sono cambiate, sono diventate più pesanti anche nei bambini e negli adolescenti – ha detto ancora -. Il Covid ha cambiato molte cose nella medicina rispetto ai bambini: le malattie spesso si presentano molto più invasive, in uno stadio avanzato e di meno facile approccio. Scambiare esperienze su questi aspetti è fondamentale».
Per il dottor Sebastiano Cacciaguerra, chirurgo pediatrico al Nuovo Ospedale “Garibaldo” di Catania «è molto interessante dibattere di problematiche pediatriche e adolescenziali in questo contesto. Come nel caso delle problematiche ginecologiche che sono appannaggio del chirurgo pediatrico e non del ginecologo, in quanto soprattutto per le adolescenti è giusto che siano trattate con ‘mentalità pediatrica’».
«L’opportunità di potersi incontrare è sempre molto importante, ma lo è ancora di più nel momento attuale, dopo che siamo stati per quasi due anni in una situazione di sofferenza – ha detto il professor Gianni Bona, primario emerito Azienda ospedaliero universitaria Maggiore della Carità, Novara –. Essere in presenza significa incontrare amici, ma soprattutto poter discutere de visu dei problemi più attuali. Gli adolescenti, come gli anziani, sono tra le categorie di soggetti che hanno maggiormente sofferto durante la pandemia».
«L’adolescente – ha spiegato – ha subìto molto l’isolamento, il vivere lontano dai propri pari: sono i propri coetanei a costituire un riferimento, l’idea di non poterli incontrare ha generato delle conseguenze sotto il relazionale, psicologico e anche sulla salute. Prima tra tutte quella della crescita di peso, i disturbi legati alla alimentazione e soprattutto le conseguenze dei disturbi alimentari. L’obesità continua ad essere un problema nel nostro Paese e la Calabria, dopo la Campania, è una delle regioni che è afflitta dal problema del sovrappeso nei bambini e negli adolescenti». (rcz)